Il condominio s'inserisce in un lotto già densamente edificato, andando a concluderne la cortina edilizia senza tuttavia cedere alla logica dell'allineamento dei fronti. Esso infatti si presenta con una facciata bipartita, in cui gli opposti andamenti di pareti di tamponamento e solette dei balconi a sbalzo movimentano l'affaccio e moltiplicano le prospettive rivolte al giardino di corso Indipendenza. In questo modo i due progettisti superano la bidimensionalità del contesto edilizio e hanno l'opportunità di accentuare gli effetti di sorpresa che l'edificio suscita a chi lo osservi: le pareti piene - orientate tutte nella stessa direzione - sono rivestite in un mosaico ceramico di colore gialle, mentre quelle finestrate che hanno giacitura opposta assumono i toni del grigio e l'intero edificio appare completamente grigio o giallo a seconda che lo si osservi da destra o da sinistra.

L'edificio di via Castelmorrone viene considerato dalla critica un importante tassello nella comprensione del linguaggio progettuale di Mariani e Perogalli, ispirato all'astrattismo figurativo cui già rimandava la casa al civico 24 di viale Beatrice d'Este (Gramigna e Mazza, 2001, p. 243).

Credits

Compilatore: Leoni, Maria Manuela (2015)
Responsabile scientifico testi: Irace, Fulvio