"XVIII. Oggetti vari". (1404 - 1861)
sottoserie | livello: 4
Produttore fondo: Castel Goffredo, Comune di Castel Goffredo (sec. XIV - )
Contenuto: Il titolo "XVIII. Oggetti vari" è costituito da 53 fascicoli, condizionati in 38 buste, si estende su un arco cronologico cha va dal 1404 al 1861, e si distingue nei seguenti articoli, sottopartiti a loro volta in suddivisioni 1):
12. Oggetti vari
15. Lettere di Alessandro, Luigi ed Alfonso Gonzaga; Memorie storiche; dimora degli ebrei in comune
19. Fortezza di Castel Goffredo
21. Privilegi ed esenzioni
22. Ufficio pretoriale
a) Atti civili
b) Cause civili
c) Cause del comune
d) Fideiussioni
e) Atti penali
f) Processi penali
La documentazione raccolta in questo titolo si presenta per sua natura estremamente eterogenea, frutto della riunione dei residui del materiale documentario non classificato nelle altre partizioni del titolario, oltre a residui di nuclei documentari appartenenti ad archivi andati perduti ovvero trasferiti in altra sede 2).
La caratteristica di questa congerie di materiale documentario è stata resa nella descrizione inventariale, evidenziando in modo particolare quei nuclei documentari uniti da un "nesso di collegamento logico" 3), che si trovano all'interno di ciascun fascicolo individuato dall'ordinamento per materia del 1870.
Già il primo fascicolo dell'articolo "12. Oggetti vari", ottenuto dalla scissione dell'originaria unità archivistica troppo voluminosa, evidenzia due registri di atti notarili appartenenti forse all'archivio notarile di Castel Goffredo 4), un "registro delle lettere", che riporta le trascrizioni integrali, numerate in ordine cronologico, di atti spediti dalla municipalità in epoca napoleonica, e una raccolta di formlari notarili, riconducibili presumibilmente all'archivio notarile e in relazione con quei "formulari e disposizioni di massima" del secoli XV-XVIII, descritti nell'inventario dell'"Archivio pubblico di Castel Goffredo" 5).
Con l'indicazione articolo 15 si sono rinvenuti 3 distinti fascicoli denominati "lettere di Alessandro, Luigi ed Alfonso Gonzaga", "memorie storiche", "dimora degli ebrei in comune".
In particolare il fascicolo relativo alle "lettere", già suddiviso secondo il mittente 6), è il residuo di quel nucleo documentario di pertinenza stauale, costituito dal rapporto intercorrente tra il dominante, rappresentato, dagli inizi del '400 sino al 1707, anno della sua caduta, dalla signoria gonzaghesca sia nel ramo principale che nelle linee cadette della famiglia, e i suoi rappresentanti a Castel Goffredo, denominati prima vicari o commissari, e dagli inizi del '500, podestà, per esplicare quelle funzioni normative e giurisdizionali precipue del signore verso i suoi sudditi e per amministrare i propri beni mobili ed immobili. Questa documentazione è in relazione con quegli "atti di amministrazione", descritti nella serie "I. amministrazione del principato" dell'inventario de "L'archivio pubblico del Principato di Castel Goffredo" 7). Connesse invece alla potestà giurisdizionale del signore, e quindi prodotte o acquisite nel corso dello svolgimento della propria attività e per il raggiungimento dei propri fini, sono le domande di grazia presentate dai condannati per l'estinzione della pena e i relativi decreti di concessione del provvedimento di clemenza, raccolte in una "filza delle grazie" 8), relative agli anni 1607-1655, ovvero nel fascicolo di "suppliche ai dominanti di Castelgoffredo", descritte sempre nella serie "I. amministrazione del principato" dell'inventario de "L'archivio pubblico del Principato di Castel Goffredo" 9).
La maggior parte della documentazione del fascicolo relativo alla "dimora degli ebrei in comune", contenente tra l'altro copie della concessione del "banco del prestito" agli ebrei 10), è in relazione invece con il materiale documentario della pretura di Castel Goffredo, descritto nell'articolo 22.
