Pratiche generali (1900 - 2005)

sottoclasse | livello: 4

Produttore fondo: Milano, Ospedale Maggiore di Milano (1456 - 2005)

Consistenza: 16 bb.

Contenuto: Il nome 'Pratiche generali' è stato attribuito in sede di inventariazione e raggruppa tutti i fascicoli che riguardano l'esecuzione dei ritratti dei benefattori, la gestione della quadreria (prestiti a mostre, movimentazione interna dei dipinti, richieste di studiosi, restauri, ecc), le norme e i regolamenti per la commissione di un ritratto, la manutenzione delle tombe dei benefattori a carico dell'amministrazione dell'Ospedale compresi gli adorni floreali.
La classe è costituita dalle seguenti unità: In genere, Biografie dei benefattori, Pittori petenti, Esecuzione dei ritratti dal 1904 al 1997, Esecuzione dei ritratti: regolamenti, Compensi ai pittori, Assicurazione dei quadri, Manutenzione e gestione della collezione, Restauri delle opere, Esposizioni e mostre, Riproduzioni dei quadri, Richieste di notizie, Acquisti e vendite, Opere non appartenenti all'Ospedale Maggiore, Acquisizione dell'eredità: norme e regolamenti, Realizzo valori, Tombe - In genere, Tombe - Danni di guerra e Tombe - Adorno floreale.
Ciascuna pratica che compone il fascicolo Esecuzione dei ritratti contiene la documentazione relativa alla commissione di più dipinti; solo raramente, nei fascicoli dei singoli testatori, si trova la pratica relativa al ritratto.

Storia archivistica: La documentazione qui schedata rientra negli estremi temporali previsti dal Pecchiai, quindi dal 1900 in avanti. In origine era una serie unica comprendente documentazione anteriore al XX secolo: nella fase di riordino è stata rispettata la cesura applicata da Pecchiai per la "distinta" dei Testatori. L'attribuzione della classificazione Eredità e legati alle pratiche riguardanti l'esecuzione dei ritratti dei benefattori (testatori e donatori) e la gestione della quadreria non è stata negli anni coerente: in origine tutto ciò che riguardava la collezione dei dipinti veniva posto sotto questa classe; in seguito, con l'istituzione della Quadreria il 18 giugno 1941 e il passaggio della gestione delle opere d'arte dall'Economato all'Ufficio d'archivio (1), venne creata la voce Uffici e officine - Raccolta d'arte, sotto la quale si sarebbe dovuta raccogliere tutta la documentazione riguardante i dipinti. Questi criteri non furono però applicati con coerenza: in entrambe le voci si possono trovare atti relativi alla gestione della quadreria anche dopo il 1941. In seguito ad un'attenta analisi della documentazione, si è accertata l'impossibilità di effettuare spostamenti di pratiche al fine di eliminare le ridondanze. Si è ritenuto più utile "fotografare" la situazione, fornendo gli strumenti per un accesso più agile.

Note
(1) Regolamenti amministrativi del 1929 e 1940.

Criteri di ordinamento
Su questa parte di documentazione si è compiuto un lavoro di razionalizzazione, raggruppando tutti gli atti che pur presentando il medesimo oggetto erano stati classificati diversamente.
Sono state riunite sotto l'unica voce Esecuzione dei ritratti tutte le pratiche pertinenti che in precedenza erano classificate indistintamente In genere - Quadri, In genere - Ritratti, In genere - Quadri dei benefattori, In genere - Ritratti dei benefattori, Testatori - Quadri, Testatori - Quadri e ritratti. Gli atti relativi alla conservazione della quadreria sono stati ricondotti tutti alla voce Manutenzione e gestione della collezione.
La sequenza delle unità conserva l'ordinamento originario: prima tutto ciò che riguarda l'esecuzione dei dipinti, poi la gestione della quadreria, quindi l'acquisizione delle eredità e, infine, la manutenzione delle tombe dei benefattori.

