Secco (1201 - 1900)
fondo | livello: 1
Conservatore: Comune di Bergamo. Biblioteca civica Angelo Mai e Archivi storici (Bergamo, BG)
Produttore fondo: Calcio, Signoria della Calciana (sec. XIV - 1797)
Progetto:
Archidata (1986 - 1990)
Storia archivistica: Già nel Settecento le carte prodotte e raccolte dai Secco avevano ricevuto un ordinamento di natura tematica ad opera di un anonimo archivista(1). I documenti, regestati e suddivisi in serie indicate da lettere alfabetiche progressive, furono poi oggetto di dispersioni e smembramenti a seguito della diaspora toccata ai diversi rami della famiglia Secco.
Fu Giuseppe Bonelli, all'inizio del '900, a conferire all'archivio, passato nel 1862 a Gerolamo Silvestri (da cui prese l'attuale nome), l'assetto che tuttora conserva, sopprimendo la precedente classificazione e provvedendo a distinguere le carte in sei grandi serie: "Privilegi", "Carteggi", "Istromenti", "Atti civili", "Atti criminali", "Rendiconti di spese", ciascuna delle quali divisa in tre sottoserie "Famiglia", "Signoria", "Carte estranee".
Nella prima sottoserie rientrano i documenti inerenti i Secco in quanto privati, nella seconda quelli pertinenti l'autorità signorile Secco nel feudo di Calcio (e quelli riguardanti le correlazioni "condominiali" della signoria di Calcio e della Calciana), nella terza le carte archivisticamente non prodotte dai Secco, ma presenti nel loro archivio.
Se con tale criterio di ordinamento il Bonelli ha saputo esattamente delineare l'ampio disegno dei legami intercorsi fra i tre diversi spaccati delle vicende Secco ("Famiglia" - "Signoria" - "Carte estranee") va sottolineato che, pur di ottenere un esaustivo e dettagliato quadro storico, il nostro archivista non ha esitato ad inserire frequentemente riferimenti e documentazioni estranee per supplire alle mancanze dell'archivio. Ciò ha contribuito a realizzare un inventario che, se per un verso si rivela estremamente valido ed efficace da punto di vista storiografico e come esempio di cronistoria di una famiglia e del suo esercizio signorile nel nord Italia, dall'altro nasconde alcuni limiti per ciò che concerne il suo utilizzo come strumento per la precisa individuazione della documentazione del fondo.
Infatti, nell'inventario figurano regestati con criterio diplomatico e ordinati con numerazione progressiva non solo i documenti realmente appartenenti all'archivio ma anche quelli depositati presso altri archivi o biblioteche(2): questi ultimi sono sostituiti, all'interno delle scatole che custodiscono le carte, da un foglio (facente funzione di documento) di mano dello stesso archivista.
Analogo metodo di segnalazione è stato impiegato quando il Bonelli ha ritenuto che uno stesso documento (e ciò è valso soprattutto nel caso di fascicoli), per la peculiarità del suo contenuto, si prestasse ad essere inserito in più serie (o sottoserie).
Va notato ancora che in alcuni casi l'archivista ha giudicato utile trattare come fossero atti distinti (alla stessa stregua di testimonianze provviste del relativo supporto cartaceo) notizie apprese o semplicemente accennate da altre fonti.
L'intervento di Archidata ha volutamente mantenuto l'ordinamento configurato dal Bonelli per le ragioni addotte sopra, mentre ha ritenuto più opportuno variare l'impostazione dei regesti, presentandoli nella forma archivistica.
La differenza sostanziale che emerge tra i due modelli di inventario è data dalla consistenza, espressa dalla numerazione di unità: infatti nell'inventariazione Archidata sono stati presi in considerazione solo quei documenti conservati nell'archivio Secco, contrariamente al modo di procedere affrontato dal Bonelli. Pertanto apparirà molto evidente la diversa successione numerica tra l'unità Archidata (apposta ad identificare ogni documentazione regestata) e quella contrassegnata nella schedatura (riferibile al numero di corda riportato nell'inventario del Bonelli), a testimonianza di una diversa metodologia e finalità di inventariazione(3).
1 Cfr "L'Archivio Silvestri..." a cura di G. Bonelli, cit., vol. I, "Prefazione", p. 1
2 Cfr "L'Archivio Silvestri..." a cura di G. Bonelli, cit., vol. I, "Prefazione", pp. 16-17: "il materiale documentato è rappresentato 'in primis' dal fondo Secco dell'archivio Silvestri, (...); dall'archivio dei conti Secco d'Aragona in Erbusco; ed dal fondo Secco che, con le sostanze del marchese Carlo, passò a persone estranee alla famiglia (...). Anche l'Archivio di Stato di Milano possiede naturalmente molti atti concernenti Calcio in esso pervenuti per la competenza giurisdizionale delle magistrature, (...)"
3 Va precisato che i numeri di unità posti nelle note in cui si illustrano le diverse modalità di regestazione operate dal Bonelli (rispetto all'intervento Archidata) devono essere riferiti, quindi, alla numerazione di corda che appare nel suo inventario; tale raffronto è individuabile in ogni scheda al numero di scatola; es. cfr unità 11, nota 10
Compilatori
Amalia Colombo
Maurizio Cosmai
Alessia Olivari
Annio Freri
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/archivi/complessi-archivistici/MIBA002EDC/