La documentazione degli articoli 19 e 21 individuano due oggetti che hanno caratterizzato per lunghi secoli il paesaggio urbano e l'organizzazione della comunità di Castel Goffredo. E' proprio all'ombra delle possenti mura della fortezza 11) che si è svolta la vicenda degli "homines" della "magnifica comunità", dotata "ab immemorabili" di privilegi ed esenzioni. Anche se la prima notizia del loro possesso risale al 1337, quando la comunità si diede spontaneamente a Luigi Gonzaga 12), è del 1441 il primo elenco conosciuto dei privilegi concessi alla comunità dal doge Francesco Foscari, durante l'amministrazione veneziana, che si protrasse tra il 1439 e il 1441. Questo provvedimento 13), articolato in 14 "capitoli", definisce particolari prerogative di cui può godere la comunità, riconoscendogli esenzioni da tasse ed imposte, diritti su beni mobili ed immobili e sull'uso di acque, capacità di organizzazione autonoma, "potestà e balìa" sul vicariato.
Un altro elenco conosciuto dei privilegi ed esenzioni godute dalla comunità di Castel Goffredo è quello redatto in seguito alla transazione del 7 novembre 1602 tra Francesco Gonzaga, marchese di Castiglione delle Stiviere, e Vincenzo duca di Mantova, in base alla quale il feudo autonomo di Castel Goffredo viene aggregato al ducato di Mantova.
Con il decreto del 2 aprile 1603 ("IV nonas aprilis MDCIII"), Vincenzo I duca di Mantova riconosce alla comunità i suoi privilegi "alorchè separatosi il territorio dal bresciano si fece deditizio ai dominanti di Mantova con legge e patto che fosse loro mantenuta la prerogativa di loro statuti" 14), ridefinendo le esenzioni fiscali e statuti particolari, caratteristici a tutte quelle terre periferiche ex bresciane o ex cremonesi che, annesse a partire dagli inizi del '400, costituivano il cosiddetto "mantovano nuovo" 15). Detto decreto 16), articolato in sedici capitoli, descrive organicamente i privilegi della comunità nei quali, oltre a chiudere definitivamente i contenziosi inerenti alle vicende della morte di Rodolfo Gonzaga, sono specificati i beni e le esenzioni fiscali godute dalla stessa e sono determinate le sue prerogative nella nomina del podestà del luogo, determinandone l'ambito giurisdizionale.
La concessione di una deroga diviene un fatto caratterizzante quella comunità privilegiata, per cui si innescano movimenti di interessi contrapposti tra la comunità stessa, tesa alla riconferma del privilegio ovvero alla sua espansione, e l'autorità centrale che cerca di limitarne e circoscriverne la portata e gli effetti, aprendo la via a continue trattative. Le controversie per la riconferma dei privilegi sono uno dei leit-motiv dei rapporti fra comunità e amministrazione ducale, dove l'emissione di una disposizione di carattere generale da parte di quest'ultima viene ribattuta da una supplica della comunità al duca appellandosi all'eccezione vantata che verrà in seguito riconosciuta.
I privilegi concessi nel 1603 sono riconfermati sia dai Gonzaga, sino alla loro caduta, sia dagli Asburgo, che frappongono però una lettura più restrittiva delle esenzioni della comunità, imponendo via via un controllo sempre più forte sulla stessa, sino alla disposizione del 2 aprile 1750 17), con cui vengono sospese tutte le esenzioni, imponendo a tutti gli esenti che "debbano in avvenire pagar a titolo di deposito i dazi fino alla dichiarazione del titolo della rispettiva esenzione".
Tre anni più tardi il magistrato arciducale di Mantova ridefinisce ancora una volta le prerogative della comunità e ridimensiona drasticamente il suo spazio di manovra 18), preludendo alla fine dell'autonomia della "magnifica comunità et homini di Castelgiufredo" con il suo carico di privilegi ed esenzioni, aboliti in seguito all'attivazione del catasto teresiano nel 1784, che avvierà quella complessa riforma che coinvolge la ristrutturazione territoriale ed amministrativa del mantovano, la ridefinizione del sistema fiscale e la riorganizzazione delle amministrazioni locali 19).
L'articolo "22. Ufficio pretoriale" infine contiene uno spezzone dell'archivio di un ufficio giudiziario 20), attivo a Castel Goffredo già dal primo decennio del '500. Infatti delle sei suddivisioni in cui si distingue detto articolo, se si eccettuano la c), relativa a "cause del comune" 21) e la d), riguardante le fideiussioni prestate a garanzia dei crediti della comunità verso gli aggiudicatari di beni o servizi comunitativi messi all'incanto 22), le altre quattro identificano serie di atti e fascicoli processuali, prodotti dalla pretura di Castel Goffredo. A reggere questo ufficio viene deputato il pretore, le cui competenze e funzioni sono definite nel "liber privilegiorum comunitatis Castrigufredi" del 1603, in particolare il 5°, il 6° e l'8° capitolo 23).
