"Libri provisionum communis et hominum Castrigufredi" (1473 - 1800)

sottoserie | livello: 4

Produttore fondo: Castel Goffredo, Comune di Castel Goffredo (sec. XIV - )

Contenuto: Il titolo "Libri provisionum communis et hominum Castrigufredi" raccoglie 13 registri redatti tra il 1473 e il 1800, con due lacune relative ai periodi 1506-1599 e 1785-1792 1). Variamente denominati ("Liber comunis et hominum terre Castrigufredi", "Provisionum liber communis et hominum Castrigufredi", "Vicinie e convocati", "Ordinazioni", "Liber terminationibus consilii magnificae comunitatis Castrigufredi"), questi registri riportano i verbali delle sedute degli organi deliberativi della comunità, mostrando le trasformazioni subite dalle pratiche amministrative, dalle procedure burocratiche e e dagli atti formali prodotti dagli organi di autogoverno di una organizzazione locale e periferica nel corso dei secoli XV-XIX. Queste variazioni istituzionali ed amministrative si riflettono innanzittutto nei caratteri formali della deliberazioni.

Se nei primi tre registri relativi agli ultimi trent'anni del '400, i verbali delle deliberazioni sono riportati in modo estremamente sintetico e schematico, come fossero annotazioni, nei registri del '600 e di gran parte del '700 si trasformano secondo formulari consolidati e ricorrenti, fino ad essere redatte in "fac-simile", secondo i precisi indirizzi dell'autorità governativa, negli anni antecedenti le riforme catastali.

Altra caratteristica soprattutto dei primi registri, sui quali "scribunt consules et massarium provisiones ac ordinum dicti comunis facti et facte per homines consilii dicte terre" 2), sono le registrazioni dei resoconti delle spese e dei crediti della comunità, dei "capitoli" dei suoi funzionari (massaro, notaio-cancelliere, pesatore, ecc.), degli atti degli incanti dei beni comunitativi e delle relative fideiussioni prestate dagli aggiudicatari, insieme agli ordini dettati dall'autorità centrale.

Accanto a questi caratteri formali si registrano trasformazioni anche sul piano istituzionale. Innanzittutto variano gli organi di autogoverno della comunità: nei primi registri sono riportati infatti i verbali delle deliberazioni della vicinia della comunità, del consiglio generale, detto anche consiglio grosso, e del consiglio speciale, mentre nei registri del '600 e del '700 compaiono quelli della vicinia e del consiglio, e dopo il 1784 del convocato generale degli estimati.

In particolare nel corso dell'ultimo trentennio del '400 la vicinia della comunità viene convocata il 1° gennaio di ogni anno, "a sono campana et inpoi a voce di ministeriali, secondo il consueto, sotto la sala terrena de la ressidentia" del commissario di Castel Goffredo, che rappresenta l'autorità centrale e presiede l'assemblea 3), per eleggere "homines vigintiunum de consilio speciali et homines triginta de consilio generali, quinque rationatores, tres sindacos et procuratores, decem extimatores, decem dugalerios et anzianos" 4). Sorteggiati tre soggetti tra tutti i partecipanti all'assemblea, a cui "tria grana nigra pervenerunt", questi eleggono altre cinque persone, "quibus data fuit auctoritas ellegendi" i predetti consigli speciale e generale e i funzionari comunitativi, assegnando loro incarichi e mansioni 5). Sciolta la vicinia, durante l'anno detti consigli si riuniscono sia in seduta comune che singolarmente. Mentre le deliberazioni del consiglio speciale si presentano con maggior frequenza, quelle del consiglio generale sembrano riguardare invece competenze più importanti, quali, per esempio, fare un nuovo estimo.

