Gabinetto (seconda metà sec. XIX - 1955)

serie | livello: 2

Produttore fondo: Milano, Prefettura di Milano (1859 - )

Codice: ASMI5844002

Consistenza: bb. 1783, regg. 197

Metri lineari: 284

Note alla data: con antecedenti dal 1848

Contenuto: Sono presenti le seguenti serie:
- I serie (fino al 1937);
- II serie (dal 1938);
- Registri.

Storia archivistica: La documentazione degli uffici di gabinetto pervenne in AS MI almeno in tre versamenti successivi: uno del 1957 (comprendente gli atti dal 1901 al 1937); uno del 1989 (comprendente gli atti dal 1938 al 1955); uno del 1998 (comprendente la categoria 031 fino al 1955 e gli atti dell'Ufficio profughi e del Ministero dell'assistenza post-bellica).
La normativa nazionale relativa all'archivio del Gabinetto di Prefettura restò mal definita fino al 1940. Sino a quell'anno infatti non esistevano norme complete relative alla classificazione del materiale prodotto dagli uffici di gabinetto, fatti salvi l'allegato A alla legge 20 marzo 1865, n. 2248, sull'unificazione amministrativa, il regolamento approvato con regio decreto 8 giugno 1865, n. 2321, e la circolare del Ministero dell'interno del 1 giugno 1866, n. 8508, con cui si precisa la distinzione tra un archivio di deposito e un archivio corrente e si definiscono le modalità di tenuta dei protocolli e dei fascicoli. In base a queste disposizioni gli atti dell'ufficio del gabinetto dovevano essere registrati su un protocollo, separato rispetto a quello dell'archivio generale, da custodirsi negli stessi locali in cui aveva sede l'ufficio. Mancava comunque l'individuazione di norme specifiche e l'elaborazione di un titolario particolare; di fatto ci si limitava ad una generica indicazione di separatezza.
Tale situazione restò immutata anche dopo l'istituzione vera e propria dell'archivio di gabinetto avvenuta con il regolamento, approvato con regio decreto 10 giugno 1889, n. 6107, relativo all'esecuzione del testo unico 10 febbraio 1889, n. 5921 sull'ordinamento degli enti locali.
Anche le norme emanate nel 1940, in realtà, non sembrano aver avuto molto seguito e solo con il 1962 si può parlare di un processo di omogeneizzazione a livello nazionale degli archivi periferici attraverso nuove istruzioni e un nuovo titolario, sia per gli uffici del gabinetto sia per quelli amministrativi.
Le istruzioni emanate con circolare 3 agosto 1940, n. 8900.18, prevedevano la formalizzazione dell'esistenza di due archivi correnti, uno per l'ufficio del gabinetto e l'altri per gli uffici amministrativi; un titolario nazionale per gli atti di gabinetto e una nuova tabella di classificazione per quelli amministrativi; adozione del metodo di registrazione analitica. Gli eventi bellici e i rivolgimenti politici ne resero difficile l'applicazione, così che le istruzioni del 1866 furono effettivamente superate solo con le norme emanate con la circolare 27 marzo 1962, n. M/33301, elaborate sul modello organizzativo adottato nelle prefetture di Bologna, Cagliari, Potenza e Sassari, attualmente in vigore.

Compilatori
prima redazione: Lucia Ronchetti, archivista 1999
integrazione successiva: Carmela Santoro, archivista di Stato 2009

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