In essi si stabilisce che, nominato ogni due anni dal duca di Mantova, scegliendo da una terna di nomi proposta dalla comunità, che deve garantirgli anche l'onorario annuo, il pretore è titolare di un ufficio giudiziario di prima istanza, con potestà di "merum et mixtum imperium", che "tam in civilibus quam in criminalibus usque ad quamcumque summam iusdicat", prevedendo l'eventuale ricorso in appello al senato di Mantova. Si precisa inoltre che il pretore possa servirsi nello svolgimento della sua attività solo di notai, procuratori del fisco e avvocati scelti tra quelli di Castel Goffredo, che devono essere tuttavia eletti e confermati dal governo centrale e muniti di apposita patente rilasciata dalla cancelleria ducale 24). Si dispone inoltre che la giurisdizione civile e criminale del pretore "perpetuo esse debeat divisa et separata ab omni et quacumque alia iurisdictione", stabilendo la competenza esclusiva del pretore e del tribunale di Castel Goffredo sul suo territorio e sui suoi "homines", che non possono essere costretti a comparire davanti a nessun altro giudice. Si determina che i prigionieri non possano essere condotti a Mantova o in nessun altro luogo, eccetto "in casu criminis lesae maiestatis" 25). Si decreta ancora che il pretore "secundum statuta eiusdem oppidi, quae nunc sunt et in dicto oppido servantur, ius reddat", precisando che in difetto di essi si ricorra agli statuti di Mantova. Si dispone infine che i decreti e i proclami da pubblicarsi in futuro non siano osservati "ab hominibus illius castri", se non sono affissi e banditi "in dicto castro et locis consuetis" 26).
In seguito al "Piano de' tribunali ed uffici della città e ducato di Mantova" del 15 marzo 1750 27), che segna il ritorno all'amministrazione autonoma del ducato, dopo l'aggregazione temporanea al milanese, con "la restituzione de' propri tribunali, tanto per l'amministrazione della giustizia, secondo le proprie leggi e consuetudini, anche in grado supremo, quanto per la direzione delle materie camerali e civiche mediante ancora l'istituzione del corpo pubblico", stabilendo tuttavia una nuova organizzazione territoriale ed amministrativa del mantovano, la pretura di Castel Goffredo estende la sua giurisdizione al territorio di Piubega, e, conservando la potestà "di mero e misto imperio", riunisce "nelle persone de' pretori e per le loro giurisdizioni, tutte le facoltà e prerogative per il civile e criminale" attribuite al capitano di giustizia di Mantova, che ha giurisdizione criminale, e al podestà sempre di Mantova, che ha giurisdizione civile in tutte le cause il cui valore non ecceda il capitale di scudi quattromila mantovani. Si stabilisce inoltre la durata triennale delle nomine delle preture e il "sindacato" per il pretore che decade dall'incarico.
Eccetto la sospensione avvenuta tra il 2 luglio 1796 e il 15 gennaio 1797 28), l'attività della pretura di Castel Goffredo prosegue sino al 31 marzo 1804, quando, con "il piano per il riparto distrettuale delle preture e degli uffici di conciliazione" 29), che ridisegna l'organizzazione giudiziaria delle preture del dipartimento del Mincio, "cessò e venne del tutto sospesa, per ordine governativo, l'antichissima nostra pretura" 30). In seguito "nel giorno 9 d'aprile tutti i processi pendenti, carte d'ufficio ed archivio criminale, vennero portati a Castiglione" 31), sancendo la chiusura definitiva, dopo tre secoli di attività, dell'ufficio della pretura di Castel Goffredo.
La documentazione giudiziaria pervenuta, prodotta nel periodo che si estende dal 1509 al 1757 32), sia pure con numerose lacune, è distinta secondo la tipologia documentaria (atti o fascicoli), ripartita a sua volta a seconda della competenza civile o penale del pretore, riproponendo la distinzione tra articoli relativi ai"civilia" e quelli relativi ai "criminalia" dello "statuto alessandrino" 33), anche se questa divisione non è stata attuata metodicamente, per cui si riscontrano alcuni oggetti in entrambe le sezioni.
