La sede dell'università privata intitolata a Carlo Cattaneo sorge su un'area precedente occupato dal Cotonificio Cantoni e della villa Juncker, i cui volumi edilizi sono stati in gran parte conservati e restaurati a formare un campus - d'ispirazione americana - che ha visto anche la costruzione di edifici realizzati ex-novo. Occupa un'area coperta di 68.000 metri quadri, in un vasto parco aperto al pubblico di 26.000 metri quadri pensato per riconnettere dal punto di vista urbanistico l'ex filatura al comparto territoriale del fiume Olona, cui appartiene. È infatti proprio il parco l'elemento che connette la funzione universitaria alla città, grazie anche a un sottopasso - che attraversa corso Matteotti - e a piazza Soldini, disegnata come ponte tra diversi nuclei storici precedentemente isolati gli uni rispetto agli altri. Più nel dettaglio, le aule progettate da Rossi e dai suoi collaboratori - pensate all'inizio per circa 400 studenti, contro gli oltre 2.500 di oggi - sono ospitate negli ex capannoni della fabbrica, le cui pareti esterne sono in mattoni faccia a vista. Le nuove torri d'ingresso, l'aula magna e la biblioteca presentano invece ampie superfici in pietra, mentre uffici e segreteria sono collocati in blocchi ad andamento verticale finiti a intonaco: in questo modo, il diverso trattamento delle superfici consente d'identificare facilmente le funzioni interne.

L'ex Cotonificio Cantoni fu fondato nel 1845, riedificato nel 1902-1905 ed ampliato sino al 1930, data a cui risalgono la maggioranza delle costruzioni attuali. È suddiviso in due parti: la monumentale filatura con gli edifici circostanti, poi restaurata da Rossi, e l'ex reparto tessitura. Composto principalmente da capannoni a shed, questo brano dell'antico stabilimento è abbandonato dal 1988 e versa in stato di grave degrado. Il progetto di Rossi ha riguardato anche la ristrutturazione della torre dell'ex Sezione Commerciale della Cantoni, progettata da Vito Latis nel 1960.

Credits

Compilatore: Leoni, Maria Manuela (2015)
Responsabile scientifico testi: Irace, Fulvio