"Carte Storico - Diplomatiche dal 1164 al 1550" (1164 - 1660)
serie | livello: 2
Produttore fondo: Cavagna Sangiuliani Antonio (Alessandria, 1843 - Milano, 1913)
Contenuto: Il titolo è composto da 28 unità archivistiche.
La documentazione inizia con l'elenco dei privilegi concessi prima a Guidone, Goffredo e Ruffino, conti palatini della Lomellina, da parte dell'imperatore Federico I e poi confermati, negli anni successivi, da altri imperatori non solo ai conti ma anche ai loro successori ed eredi in linea maschile.
Tali privilegi che consistevano in concessioni o conferme di possessi di terre, regalie, dazi, giurisdizioni sulle terre, daranno origine a non poche diatribe tra i vari conti di Mede, in modo particolare sul divieto di alienare o vendere parte del feudo, sulla divisione dell'estimo e dei dazi del feudo e sul diritto di nominare il prevosto della Chiesa Parrocchiale.
I privilegi saranno confermati da Filippo Maria duca di Milano che dichiara i conti e i terrazzani di Mede liberi da ogni giurisdizione da Pavia, riservando a sè il diritto della spada. Francesco Sforza rinnovò le concessioni, stabilendo una tassa annuale di 25 fiorini per i conti e di 60 fiorini per il resto degli abitanti, in luogo dei soliti dazi che dovevano a Pavia. I duchi Galeazzo Maria e Bianca Maria Sforza confermano i privilegi, ma essendo in ristrettezze economiche, vendono il contado di Mede per 4000 lire imperiali, a Raffaele e Cipriano Zaccaria e ad altri conti, conferendo agli acquirenti ogni franchigia e potere.
Nel 1504 i conti di Mede stipulano una convenzione che ribadisce il divieto di vendita e di alienazione dei beni se non tra di loro.
Si prosegue con convenzioni tra i conti per l'uso dell'acqua necessaria per l'irrigazione dei campi, vendite di terre, genealogie delle famiglie confeudatarie, doti alle figlie, eredità.
In particolare la dote di Arcangela Zaccaria, figlia di Raffaele, darà adito ad una lunghissima causa sulla sua legittimità e sul fatto che il marito, il capitano Giovanni Maria Luneri, entrava così tra i confeudatari di Mede.
La scheda 5 riporta un documento che riassume la storia del feudo di Mede, iniziando da considerazioni su alcuni abitanti della zona che, dopo aver dilapidato il loro patrimonio, non ebbero più alcun censo, non impararono mai a vivere onestamente, non vollero mai affaticarsi, ma cercarono di arricchirsi con altrui fatiche e beni, provocando liti con la delazione. Si fa derivare la gente di Lomellina da Riccardo, che avendo seguito Carlo Magno, come primo cameriere, in Italia per combattere contro i Longobardi, ricevette in dono la terra che sta tra Po, Ticino e Sesia. Tra i discendenti di Riccardo, ci fu Gandolfo, che ebbe tutto l'agro lomellino con il castello di Lomello.
Compare, alla scheda 20, il nome di Giuseppe Sangiuliani come acquirente di 'diversi livelli sopra alcune case e beni' nel 1639, 'acquistati in pregiudizio di Giacomo Andrea Lambertenghi, ultimo erede di Giacomo Beretta. Nel 1668 i Sangiuliani acquistano la cascina Lambertenga. Nel 1721 a seguito del testamento del conte Antonio Zaccaria che nomina Giuseppe Sangiuliani suo erede, lasciandogli la sua parte di feudo, la casa nobile con giardino, entrano a far parte dei conti di Mede, con relativi diritti e privilegi.
Nel 1756 il conte Stefano Sangiuliani vende la cascina Lambertenga e tutti i suoi beni situati nel territorio di Mede.
Tutti i documenti sono in latino, preceduti dal titolo in italiano posto dal Cavagna Sangiuliani.
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/archivi/complessi-archivistici/MIBA00320E/