I sei "quaderni" denominati "liber actorum civilium" ovvero "notarolus actorum civilium", prodotti fra il 1565 e il 1695, ma con molte lacune, e redatti dal notaio della pretura, riportano la registrazione in ordine cronologico degli atti civili presentati all'ufficio, con l'indicazione della datazione, dell'autore, della natura dell'atto, del destinatario e del rimando " in filo" agli atti stessi.
Rinvenuti tra la documentazione giudiziaria, questi repertori sono in relazione con quei "notaroli" e quei "repertori" descritti nella "serie IV - archivio notarile, 5 - Repertori dei notai di Castel Goffredo" dell'inventario de "L'Archivio pubblico del Principato di Castel Goffredo" 34), e sono stati anteposti alla suddivisione "a) atti civili", di cui costituiscono i relativi mezzi di corredo.
Insieme a questi "notaroli", è stato posto anche l'unico repertorio relativo alla suddivisione "b) processi civili", costituito dal "liber causarum civilium", che riporta le registrazioni delle cause civili istruite presso la pretura di Castel Goffredo, con il richiamo dei vari momenti del procedimento giudiziario, dalla denuncia iniziale al pretore, ai vari atti compiuti sia dalla autorità giudiziaria che dalle parti in causa. Anche questo mezzo di corredo è in relazione con quei "libri" del notaio Ferrante Spelta relativi a cause civili, descritti nella "serie IV - archivio notarile, 6 - Registri delle estensioni" dell'inventario de "L'Archivio pubblico del Principato di Castel Goffredo" 35).
La suddivisione "a) atti civili" è formata da un solo fascicolo relativo agli anni 1509-1629, ed è probabilmente l'ultimo residuo di un raggruppamento documentario ben più ampio, costituito dagli atti preliminari ovvero dalle comparse dei dibattimenti processuali istruiti nella pretura di Castel Goffredo, di cui parte è confluita nell'"Archivio pubblico del principato di Castel Goffredo" 36), e parte è andata perduta, lasciando traccia però nei suddetti repertori. Insieme a questo unico fascicolo di "atti civili" si è rinvenuto una "filza" di imbreviature notarili, che si pongono in relazione con quelle "copie di atti notarili: inventari, contratti, ecc." descritte nella "serie III - ufficio delle registrazioni" dell'inventario de "L'archivio pubblico di Castel Goffredo" 37).
La suddivisione "b) processi civili" è costituita da 287 fascicoli, prodotti tra il 1515 e il 1705. Omogenei sia per caratteri formali che per tipologia documentaria 38), questi fascicoli processuali, redatti in originale o, più spesso, in copia, riguardano procedimenti civili ovvero momenti specifici del loro iter giudiziario (memorie, interrogatori di testimoni, pubblicazioni di inventari di eredità, sentenze, concorsi di creditori), istruiti e celebrati per la maggior parte davanti al pretore di Castel Goffredo, ovvero al suo luogotenente, ma anche di fronte ad altri giudici delegati in giudizio o uffici giudiziari di Mantova, quali la pretura, il magistrato ducale e il senato ducale. Questi "processi civili" trattano controversie per l'affermazione della proprietà su beni e diritti, che si esplica nel godimento pieno ed esclusivo di proprietà fondiarie, di diritti di passaggio su strade o d'uso di acque irrigue, di privilegi ed esenzioni particolari, ovvero per la salvaguardia del proprio patrimonio contro debitori insolventi. In particolare numerose sono le azioni giuridiche che si rivolgono verso la tutela dell'istituto dotale, come peraltro quelle inerenti al complesso dei rapporti relativi alle successioni ereditarie. Non mancano infine i procedimenti per reati fiscali o per violazioni di ordini ducali relativi all'obbligo di residenza dentro le mura della fortezza o di manutenzione delle strade del territorio della comunità, e relativi al divieto di prestare servizio agli ordini delle armate della repubblica di Venezia.
Accanto a questa documentazione di carattere civile si pone quella di carattere penale, che, raccolta nelle suddivisioni "e) atti penali" e "f) processi penali", presenta caratteri formali e tipologici analoghi alle suddivisioni descritte in precedenza.
