L'intervento dei Latis ha riguardato la creazione di un campus produttivo per la Società Cantoni, che alla fine degli anni Cinquanta trasferisce a Legnano alcune delle attività produttive precedentemente condotte in alcuni stabilimenti a Castellanza. La planimetria dell'insediamento è composta da numerosi padiglioni, raccordati da una galleria coperta di distribuzione che separa la parte produttiva vera e propria dalle aree destinate a magazzini, officina meccanica e servizi ausiliari. L'asse distributivo è concluso, in prossimità dell'ingresso, da un corpo di fabbrica destinato a uffici e dalla portineria. Oltre gli ambienti della produzione sono organizzati i servizi, che includono spogliatoi e mensa e che sono raccolti intorno a un patio, abbellito da una vasca d'acqua. Vengono costruite anche una villa per il direttore e una breve schiera di case per i tecnici. I diversi blocchi sono raccordati anche dalla scelta di ricorrere a materiali condivisi: i telai in cemento armato vengono lasciati a vista e tamponati con muri in mattoni, su cui si stagliano infissi metallici verniciati in colori chiari e scuri. L'unica eccezione alla regola è rappresentata dal pesante muro in calcestruzzo della fabbrica che, in prossimità del patio, si apre con una fitta griglia di finestre quadrate. Parte integrante del progetto è il disegno del verde.

Il nuovo stabilimento sorge nel comune di Legnano, la cittadina in cui il Cotonificio Cantoni era stato fondato nel 1830. Si trova però in un quartiere periferico, l'Olmina, lontano dal sito storico della fabbrica che era invece attestato su Corso Sempione e che è stato demolito nel 2003. Dopo la chiusura della Cantoni, parte del complesso dei Latis è stato abbandonato.

Credits

Compilatore: Leoni, Maria Manuela (2015)
Responsabile scientifico testi: Irace, Fulvio