Istituto comprensivo Paesi Retici
Sondrio (SO)
Indirizzo: Via don Lucchinetti 3/5 - Sondrio (SO) (vedi mappa)
Tipologia: architettura per la residenza, il terziario e i servizi; scuola
Caratteri costruttivi:
- strutture: cemento armato
- facciata: cemento armato a vista
- coperture: con manto in tegole cementizie di colori diversi
- serramenti: in metallo a grandi specchiature scorrevoli
Cronologia:
- progettazione: 1973
- completamento: 1975
- data di riferimento: 1973
Autori:
- progetto: Del Curto Giovanni; Moratti Enrico
Uso: scuola
Condizione giuridica: proprietà Ente pubblico territoriale
Descrizione
Il complesso si inscrive nella ricerca tipologica sviluppata attorno all'edilizia scolastica negli anni '70 in Italia, in concomitanza con il dibattito sulla riforma degli ordinamenti scolastici. Attestato ai margini del tessuto abitativo del quartiere il complesso, destinato all'infanzia e all'educazione primaria e secondaria di primo grado, fa parte di un sistema di servizi pubblici che orlano l'abitato quasi a ridosso dei terrazzamenti agricoli a vigneto. Due aspetti originali sono di particolare interesse: il primo riguarda la concezione "organica" dell'assetto volumetrico, dove i corpi edilizi delle aule ruotano attorno alla centralità dell'auditorium ma al contempo ricercano un dialogo con l'ambiente circostante. Fulcro della composizione planimetrica è infatti il corpo cilindrico dell'auditorium, da cui emerge la cavea e si dipanano in successione scalare le aule e gli spazi di servizio. Il secondo aspetto, conseguente al primo, è la negazione della linearità ripetitiva imposta dal rapporto aula/corridoio in cui sostanzialmente si risolveva l'attività didattica ospitata nell'edilizia tradizionale, con il suo rigido corollario pedagogico. Si vuole vedere in questa articolazione spaziale contrappuntata, dove le azioni didattiche trovano spazi appropriati anziché indifferenziati favorendo un contatto diretto tra docenti e alunni - opposto appunto all'approccio della didattica "frontale" dell'aula tradizionale - il riverbero di un modo nuovo di fare scuola, che ha di certo prodotto sperimentazione progettuale ad ampio raggio in Italia. Anche le proporzioni dei volumi, le contenute altezze, la calibrata scansione delle facciate, concorrono all'affermazione di una immagine familiare e colloquiale che riduce le distanze tra istituzione e cittadino.
Notizie storiche
Al di là di ingenui trionfalismi o di sbrigative valutazioni di merito circa i successi o gli insuccessi del processo riformatore avviato in Italia dalla fine degli anni '60 - non è questo nè il luogo nè il ruolo per trattarne -, va riconosciuto che l'irrompere della "scuola di massa" nelle politiche educative fu sintomo di un'esigenza sociale collegata a un fattore oggettivo e travolgente: il "boom" economico. Questo, se da un lato introduceva un crescente benessere nella popolazione (pure in presenza di profondi squilibri socio-territoriali), dall'altro e correlativamente rendeva obsoleta la rigida struttura classista della nostra scuola - ancora basata sulla Riforma Gentile del 1923 -, preclusa ai molti che ormai erano in grado di proseguire e/o di sostenere economicamente i propri figli nella prosecuzione degli studi. Ampliamento dell'offerta scolastica e democratizzazione della scuola, all'ordine del giorno di quegli anni, diedero dunque impulso anche alla riforma dell'edilizia scolastica.
Bibliografia
Guerra L., Spazi di un secolo. Sondrio, guida all'architettura del Novecento, Sondrio 2001, pp. 226-227
Credits
Compilatore: Premoli, Fulvia (2015)
Responsabile scientifico testi: Boriani, Maurizio