In particolare della suddivisione "e) atti penali" è pervenuto un solo fascicolo relativo agli anni 1518-1637, rinvenuto insieme ad una "filza delle gracie", già menzionata, e si pone in relazione con la documentazione della "serie II - affari giurisdizionali, 1 - Foro criminale, Cause criminali: atti sciolti", descritta nell'inventario de "L'Archivio pubblico del Principato di Castel Goffredo" 39).
La suddivisione "f) processi penali", è costituita da 272 fascicoli prodotti tra il 1522 e il 1756. Anche questi fascicoli processuali, redatti in originale o in copia, riguardano procedimenti penali ovvero singoli spezzoni dell'istruttoria giudiziaria, celebrati per la maggior parte davanti al pretore di Castel Goffredo, che si qualifica talvolta anche giudice dei malefici, ovvero al vicepretore, ma anche davanti ad altri giudici o uffici di Mantova, quali il capitano di giustizia o il senato ducale. Trattano di reati contro la persona, con un'alta frequenza di aggressioni, risse, accoltellamenti, sparatorie che talvolta degenerano nell'omicidio. Vi sono procedimenti penali per delitti contro il patrimonio, come i furti o il prestito ad usura, ovvero per evasione dei dazi, come il contrabbando. Vi sono infine fascicoli processuali per i reati contro la religione, commessi da chi pubblicamente bestemmia o indirizza invettive e parole ingiuriose contro la divinità o da chi trasgredisce al divieto del lavoro festivo, ovvero quelli contro la morale, come i delitti legati alla sfera sessuale e al"comertio carnale".
Di queste due ultime serie non si sono rinvenuti nell'archivio storico del comune di Castel Goffredo i relativi repertori, anche se i registri descritti nella "serie II - affari giurisdizionali, 1 - Foro criminale, 1 d - liber primus maleficiorum, 1 f - liber secundus maleficiorum, 1 g - liber tertius maleficiorum" dell'inventario de "L'Archivio pubblico del Principato di Castel Goffredo" 40), riportando le registrazioni cronologiche dei diversi atti compiuti nello svolgimento di procedimenti penali, possono considerarsi forse mezzi di corredo dei "processi penali".
Coniugando i diversi elementi emersi dalla descrizione del materiale documentario di questo ufficio, si può ipotizzare che l'archivio della pretura di Castel Goffredo dovesse configurarsi in origine secondo uno schema che evidenziava le seguenti serie documentarie:
- repertori degli atti civili ("liber actorum civilium", "notarolus actorum
civilium"),
- atti civili,
- repertori delle cause civili ("liber causarum civilium"),
- processi civili,
- repartori degli atti penali,
- atti penali,
- repertori dei processi penali ("liber maleficiorum"),
- processi penali.
1) Vedi l'introduzione alla serie 1.1.3 Carteggio ed atti.
2) Vedi Navarrini R. (a cura di), "L'archivio pubblico del Principato di Castel Goffredo", in "Il Tartarello", n. 2, 30 giugno 1983, p. 8.
3) Vedi definizione di unità archivistica in P. Carucci, "Le fonti archivistiche: ordinamento e conservazione", Roma, La Nuova Italia scientifica, 1983, p. 230; vedi anche "Guida operativa per l'ordinamento e l'inventariazione degli archivi storici di enti locali", Milano, Regione Lombardia, Settore cultura ed informazione - Servizio biblioteche e beni librari e documentari (ed. provvisoria), 1992, pp. 93-96.
