Calcazioni (1642 - 1673)

serie | livello: 2

Produttore fondo: Ardesio, Comune di Ardesio (sec. XII - )

Consistenza: unità 1

Contenuto: Della serie "Calcazioni" resta un unico registro, che risulta essere, come suggeriscono i differenti formati dei fascicoli che lo compongono, assemblamento di più unità raccolte e rilegate in epoca presumibilmente settecentesca. Il libro, oltre alle calcazioni effettuate nel 1642 e nel 1672, con relativi aggiornamenti sino al 1727, raccoglie i confini dei "segaboli", cioé dei pascoli.
Col nome di calcazione lo statuto designa l'operazione con la quale sei uomini eletti in consiglio generale ogni cinque anni venivano deputati a "vedere e inquerire se per alcuna persona del preditto comune overo forestera è piliato overo occupato alcuno terreno del comune overo se'l serà occupada alcuna strada..."; ai calcatori era concessa la facoltà di "far redure e condenare" gli usurpatori, come pure di "concedere", ossia ridurre le pene o convertirle in nuovi livelli per i quali il comune-fittuario risultasse creditore di rate non ancora pagate dall'usurpatore-fittavolo, oltre che, naturalmente, di quelle previste sino a contratto scaduto.
Di fatto il registro riporta, insieme alla descrizione dei terreni calcati con relative misurazioni delle parti usurpate, nome del colpevole e pena pecuniaria elevata, anche un elenco di coloro ai quali il comune concesse in affitto appezzamenti "serrati e roncati", cioé chiusi, delimitati e lavorati: si può ragionevolmente sostenere che fossero passibili di multe quanti si erano appropriati di beni comunali già fruibili (ad es. boschi o terreni coltivati) e che potesse invece beneficiare del condono chi aveva reso fertile e godibile col proprio lavoro terreni trovati incolti nelle precedenti calcazioni, fornendo perciò un indiretto servizio alla comunità. Non è dato sapere a quando risalga tale provvedimento, dal momento che il riferimento alla ducale che lo conteneva è, nel registro, solo un impreciso accenno.
Il libro, che annota anche spese, salario e nome dei calcatori, fu sicuramente compilato dallo scrittore comunale, come afferma lo statuto.
Del registro fanno infine parte i soppralluoghi eseguiti da due sindaci allo scopo di assegnare precisi confini a zone pascolive di proprietà comunale da porre all'incanto: i proventi dei successivi affitti avrebbero contribuito a diminuire il deficit del comune e l'asta pubblica ebbe luogo in consiglio generale il 12 novembre 1741, circa tre mesi dopo essere stata avviata la confinazione dei "segaboli".
La serie ci è pervenuta evidentemente incompleta, non essendo rimasta traccia di almeno due calcazioni avvenute nel 1518 e 1613 come affermano rispettivamente il libro "Ragioni del comune" e il "Libro di calcazioni". La perdita di questi documenti risale comunque a tempi non recenti, giacché la rubrica settecentesca dell'archivio comunale riferisce di un solo registro di calcazioni, forse proprio quello sopravvissuto, conservato nella forma composita in cui ancora oggi si presenta.

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