L'edificio, nel cuore di Metanopoli e sviluppato su cinque piani fuori terra per ospitare gli uffici di circa tremila impiegati, ha una pianta cruciforme a quattro bracci che s'intersecano a formare un core centrale, in cui è ospitata la hall d'ingresso. Due delle ali più lunghe sono orientate in direzione nord-sud, la terza invece si allinea con quella più corta secondo un asse est-ovest e tutte sono frutto dell'aggregazione di tre moduli rettangolari, tra loro leggermente sfalsati: quello centrale contiene servizi e i sistemi di distribuzione verticale; le ali laterali, gli uffici a pianta libera la cui flessibilità distributiva è assicurata da una fitta maglia strutturale, con pilastri posti a interasse regolare di 1,20 metri. Lo sviluppo orizzontale del complesso è sottolineato dalle scelte compositive e linguistiche compiute dal gruppo di progettisti nel disegno delle facciate, che sono configurate come sovrapposizione alternata di finestre a nastro - con serramenti in alluminio anodizzato - e fasce marcapiano in poliestere rinforzato con fibre di vetro, di un accesa tonalità di rosso vermiglio. Queste bande, costituite da elementi prefabbricati, alloggiano le tubature dell'impianto di condizionamento Nell'atrio, il cui volume è completamente svuotato, è collocata una bella scala a sviluppo poligonale, realizzata in acciaio e granito.

L'ala più corta del complesso è stata troncata in corso di realizzazione, quando la committenza ha chiesto ad Albini di liberare parte del lotto per far posto alla costruzione di una mensa, non era prevista dal primo progetto. La soluzione della pianta a croce viene testata da Albini, contemporaneamente al cantiere del Terzo Palazzo SNAM, anche nel progetto per le nuove Terme Zoja a Salsomaggiore (1964-1971).

Credits

Compilatore: Leoni, Maria Manuela (2015)
Responsabile scientifico testi: Irace, Fulvio