"Estimi generali de, beni esistenti nel territorio di Castel Goffredo" (1462 - 1784)

sottoserie | livello: 4

Produttore fondo: Castel Goffredo, Comune di Castel Goffredo (sec. XIV - )

Contenuto: Il secondo titolo della serie "registri" è costituito da dieci unità, redatte tra il 1462 e il 1784. Questi estimi sono forse il residuo di una serie ben più corposa, di cui rimane memoria solo nel "Repertorium scripturarum archivii secreti magnificae comunitatis Castri Gufredi ... Nella scanzia de' libri, alla lettera H, I", in cui sono richiamati, con espressioni come "estimi senza anno", estimi vecchi senza anno legati", "squarcii d'estimi senz'anno legati" ovvero "estimi dal 1430 al 1553", "estimi dall'anno 1595 al 1696 interrottamente", ben 34 "libri" o "libretti" relativi alla partizione in oggetto 1).

I registri pervenutici mostrano tuttavia lo sviluppo del sistema censitario elaborato in "ancien règime" 2) per la ripartizione delle imposte gravanti sui beni fondiari e la relativa determinazione della capacità contributiva del singolo soggetto, dando modo di ripercorrere dal 1462 al catasto teresiano, le successive variazioni normative e procedurali riflettentesi nelle descrizioni catastali.

Se infatti i primi due registri, già definiti "poco intellegibili" 3), danno una descrizione sintetica dei beni immobili, con l'indicazione del proprietario e la relativa stima del valore, "quelli poi che cominciano dagli anni 1628, 1698, 1708 e 1729 sono questi stati formati con ordine e coll'autentica e tabelionato de' rispettivi notari" 4) e presentano una esposizione meno succinta, con indicazioni esplicative circa il calcolo delle contribuzioni da pagarsi 5). Posteriori a questi, che sono il nucleo più omogeneo ed uniforme e dai cui si è tratto la denominazione del titolo, sono pervenuti altri due registri redatti "pro traslatione super estimo generali anni 1729". Diversamente dai precedenti registri in cui i cambiamenti nelle proprietà sono registrati con una cancellazione nella partita del vecchio proprietario ed una annotazione in quella del nuovo, questi due riportano le variazioni in addizzione o diminuzione delle "parcelle" riferite all'estimo generale della comunità del 1729, distinguendo per ogni proprietario fondiario due distinte "parcelle", la "parcella additionis bonorum ... pro bonis possessis et possidendis ac acquirendis" e la "parcella diminutionis bonorum ... pro bonis vendendis, diminuendis". Infine il "quinternetto", non datato, redatto in seguito alla riforma censuaria attuata dagli anni ottanta del '700, è il tipico registro del catasto teresiano, con una introduzione dove è descritto il nome del possessore, posto in ordine alfabetico, con a fianco, espresse in sintesi, la "quantità" in pertiche e tavole e il "valor capitale" in scudi, lire e ottavi. In seguito per ogni singolo possessore vengono descritte in dettaglio le relative proprietà, ognuna delle quali ha il rimando al numero di mappa, con l'eventuale subalterno, e l'indicazione della "quantità" e del "valor capitale"6).

La redazione dell'estimo precatastale si basa sulla presentazione di una denuncia da parte di ogni proprietario fondiario 7), a seguito della pubblicazione di una grida che stabilisce l'obbligo per " ogni e qualonche persona della terra et territorio di Castrogofredo debba per termini de un mese e meggio ... a venir a dar in notta giustamente et fidelmente le loro terre, animi, boche et teste" al notaio eletto dal consiglio della comunità per "far et scriver l'estimo generale di esso comune sopra il palazzo della ragione", sotto pena di libre 25 8). Questa operazione, da ripetersi ogni sette anni 9), "attesa la confusione delle partite" 10) che rende impossibile l'esazione delle contribuzioni, viene deliberata dal consiglio della comunità, che nomina per ciascuna contrada dei periti estimatori con il compito di stimare i fondi del territorio comunitativo. In particolare, secondo Bonfiglio, "a partire dal 1600 si incaricavano due pratici, dei più vecchi, per ogni contrada, i quali dovevano riferire sulla quantità e sulla qualità delle terre possedute dai singoli privati" 11). Quindi accertata la veridicità delle denunce mediante la stima, si procede alla redazione dell'estimo, che viene curata dal cancelliere della comunità che lo autentica con la propria sottoscrizione.