A partire dal '600 non si ha più traccia di questi due organi consigliari e variano sia le competenze della vicinia che l'iter procedurale per la scelta dei funzionari comunitativi. "Convocata et congregata vicinia et universitas comunis et hominum Castrigufredi sub lodia palatiis iuris comunis Castrigufredi, in contrata Platea, sono campanarum et voce preconia iuxta solitum in presentia" 6) del pretore, che la presiede, l'assemblea si apre con l'invito del presidente ai partecipanti a formulare proposte "per l'utile della comunità" 7). In seguito "cum nihil aliud fuisset propositum", il pretore passa "ad extrationem fabarum pro elligendis illis quinque personis, qui eligant alias vigintiquinque personas consilii novi" 8). Chiamati i nomi dei capi famiglia che compongono la vicinia "per ordinem ut in libro extimi generalis" 9), vengono sorteggiate tre persone ("grana tria nigri coloris tetigerunt"), a cui viene delegata la facoltà di scegliere "quinque viros huius comunitatis aptos ... ad pondus consiliariis et regimen comunis", ognuno dei quali, a loro volta, deve eleggere altri cinque consiglieri a testa, per un totale di trenta membri, che costituiscono il consiglio della comunità di Castel Goffredo 10). Esaurita la propria funzione di organo sia consultivo per l'amministrazione della comunità che deliberativo per la formazione del governo comunitativo, la vicinia viene sciolta, e si delega la conduzione e la gestione della comunità al "consilio comunis et hominum Castrigufredi". Convocato per la prima volta il 3 gennaio di ogni anno e presieduto anch'esso dal pretore o da un suo delegato, dopo il giuramento dei consiglieri, il consiglio esamina e discute le proposte fatte nella vicinia; in seguito assegna tra i suoi componenti, con elezione a scrutinio, i principali incarichi e compiti nei vari settori di pertinenza della comunità 11). Espletate queste incombenze che si ripresentano all'inizio di ogni anno, il consiglio si riunisce con cadenza bimensile per amministrare i beni comunitativi e far fronte alle contingenze che si presentano.

Tra le cariche principali di nomina del consigliovi è quella dei ragionati o reggenti, il cui numero varia da tre a cinque, con facoltà "di riunire il consiglio, dare esecuzione alle delibere e compiere, in genere, gli atti di amministrazione", come esaminare i libri contabili ovvero gestire le entrate ed uscite della comunità 12), demandando l'esecuzione pratica delle esazioni al massaro o esattore. Ad essi il consiglio della comunità può delegare la "facoltà" di ricercare e nominare una persona idonea, nel caso in cui una carica resti vacante. Anche il massaro è di nomina consiliare ed è incaricato dell'esazione dalle entrate e del pagamento delle spese comunitative "ed in genere del maneggio del danaro" 13).

Si registrano inoltre le nomine dei "dugalieri", chiamati anche consoli o anziani, con funzioni di controllo dell'ordine pubblico nei cinque quartieri (Borgo, Picaloca, Povino, Poncarali, Selvole) in cui risulta diviso il territorio della comunità. Eletti nel numero variabile di uno o due per ogni quartiere, curano "la conservazione delle strade, dugali, fossi, ponti e chiaviche; sorvegliavano anche i tavernieri o venditori di vino al minuto". Hanno inoltre l'obbligo di notificare al pretore (ovvero al giudice dei malefici) o podestà episodi (omicidi, percosse, ferimenti, ecc.) che turbino l'ordine e la sicurezza pubblica 14).

Alla sorveglianza delle campagne sono preposti invece i "campari", uno per quartiere, con il compito di denunciare i danni campestri agli "estimatori dei danni", due per quartiere, che quantificano in denaro la perdita.

A rappresentare gli interessi legali della comunità sono nominati due sindaci in veste di procuratori legali, che la rappresentano sia nella stipula atti notarili relativi ad affari comunitativi che in cause dibattute nella pretura locale o discusse in appello a Mantova.

Altre cariche assegnate sono quella del cancelliere della comunità, dei quattro ministeriali o "borovari", banditori degli ordini e delle gride, con compiti anche di pubblico ufficiale di giustizia, del pesatore pubblico e dei cavalieri di piazza, detti anche deputati all'annona o alle vettovaglie. Articolate sono le competenze della comunità in campo sanitario, con la nomina di un medico condotto, di un chirurgo 15) e il controllo esercitato sulla gestione della spezieria della comunità, mediante la nomina dei "deputati alla specieria". Il consiglio comunitativo delibera anche in ambiti come l'istruzione, prevedendo un capitolo di spesa per la casa del maestro di scuola ovvero per il suo salario 16), il credito con la nomina dei deputati al sacro monte di pietà 17) e quello religioso, con la remunerazione di un organista, di un levamantici e di vari predicatori, chiamati in occasione di celebrazioni religiose solenni, quali l'avvento, la quaresima, la pentecoste, la festa di san Luigi Gonzaga 18).

Questa organizzazione della comunità si mantiene sino alla vigilia delle riforme teresiane di fine '700, anche se i cambiamenti politici si riflettono nelle tematiche delle deliberazioni del consiglio della comunità, le cui sedute, nel corso di un secolo e mezzo, si fanno sempre meno frequenti sino a dimezzarsi. D'altrocanto, con il passaggio dai Gonzaga agli Asburgo, aumenta il flusso delle disposizioni che dal centro sono inviate per controllare ogni aspetto dell'amministrazione delle comunità periferiche, restringendo sempre più i margini di autonomia di cui la comunità di Castel Goffredo aveva goduto per secoli 19).

