Il piccolo edificio per appartamenti si sviluppa su un basamento seminterrato e cinque piani fuori terra, dei quali l'ultimo trattato ad attico e arretrato rispetto alla cortina stradale. Sorge su un lotto compreso tra un edificio esistente (a cui si appoggia con uno dei muri di spina) e un piccolo giardino, spingendosi in profondità. Come per l'intervento di Ghidini e Mozzoni in via Sforza (1952-1953), l'attenzione progettuale è rivolta all'elaborazione di un elegante fronte urbano, stavolta scandito in tre campate che denunciano l'articolazione e i percorsi interni. L'atrio, posto in quella centrale, disimpegna da un lato la rampa che conduce a un cortile interno e, dall'altra, il vano scala e ascensori che arriva ai livelli superiori. Un passaggio pedonale che fiancheggia la hall consente invece di raggiungere un patio a verde, oltre il quale si trova l'unico alloggio del piano. Sopra il basamento, l'articolazione planimetrica si traduce nella ripetizione di uno schema-tipo, in cui le zone giorno si proiettano su logge movimentate da un arretramento, che denuncia la misura dei soggiorni, e da un raffinato sistema di elementi scorrevoli per oscurare le finestre a tutta altezza. L'alto muro che confina con il giardino, completamente rivestito in mattoni, è solcato da una feritoia verticale posta in corrispondenza di balconi di servizio.

Il fronte su strada della casa di via Corridoni versa oggi in condizioni non ottimali, complicate dall'aggiunta di una grata di sicurezza - applicata al parapetto della loggia al primo piano - e da grigliati su cui si arrampicano alcuni arbusti. Anche i serramenti in legno necessiterebbero di operazioni di ripristino.

Credits

Compilatore: Leoni, Maria Manuela (2015)
Responsabile scientifico testi: Irace, Fulvio