4) Vedi la "serie IV. Archivio notarile", b. 47, de "L'archivio pubblico del Principato di Castel Goffredo" curato da R. Navarrini, in "Il Tartarello", n. 3, 30 settembre 1983. Circa l'esistenza dell'archivio notarile, la risposta n. 27 ai quesiti del catasto teresiano del 1775 (in ASMN, Archivio del Catasto Teresiano, Censo, Risposte ai quesiti, b.755) riporta che in due stanze attigue alla "sala publica per le unioni comunitative, che serve anche ad uso pretorio", sono conservati l'archivio della comunità e quello notarile, dove si conservano "li rogiti dei defonti notari di questo paese". La relazione sui beni della comunità del 1785 (ASCCG, "VIII. Consigli cpomunali. 8. Vicinie e convcati", b. 172,1), informa che nel palazzo della ragione, oltre all'archivio della comunità, ci "sono altre due camere, la prima delle quali serviva per il pubblico registro, nell'altra che chiamasi l'archivio, vi si conservano li rogiti de' notari defonti di questo paese". Un'altra relazione del 1790 (in ASCCG, XVIII. Oggetti vari. 12. Oggetti vari", b. 238, 1) precisa che "questa comunità di Castelgofredo, alorché era bresciana, diteneva presso di sé l'archivio ed atti de' notai defunti, giacché l'archivio medesimo si rileva avere la sua origine dall'anno 1462, colli rogiti del notaio Ugolino Carnetti ... fino all'ultimo defunto notaio Ghiroldi del 1780". D'altro canto Carlo Gozzi nella sua "Raccolta di documenti per la soria patria" sostiene che "nel 12 gennaio 1572 ebbe qui origine l'ufficio del pubblico registro pei rogiti e scritture e ciò per assicurazione maggiore degli interessi dei sudditi di questo marchesato", vol. I, pp. 66-67. Vedi anche Bertolotti A.," I Comuni e le parrocchie della provincia mantovana. Cenni archivistici, archeologici, storici, artistici, biografici e bibliografici raccolti dal 1881 al 1892", Mantova, tip. G. Mondov", 1893, p. 41, in cui sostiene che l'ultimo dei 35 titoli in cui fu ordinato l'archivio nel 1870, é "intitolato 'Atti notarili in pergamena ed in fogli'", é costituito da 23 buste con atti che dal 1389 vanno al 1852, suddivisi in 427 fascicoli, secondo i notai roganti, i cui rogiti sono circa 20 mila".
5) Vedi la serie I Amministrazione del principato, b. 1, in Navarrini R. (a cura di), "L'archivio pubblico del Principato di Castel Goffredo", in "Il Tartarello", n. 2, 30 giugno 1983.
6) Dalle segnature archivistiche, questa divisione in sottofascicoli risale all'intervento archivistico del 1980, curato da Idanna Massari Marchione.
7) Vedi Navarrini R. (a cura di), "L'archivio pubblico del Principato di Castel Goffredo", in "Il Tartarello", n. 2, 30 giugno 1983 e n. 3, 30 settembre 1983.
8) Vedi ASCCG, "XVIII. Oggetti vari. 22. Ufficio pretoriale. e) atti penali". "Filza delle grazie", b. 261, 1.2.
9) Vedi Navarrini R. (a cura di), "L'archivio pubblico del Principato di Castel Goffredo", in "Il Tartarello", n. 3, 30 settembre 1983.
10) Vedi la trascrizione della concessione e più in generale la stoia dei banchieri Norsa, beneficiari del provvedimento, in Norsa P.,"Una famiglia di Banchieri. La famiglia Norsa (1350-1950)", Napoli, Banco di Napoli, 1953-1956, pp. 108-109.
11) Circa la vicenda della fortezza vedi Bonfiglio F., "Notizie storiche di Castel Goffredo", Brescia, tipolitografia f.lli Giroldi, 1922, pp. 35 e segg.; vedi anche Berselli C., "Castelgoffredo nella storia", Castel Goffredo, Cassa rurale e artigiana di Castel Goffredo, 1978; vedi infine "Castel Goffredo, la fortezza, la sua memoria", mostra di documenti tratti dall'archivio storico del Comune di Castel Goffredo, 15-23 giugno 1991, Castel Goffredo, dattiloscritto.
Circa la rappresentazione della fortezza vedi "Castel Goffredo. Quattro mappe dei secoli XVI-XIX" a cura di Daniela Ferrari, Cremona, Turris-Cassa rurale e artigiana di Castel Goffredo, 1991.
12) Vedi Bonfiglio F., "Notizie storiche di Castel Goffredo", Brescia, tipolitografia f.lli Giroldi, 1922, p. 99; cfr. Berselli C., "Castelgoffredo nella storia", Castel Goffredo, Cassa rurale e artigiana di Castel Goffredo, pp. 21 e segg..
13) Vedi ASCCG, "XVIII. Oggetti vari. 22. Ufficio pretoriale. c) cause del comune. Causa del Comune contro la Repubblica Veneta per la contrada di San Vito", b. 257, 1; la trascrizione é riportata in Bonfiglio F., "Notizie storiche di Castel Goffredo", Brescia, tipolitografia f.lli Giroldi, 1922, pp. 195-197 e in Berselli C., "Castelgoffredo nella storia", Castel Goffredo, Cassa rurale e artigiana di Castel Goffredo, pp. 171-174.