In particolare dal 1774 si registrano una serie di disposizioni relative all'amministrazione della comunità che ne stravolgono completamente l'assetto istituzionale ed organizzativo. Nelle "provvidenze date dall'illustrissimo regio ducal magistrato camerale ... alla comunità di Castel Goffredo" del 5 febbraio 1774 , si stabilisce "di passare all'elezione delle cariche comunitative con generale vicinia, a voti secreti, secondo si pratica nel mantovano vecchio, ... , elleggendo in vece del consiglio di trenta reggenti, sei deputati stabili de' meglio possidenti". Nel "regolamento da osservarsi interinalmente e sino a nuova provvidenza dalla comunità di Castelgoffredo per il migliore sistema degli affari communitativi", sempre del 5 febbraio 1774 , si precisa come "si doveranno distribuire a rispettivi attuali reggenti le incombenze communitative", stabilendo riunioni settimanali della "reggenza", i modi per approvare le deliberazioni della stessa e precisando che "tutti gli ordini de' tribunali dovranno proporsi in piena reggenza e se ne dovrà assicurare l'esecuzione". Si stabilisce inoltre che "nella convenzione, o sia vicinia, non siano ammessi che i capo famiglia e che la elezione cada a voti segreti in persone probe e più possidenti, non affini e parenti e che non si ammetta duplicità di carica nella stessa persona". Nelle "istruzioni da osservarsi interinalmente e sino a nuova provvidenza per parte della comunità di Castelgoffredo", del 5 febbraio 1774 , si danno precise disposizioni contabili, prevedendo dettagliatamente le incombenze per il ragionato e il massaro 20). Queste disposizioni sono ulteriormente confermate da una serie di istruzioni, ordini, supplementi 21) che precisano, specificano, ribadiscono sino a prevedere i "modula da servirsene per le pubbliche vicinie, in cui si eleggeranno i nuovi reggenti, ecc." 22).

L'organizzazione istituzionale ed amministrativa della comunità di Castel Goffredo viene ridisegnata dalle riforme che dal 1784 investono il mantovano. Dopo le istruzioni promulgate dalla real giunta del censimento di Mantova cessa dalle sue funzioni la vicinia e la reggenza della comunità, "e le loro facoltà vengono trasferite al convocato generale composto di tutti gli estimati del comune" 23). Riunito "per mezzo della cedola stata esposta alla piazza di detto comune" 24), il convocato generale elegge cinque deputati dell'estimo, il primo dei quali è scelto tra i primi cinque estimati, il secondo fra i cinque secondi, e gli altri tre 'fra i contribuenti in generale". In carica per un anno, i deputati all'estimo rappresentano il comune e amministrano gli affari correnti.

Il sindaco del comune, scelto fra i contribuenti e nominato annualmente dai deputati dell'estimo, previa approvazione del tribunale tutorio, svolge la funzione di legittimo procuratore.

Con l'istituzione di una sola esattoria per le comunità facenti parte di uno stesso distretto, da assegnarsi mediante concorso d'asta, deliberato dai deputati dell'estimo dei comuni convocati per l'occasione, l'amministrazione contabile di ogni comune è demandata all'esattore distrettuale. Egli "ha l'obbligo di riscuotere i carichi regi, provinciali e comunali in base ai quinternetti e di pagare dietro rilascio di mandati" i creditori dei comuni. L'esattore, oltre alla resa annuale dei conti in ogni comune di sua competenza, deve rendere i conti alla fine della locazione dell'esattoria, con l'obbligo della consegna delle scritture contabili nei rispettivi archivi comunali.

Il regio cancelliere distrettuale, rappresentante in loco dell'autorità centrale, ha facoltà di riunire il convocato, con il compito di assistervi e rogarne le deliberazioni, pena la nullità delle sedute. Il cancelliere controlla la gestione amministrativa e contabile del comune, intervenendo nella formazione dei quinternetti delle esazioni da consegnare all'esattore per la riscossione ovvero sottoscrivendo i mandati di pagamento e ha il compito di conservare le scritture e gli atti dei comuni del distretto 25).

Questa ultima trasformazione dell'organizzazione amministrativa ed istituzionale delle comunità locali, che rientra in quel vasto programma di riforme attuato da Giuseppe II per semplificare la burocrazia e creare uniformità di uffici e metodi amministrativi nei territori italiani governati dagli Asburgo, comporta per la comunità di Castel Goffredo l'annullamento di privilegi ed esenzioni di origine feudale e signorile e la perdita definitiva dell'autonomia amministrativa, ridotta ormai ad aspetti formali e secondari 26).