Questa prassi per la formazione di un nuovo estimo 12), articolata in fasi successive, di cui i "quinternetti dell'estimo" ne rappresentano una intermedia 13), rimane in uso sino all'applicazione del catasto teresiano, che ne segna il definitivo superamento e pone le basi del criterio fondato sulla realtà dell'imposta. La formazione del catasto teresiano introduce innovazioni (presentazione grafica del terreno mediante mappe particellari, imposizione commisurata al reddito medio ordinario quantitativo determinato col metodo delle qualità, classi e tariffe, realità e territorialità dell'imposta) destinate ad essere riprese nelle catastazioni successive e permette il censimento di tutte le proprietà senza distinzioni fra terre rustiche, civili, nobili ed ecclesiastiche, eliminando ogni privilegio o immunità. "Nato da esigenze fiscali", il catasto fondiario diventa, "in una società fortemente censitaria, la base dell'ordinamento sociale" 14).

1) Vedi in ASCCG, "XVIII. Oggetti vari. 12. Oggetti vari", b. 238, 1. Il primo termine cronologico a cui si fa riferimento in detto "Repertorium" (1430) é confermato peraltro nelle "risposte della comunità di Castelgoffredo" alla n. 28, in cui si rileva che "questa comunità ha sempre avuto li suoi catastri ove sono descritti li fondi de rispettivi possidenti componenti la comunità stessa, l'epoca de quali incomincia dall'anno 1430 sino all'anno 1581, quali sono poco intelligibili, quelli poi che cominciano dagli anni 1628, 1698, 1708 e 1729 sono questi stati formati con ordine e coll'autentica e tabelionato de rispettivi notari, che si sono rogati delli catastri sudetti. Nell'anno poi 1772, coll'approvazione del passato Magistrato venne formata una misura generale de fondi componenti questo territorio, quale inevasivamente all'editto de 9 marzo 1773 fu presentata a codesto Uffizio delle Contribuzioni in nome de particolari possidenti", in ASMN, Arch. del Catasto Teresiano, Censo, Risposte ai quesiti, b. 755, Risposte della Comunità di Castelgoffredo N. 28.

2) Per un quadro sulla politica fiscale preteresiana, vedi: Vivanti C., "Le campagne del Mantovano nell'età delle riforme", Milano, Feltrinelli editore, 1959, p. 33 e segg..

3) Vedi la n. 28 delle "risposte della comunità di Castelgoffredo", in ASMN, Arch. del Catasto Teresiano, Censo, Risposte ai quesiti, b. 755, riportata nella nota 1).

4) Vedi "risposte della comunità di Castelgoffredo" n. 28, in ASMN, Arch. del Catasto Teresiano, Censo, Risposte ai quesiti, b. 755, riportata nella nota 1).

5) Vedi per esempio la seguente nota per il calcolo dell'imposta, in ASCCG, "Estimo del 1628", b. 11, c.1 : "Per lira si paga scudi 120 - soldi 480, per soldo si paga scudi 6 - soldi 2, per dinaro si paga mezzo scudo - soldi 2, per quinto si paga soldi 0.8, per mezzo quinto si paga soldi 0.4".

6) Cfr. "Piubega-quinternetto", b. 39, 2.

7) Cfr. Bonfiglio F. , "Notizie storiche di Castelgoffredo", Brescia, Tipo-litografia F.lli Geroldi, 1922, p. 108.

8) Vedi: ASCCG, " XVIII. Oggetti vari. 12. Oggetti vari", b. 238, 1, grida del podestà di Castel Goffredo del 4 gennaio 1587.

9) Cfr. Bonfiglio F., "Notizie storiche di Castelgoffredo", Brescia, Tipo-litografia F.lli Geroldi, 1922, p. 108.

10) Vedi per esempio la deliberazione del 21 ottobre 1627, in ASCCG, "Vicinie e convocati", b. 3, 2, c. 131v, ovvero le deliberazioni del 23 e 27 febbraio 1696, in ASCCG, Ordinazioni dal 1684 al 1706", b. 7.

11) Vedi Bonfiglio F. , "Notizie storiche di Castelgoffredo", Brescia, Tipo-litografia F.lli Geroldi, 1922, p. 108.

12) La prima deliberazione individuata, relativa alla redazione di un nuovo estimo risale al 4 ottobre 1475, in ASCCG, "Liber comunis et hominum terre Castrizufredi ...", b. 1, 2.

13) Vedi ASCCG, "VII. Censo. 6. Mappe, rubriche, catasti, libri censuari, loro innovazione e conservazione. Quinternetti dell'estimo", bb. 163, 1-168, 1.

14) Vedi Vaini M., "La società censitaria nel mantovano 1750-1866", Milano, Franco Angeli editore, 1992, pp. 17 e segg.

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