Cenni storici sull'esecuzione dei ritratti dei benefattori.
Nella seconda metà del XVII secolo, probabilmente a partire dal 1699, in occasione della festa si cominciarono ad esporre, nel cortile principale dell'antico Ospedale, i ritratti di alcuni benefattori del Luogo Pio, fatti eseguire dal Capitolo Ospitaliero per celebrarne la generosità. I primi quadri furono commissionati nel 1472 per onorare i fondatori dell'ospedale, Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti. Ad essi seguirono, nel 1602, i ritratti dei Cardinali Francesco Grassi ed Agostino Cusani e dell'Arcivescovo Gaspare Visconti, benefattori del Luogo Pio; tra il 1605 ed il 1606 quelli raffiguranti Papa Pio IV Medici, San Carlo Borromeo e Monsignor Alessandro Simonetta.
Nel 1669 il Capitolo Ospitaliero deliberò l'esecuzione di altre tele "cognoscendosi di quanta convenienza sii il fare fare li ritratti dei benefattori che hanno lasciato a questa pia casa il suo et donato loro vivendo". Nel corso del XVIII secolo "l'onoranza dei ritratti" proseguì saltuariamente, venendo deliberata a discrezione dell'Amministrazione solo per i cittadini più generosi o più in vista; solo nel 1810 la Congregazione di Carità, che allora amministrava l'ospedale, stabilì precisi criteri per la realizzazione delle tele: era necessario un lascito di almeno lire 40.000 per il mezzo busto e di lire 80.000 per il ritratto a figura intera.
La scelta del committente ricadeva di preferenza sugli artisti più in voga del momento, tra i quali ad esempio si possono citare Nuvolone, Santagostino, Hayez, Molteni, Segantini, Gola, Casorati, Sironi, Carrà.
Come si è già detto, l'esposizione di tutti i ritratti veniva abitualmente allestita sotto i portici del cortile del vecchio Ospedale, ora sede dell'Università Statale di Milano, affinché i fedeli, che partecipavano alla processione e alla messa solenne officiata dall'Arcivescovo di Milano nella chiesa dell'Annunziata, prendendo esempio dalla munificenza dei propri concittadini, predisponessero donazioni e lasciti in favore del nosocomio. La festa del Perdono e l'esposizione dei quadri, che inizialmente erano due riti distinti ed indipendenti, vennero quindi a coincidere per un'identità di scopi.
Le celebrazioni, tanto religiose quanto civili, richiamarono sempre una moltitudine di persone proveniente da tutto il Ducato: per questo motivo l'Amministrazione dell'Ospedale fece sì che si svolgessero anche in momenti di particolare tensione politica.
Una battuta d'arresto nella continuità della tradizione espositiva si ebbe solamente negli anni del secondo conflitto mondiale. Dal 1941 al 1945 infatti si svolsero solo i rituali religiosi.
Il desiderio di ritornare alla normalità spinse l'amministrazione del Luogo Pio a deliberare nel 1946 l'allestimento di due mostre. Nella prima si esposero circa 70 dipinti scelti tra i più rappresentativi di tutti i secoli, mentre per la seconda furono selezionati ritratti e opere dell'ultimo quindicennio.
E già nel 1947 si ripresero le manifestazioni civili in occasione della Festa del Perdono, nonostante i gravi danni subiti dall'edificio sforzesco in seguito ai bombardamenti. Vi furono però rilevanti cambiamenti nelle modalità espositive. In primo luogo gli allestimenti vennero organizzati per gruppi tematici (sezione dei ritratti dell'ultimo biennio, dei medici benefattori, dei presidenti del Consiglio degli Istituti Ospitalieri e delle donne benefattrici) selezionando solo una parte dei numerosi dipinti della collezione dell'ospedale; si cercarono inoltre spazi chiusi, in principio a causa dell'inagibilità del cortile, in seguito per esigenze di conservazione e sicurezza: si utilizzarono ad esempio la sala capitolare dell'edificio sforzesco, la crociera filaretiana, il salone dell'arengario in piazza Duomo.
Le biennali esposizioni ebbero luogo dal 1947 al 1977 senza soluzione di continuità, interrompendosi solo nel 1979 in vista di una più ampia mostra sulla "Ca' Granda" che si tenne nel 1981 a Palazzo Reale.

Criteri di ordinamento:

Documentazione correlata:
- Uffici e officine - Commissione artistica Uffici e officine - Raccolta d'arte Prerogative - Giuspatronati - Chiese ed altari - Milano - S. Annunciata - Festa del Perdono Amministrazione - Esposizioni e mostre

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