L'edificio nasce come nuova sede delle opere parrocchiali e si colloca a completamento della cortina edilizia che circonda la chiesa di San Magno, di cui riprende gli allineamenti. Si collega sia al corpo della basilica, sia a un edificio preesistente di cui prosegue il porticato di ordine gigante spingendosi fino alla base del campanile. Richiami diretti alla preesistenza storica si rintracciano nelle scelte materiche compiute da Castiglioni per le facciate, che sono rivestite da lastre giganti in porfido del Trentino - lavorate a spacco - in tonalità rosate che si avvicinano a quelle del laterizio del tempio. Il sistema strutturale è realizzato ricorrendo a profilati metallici che affiorano in facciata e ne disegnano la fitta partitura verticale, a cui si contrappongono fasce marcapiano di colore più chiaro. Grazie all'adozione di questi elementi, gli interni godono di ampi margini di flessibilità distributiva che rispondono alle richieste espresse dalla committenza. Gli ambienti del centro prospettano principalmente su un giardino interno, verso cui la costruzione si apre con un'ampia facciata vetrata esposta a sud. Di particolare interesse sono i volumi dei mezzanini, scatole vetrate proiettate verso la piazza che aggettano dal portico che sono state immaginate come sede di piccole mostre temporanee.

Il volume di Castiglioni è stato edificato in sostituzione di un preesistente caseggiato a due piani, demolito poco prima dell'avvio del cantiere. Il progetto, già redatto in più versioni, è stato rivisto anche in corso d'opera quando l'architetto ha radicalmente rivisto il rapporto tra i pieni e i vuoti della facciata sulla piazza di San Magno riducendo posizionamento e numero delle aperture alle effettive necessità dei locali interni.

Credits

Compilatore: Leoni, Maria Manuela (2015)
Responsabile scientifico testi: Irace, Fulvio