1) Nel "Repertorium scripturarum archivii secreti magnificae Comunitatis Castri Gufredi ... Nella scanzia de' libri, alla lettera G" si fa riferimento a "Libri n. 14" relativi alle "Provisioni dal 1428 al 1683", in ASCCG, "XVIII. Oggetti vari. 12. Oggetti vari", b. 238, 1.

2) Vedi ASCCG, "Liber comunis et hominum terre Castrizufredi ...", b. 1, 2.

3) Vedi per esempio ASCCG, "Ordini e gride di Lodovico Gonzaga, 1481", deliberazione del 1° gennaio 1490, cc. 114 e segg., b. 2, 1; "Provisionum liber 1495, 1496, 1497, 1498, 1499, 1500, 1501, 1502, 1503, 1504", deliberazione 1° gennaio 1495, b. 2, 2.

4) Circa la formazione degli organi di autogoverno della comunità cfr. Bonfiglio F.,"Notizie storiche di Castelgoffredo", Brescia, tipo-litografia f.lli Geroldi, 1922, pp. 91-92 in cui sostiene che "a partire dal 1438 (ché i documenti non risalgono più addietro) si trova che al primo gennaio d'ogni anno si riuniva la Vicinia generale sotto la presidenza del Vicario locale, composta da tutti i capi famiglia, la quale nominava il Consiglio, e questo, a sua volta, eleggeva i Reggenti o Ragionati, i Notai, il Massaro, gli Anziani, detti anche Consoli o Dugalieri, i Campari, gli Estimatori dei danni, i Ministeriali o Barovari, il Pesatore, ed in genere tutti quelli che dovevano accudire ad incarichi di pubblico servizio"; sul medesimo argomento cfr. anche Berselli C.,"Castelgoffredo nella storia", Castelgoffredo, Cassa rurale ed artigiana di Castel Goffredo, s.d., pp. 22-23.

5) Circa l'elezione del consiglio e dei funazionari della comunità cfr.: Bonfiglio F.,"Notizie storiche di Castelgoffredo", Brescia, tipo-litografia F.lli Geroldi, 1922, p. 92, in cui sostiene che "l'elezione del Consiglio veniva fatta nel modo seguente: il Presidente teneva in sacchetto tanti grani di fava quanti erano i componenti della Vicinia, i cui nomi stavano elencati in un registro tenuto dal Cancelliere (Notaio). Tutti i grani erano bianchi, ad eccezione di tre, neri. Estratto il grano si chiamava il nome, che per ordine, corrispondeva al registro, e quando riusciva d'estrarre un grano nero, la persona corrispondente era designata come elettore, e cos" continuavasi fino a che fossero sortiti dal sacco i tre grani neri. Poscia la Vicinia veniva licenziata. I tre sorteggiati si ritiravano per la nomina di cinque consiglieri; ciacuno sceglieva fra i capi famiglia quello che meglio gradiva, poi tutte tre insieme nominavano, a maggioranza altri due. I Ministeriali o Barovarii chiamavano e riunivano gli eletti, a ciascuno dei quali spettava di nominare tre consiglieri, per formare coi primi i venti del Consiglio; dopo il 1550 il numero dei consiglieri fu di trenta, usando lo stesso metodo, salvo che i primi cinque, in luogo di tre persone ne sceglievano cinque"; sul medesimo argomento cfr. anche Berselli C.,"Castelgoffredo nella storia", Castelgoffredo, Cassa rurale ed artigiana di Castel Goffredo, s.d., pp. 22-23.

6) Vedi ASCCG, "Provisionum comunis", deliberazione del 1° gennaio 1600, b. 3, 1.

7) Vedi ASCCG, "VIII. Consigli comunali. 8. Proposte e vicinie e convocati", b. 171, 3 e b. 172, 1.

8) Vedi ASCCG, "Provisionum comunis", deliberazione del 1° gennaio 1607, b. 3, 1.

9) Vedi ASCCG, "Vicinie e convocati", deliberazione del 1° gennaio 1623, b. 3, 2.

