L'edificio si sviluppa in linea lungo via Altaguardia, con un fronte continuo leggermente curvato che s'interrompe per consentire la salvaguardia di un antico albero di paulonia, che diviene il protagonista dello spazio destinato alla corte d'ingresso. Si svolge su cinque piani fuori terra, con l'ultimo arretrato e mansardato, e accoglie ventinove appartamenti di edilizia cooperativa convenzionata. Il riferimento culturale è alla grande tradizione dell'abitazione sociale europea degli anni Venti e Trenta, cui si rifanno il rigore e la precisione della facciata principale, realizzata con un nitido intonaco bianco che si staglia da una zoccolatura in mattoni a vista. Il fronte sul retro, invece, si apre su un giardino verso cui vengono proiettati balconi e terrazze, che si rapportano ai ballatoi delle case adiacenti e alla storia dell'edilizia popolare milanese. Il piano tipo è organizzato in blocchi distribuiti da tre vani-scala, ciascuno dei quali consente l'accesso a due appartamenti per piano. L'attico, invece, è segnato dalla presenta di patii e terrazze ricavate dentro il profilo del tetto in cui a una falda inclinata tradizionale si contrappone quella che s'incurva verso via Altaguardia.

Lo studio Albori è stato fondato a Milano, nel 1993, dagli architetti Emanuele Almagioni, Giacomo Borella e Francesca Riva, tutti laureatisi al Politecnico di Milano. Lavora principalmente su architettura e paesaggio, con una predilezione per la piccola scala.

Credits

Compilatore: Leoni, Maria Manuela (2015)
Responsabile scientifico testi: Irace, Fulvio