14) Vedi la disposizione del 20 settembre 1745 in ASCCG, "VI. Commercio. 8. Fiere e mercati, ecc.. c) mercato settimanale e fiera annuale", b. 159, 1.
15) Vedi Vaini M., "La distribuzione della proprietà terriera e la società mantovana dal 1785 al 1845", in "Il catasto teresiano e la società mantovana nell'età delle riforme", Milano, Giuffré, 1973, pp. 36 e segg..
16) Vedi trascrizione in Bonfiglio F., "Notizie storiche di Castel Goffredo", Brescia, tipolitografia f.lli Giroldi, 1922, pp. 199-203 e in Berselli C., "Castelgoffredo nella storia", Castel Goffredo, Cassa rurale e artigiana di Castel Goffredo, pp. 202-207.
17) Vedi ASCCG, "XVIII. Oggetti vari. 21. Privilegi ed esenzioni", b. 242, 1.3.
18) Vedi "indice del processo per la comunità di Castelgoffredo nella causa delle sue esentioni avanti il magistrato camerale nelli atti Ratti", in ASCCG," XVIII. Oggetti vari. 21. Privilegi ed esenzioni", b. 242, 1.3.
19) Vedi introduzione al titolo 1.1.3.8 "VIII. Consigli comunali".
20) Della presenza di un ufficiale giudiziario a Castel Goffredo, denominato vicario, se ne ha una prima testimonianza nei "capitoli et risposte al comune et uomini di Castelgoffredo, distretto bresciano, 6 settembre 1440", nei quali, alla risposta n. 4, Francesco Foscari, doge veneziano, dispone che gli abitanti di Castel Goffredo "abbiano un proprio ufficiale civile e criminale messo dalla città di Brescia che giudica fino alle lire 50, e pel criminale vadano a Brescia e pel resto concedesi nelle cose criminali che non siano di sangue e siano di poca importanza che abbia a decidere il suo ufficiale", in ASCCG, "XVIII. Oggetti vari, 22. Ufficio pretoriale, c) cause del comune. Causa del comune contro la repubblica veneta per la contrada San Vito", b. 256,1.
21) Cfr. "Repertorium scripturarum archivii secreti magnificae comunitatis Castri Guffredi, confectum una cum notis alphaneticis, tam filtiis, quam libris appositis in conservatorio. Die prima decembris 1738. Nella scanzia delle filzie, alla lettera O", in ASCCG, "XVIII. Oggetti vari, 12. Oggetti vari", b. 238,1, dove sono descritti i processi sostenuti dalla comunità di Castel Goffredo fra il 1602 e il 1728, nello stesso ordine e con indicazioni archivistiche corrispondenti a quelle riscontrate nella suddivisione "c) Cause del comune", articolo 22, titolo XVIII.
22) Vedi introduzione al titolo 1.1.2.6 "Libri fideiussionum comunitatis Castrigufredi", con i quali sono in evidente relazione.
23) Vedi ASCCG, "XVIII. Oggetti vari, 21. Privilegi ed esenzioni". "Liber privilegiorum comunitatis Castri Guffredi", b. 242,1.2.
24) Cfr. ASCCG, "XVIII. Oggetti vari, 21. Privilegi ed esenzioni". "Liber privilegiorum comunitatis Castri Guffredi", cap. 5°, b. 242,1.2.
25) Cfr. ASCCG, "XVIII. Oggetti vari, 21. Privilegi ed esenzioni". "Liber privilegiorum comunitatis Castri Guffredi", cap. 6°, b. 242,1.2.
26) Cfr. ASCCG, "XVIII. Oggetti vari, 21. Privilegi ed esenzioni". "Liber privilegiorum comunitatis Castri Guffredi", cap. 8°, b. 242,1.2.
27) Vedi ASCCG, XVI. Leggi e pubblicazioni. 3. Decreti, avvisi, notificazioni, regolamenti, proclami, istruzioni generali, circolari interne. "Decreti, avvisi, notificazioni, istruzioni. Austriaci", b. 204, 3.
28) Vedi Carlo Gozzi, "Raccolta di documenti per la patria istoria", manoscritto presso ASCCG, vol. III, p. 199 e p. 221.
29) Vedi ASCCG, "XVI. Leggi e normali, 3. Decreti, avvisi, notificazioni, regolamenti, proclami, istruzioni generali, circolari interne. Decreti, avvisi, istruzioni, regolamenti. Repubblica italiana", b. 205,1.