10) Cfr. ASMN, Arch. del Catasto Teresiano, Censo, Risposte ai quesiti, b. 755, "Risposte della comunità di Castelgoffredo, n. 26", in cui si riferisce che "la comunità in passato ha sempre avuto un consiglio di trenta soggetti fra i quali vi erano tre reggenti, li quali vengono eletti dalla Vicinia generale a pluralità di voti in cui intervengono tutti li possidenti capi di famiglia e questi quotidianamente incombono all'amministrazione e buon regolamento della comunità, venendo ogn'anno o mutati o confermati, giusta la determinazione della già detta Vicinia".

11) Vedi Bonfiglio F.,"Notizie storiche di Castelgoffredo", Brescia, tipo-litografia f.lli Geroldi, 1922, p. 93; cfr. anche Berselli C.,"Castelgoffredo nella storia", Castelgoffredo, Cassa rurale ed artigiana di Castel Goffredo, s.d., p.23.

12) Cfr. ASCCG, "Libri delle spese et entrate del comune et huomini di Castelgoffredo", bb. 19-28.

13) Circa le competenze del massaro vedi i "capitoli da esser osservati per lo massaro" che dal 1482 in poi si ripresentano nella documentazione dell'ASCCG.

14) Vedi: ASCCG, "XVIII. Oggetii vari. 22. Ufficio pretoriale. f) processi penali", bb. 262-274.

15) Vedi: Bonfiglio F.,"Notizie storiche di Castelgoffredo", Brescia, tipo-litografia F.lli Geroldi, 1922, p. 142-143.

16) Vedi: Bonfiglio F.,"Notizie storiche di Castelgoffredo", Brescia, tipo-litografia F.lli Geroldi, 1922, p. 146.

17) Vedi: Bonfiglio F.,"Notizie storiche di Castelgoffredo", Brescia, tipo-litografia F.lli Geroldi, 1922, p. 137.

18) Vedi ASCCG, "XI. Culto. 13. Predicazioni, Missioni, ecc.. Predicatori", b. 180, 1.

19) Diversi sono gli esempi che testimoniano la perdita di autonomia della comunità, come la disposizione data il 26 novembre 1709 dal segretario di stato di Mantova in cui si sostiene "che per l'avvenire non debba permettere alli consoli e deputati della sua comunità la convocazione della vicinia, senza che prima abbino ottenuta la licenza della sodetta cesarea amministrazione" in ASCCG, "VIII. Consigli comunali. 8. Vicinie e convocati", b. 172, 1; vedi ancora per esempio l'opposizione della comunità che traspare dalle disposizioni del 8 marzo 1752 e del 2& marzo 1753 alla "resa di conto della comunità dell'amministrazione de' redditi" da presentarsi al magistrato camerale di Mantova, "applicandosi al pretesto de' privilegi", in ASCCG, "II. Amministrazione comunale. 13 Oggetti Vari e spese varie. a) spese varie", b. 130, 1.

20) Tutte le disposizioni relative all'amministrazione della comunità tra il 1774 e il 1783, sono in ASCCG, "II. Amministrazione comunale. 13. Oggetti vari e spese varie. a) oggetti vari", b. 130, 1. Cfr.: Bonfiglio F.,"Notizie storiche di Castelgoffredo", Brescia, tipo-litografia F.lli Geroldi, 1922, p. 103-104.

21) Vedi: "Istruzioni ed ordini che dovranno interinalmente osservarsi da tutte le comunità dello stato di Mantova" del 31 luglio 1776 , "supplemento alle istruzioni ed ordini abbassati dal magistrato camerale alle comunità dello stato" del 31 marzo 1777, "nuove istruzioni sulle quali dovranno immancabilmente regolarsi le comunità del mantovano dal principio dell'imminente anno 1784 in avanti" del 22 dicembre 1783, in ASCCG, "II. Amministrazione comunale. 13. Oggetti vari e spese varie. a) oggetti vari", b. 130, 1.

22) Vedi: "istruzioni ed ordini che dovranno interinalmente osservarsi da tutte le comunità dello stato di Mantova" del 31 luglio 1776 , in ASCCG, "II. Amministrazione comunale. 13. Oggetti vari e spese varie. a) oggetti vari", b. 130, 1.

23) Vedi: Bonfiglio F.,"Notizie storiche di Castelgoffredo", Brescia, tipo-litografia F.lli Geroldi, 1922, pp. 104-106.

24) Vedi il verbale del primo convocato generale del 24 settembre 1784, in ASCCG, "VII. Consigli comunali. 8. Vicinie e convocati", b. 172, 1.

25) Circa le competenze del cancelliere censuario vedi l'introduzione alla sezione 1.1, Sezione anteriore al 1870.

26) Vedi l'introduzione al titolo 1.1.3.8, "VIII. Consigli comunali".

espandi | riduci

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).