30) Vedi Carlo Gozzi, "Raccolta di documenti per la patria istoria", manoscritto conservato presso l'ASCCG, vol. VI, p. 18. vedi anche Acerbi G., "Come difesi le ragioni di Castel Goffredo, sede di pretura e di cancelleria del censo", in Il Tartarello", n. 4, 31 dicembre 1977.
31) Vedi Carlo Gozzi, "Raccolta di documenti per la patria istoria", manoscritto conservato presso l'ASCCG, vol. VI, p. 19. Cfr. la comunicazione inviata dai deputati di Castel Goffredo al commissario distrettale, protocollata il 27 luglio 1832, in cui si sostiene che "siccome per suprema disposizione fu trasportatao in Asola l'ufficio dell'imperial regia pretura che un tempo aveva sede in Castelgoffredo, cos" colà furono accolti tutti gli atti giudiziali", in ASCCG, "XVIII. Oggetti vari. 12. Oggetti vari", b. 239, 1.
32) Vedi Bertolotti A.," I Comuni e le parrocchie della provincia mantovana. Cenni archivistici, archeologici, storici, artistici, biografici e bibliografici raccolti dal 1881 al 1892", Mantova, tip. G. Mondov", 1893, p. 41, in cui riferisce che "il titolo Ufficio pretoriale civile e penale, in trenta buste, ha documenti dal 1400 al 1700, fra cui 600 processi".
33) Circa lo "statuto alessandrino", una copia del quale era presente fra la documentazione dell' archivio comunale (Bertolotti A., "I comuni e le parrocchie della provincia di Mantova", Mantova, 1893, p. 41), vedi Vedi Navarrini R. (a cura di), "L'archivio pubblico del Principato di Castel Goffredo", in "Il Tartarello", n. 2, 30 giugno 1983, pp. 11-15; vedi anche Bonfiglio F., "Notizie storiche di Castel Goffredo", Brescia, tipolitografia f.lli Giroldi, 1922, pp. 95-98.
34) Vedi Navarrini R. (a cura di), "L'Archivio pubblico del Principato di Castel Goffredo", in "Il Tartarello", n. 2, 30 giugno 1984, p. 20, "Serie IV - archivio notarile, 5 - Repertori dei notai di Castel Goffredo", bb. 51-53; vedi anche Gualtierotti P., "Torna a Castel Goffredo il codice alessandrino", in "Il Tartarello", n. 2, 30 giugno 1978, pp. 5-8.
35) Cfr Navarrini R. (a cura di), "L'Archivio pubblico del Principato di Castel Goffredo", in "Il Tartarello", n. 2, 30 giugno 1984, p. 21, "Serie IV - archivio notarile, 6 - Registri delle estensioni", b. 67, in cui si fa riferimento a dei "Liber" del notaio Ferrante Spelta relativi a cause civili.
36) Cfr Navarrini R. (a cura di), "L'Archivio pubblico del Principato di Castel Goffredo", in "Il Tartarello", n. 3, 30 settembre1983, p. 14, "Serie II - Affari giurisdizionali, 2 Foro civile, Cause civili: atti sciolti", bb. 3-6.
37) Vedi Navarrini R. (a cura di), "L'Archivio pubblico del Principato di Castel Goffredo", in "Il Tartarello", n. 3, 30 settembre 1983, p. 14-16, "Serie III - ufficio delle registrazioni", b. 34. Circa l'ufficio delle registrazionei, vedi nota 4).
38) Vedi la definizione di quaderno come "gruppo di fogli uniti insieme, generalmente cuciti", in Carucci P., "Le fonti archivistiche: ordinamento e conservazione", Roma, Nuova Italia Scientifica, 1983, p. 223.
39) Cfr. Navarrini R., L'Archivio pubblico del Principato di Castel Goffredo, in Il Tartarello, n. 3, 30 settembre 1983, p. 14, "Serie II - affari giurisdizionali, 1 - Foro criminale, Cause criminali: atti sciolti", b. 2.
40) Cfr. Navarrini R., L'Archivio pubblico del Principato di Castel Goffredo, in Il Tartarello, n. 3, 30 settembre 1983, p. 14, "Serie II - affari giurisdizionali, 1 -Foro criminale, 1 d - liber primus maleficiorum, 1 f - liber secundus maleficiorum, 1 g - liber tertius maleficiorum", b. 2.
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