Ospedale di Niguarda (1914 - 1988)

sottoclasse | livello: 4

Produttore fondo: Milano, Ospedale Maggiore di Milano (1456 - 2005)

Consistenza: 284 fascc.

Contenuto: La sottoclasse Ospedale di Niguarda o Ospedale Nuovo è costituita dalle voci "Area", "Fabbrica", "Pratiche generali" e "Padiglioni, reparti ed edifici di servizio", le quali conservano la documentazione relativa alla costruzione dell'Ospedale di Niguarda (stesura del progetto, ricerca e reperimento dei finanziamenti per la realizzazione, acquisto dell'area, indizione del concorso per la realizzazione, atti degli appalti per le opere da capomastro e le forniture), all'organizzazione e gestione delle divisioni ospedaliere, alla manutenzione degli edifici, all'acquisto di apparecchiature medico - scientifiche.

Storia archivistica: Prima del presente intervento di riordino e inventariazione la documentazione era organizzata in base alla seguente classificazione [1]:

Ca' Granda, Ospedale Maggiore di Niguarda
- Area
- Fabbrica
- In genere A-Z
- Padiglioni
Unica sottovoce di "Area" era "Acquisti", mentre "Fabbrica" presentava una molteplicità di sottovoci: Collaudo, In genere, Direzione dei lavori - Personale addetto, Guardia, Personale addetto - Premio di riconoscimento, Personale addetto - Assicurazioni sociali, Personale addetto - Petenti, Progetto, Contratti atti d'appalto - Capomastro, Contratti - Vetri - Atti d'appalto, Contratti - Vetraio - Atti d'appalto, Richiesta di notizie, e così via.
Seguiva poi la distinta alfabetica di "In genere A-Z" (Accessi, Acqua potabile, Alienazioni, Alloggi, Apparecchi scientifici, Arredamento, Ascensori, Attivazione e inaugurazione, Autoclave, Automezzi, Autorimessa, Biancheria, Biblioteche, Box per la notte, Cabina metano, Caldaie, Cancelli, Carbonile, Cartelli indicatori, Cave di sabbia, Chioschi di vendita, Comunicazioni tranviarie, Condizionamento, Confini e coerenze, Convertitori di corrente, Collaudi, Distributori di benzina, Elettrodomestici, Fabbriche e riparazioni, Immondizia, Impianti, Incendi, ecc.). Ed infine la "rassegna" dei padiglioni e reparti ospedalieri, articolate in ulteriori sottovoci. Si prenda ad esempio il seguente caso: "Padiglioni - Antonini Rossini - Apparecchi scientifici / Arredamento / Bollitrice", ecc.
Da questa breve esemplificazione si possono osservare le numerose ridondanze nella classificazione che rendevano la consultazione della documentazione assai difficoltosa.

Note:
[1] Per quanto riguarda l'origine di tale tipo di titolario di classificazione si vedano le schede "Archivio Ospedale Maggiore - Sezione Amministrativa - parte storica" e "Origine e dotazione".

Criteri di ordinamwnto
Per la documentazione dell'Ospedale di Niguarda si è deciso di non creare una sezione storica separata, nonostante gli estremi cronologici vadano oltre gli anni Ottanta; tale scelta è motivata dal fatto che con la legge regionale 19 novembre 1976, n. 50, l'istituto fu eretto ad ente ospedaliero autonomo, di conseguenza il complesso documentario conservato presso la vecchia amministrazione è "chiuso".
Si sono lasciate entrambe le voci "Area" e "Fabbrica", come in origine, allo scopo di distinguere con maggior evidenza la documentazione relativa al concorso bandito dall'Amministrazione ospedaliera per il progetto del nuovo ospedale e quella riguardante i lavori di costruzione del complesso architettonico, rispetto agli atti di acquisto dell'area e delle problematiche ad esso connesse.
Le pratiche relative ai singoli padiglioni e reparti sono state oggetto di attenta analisi al fine di eliminare la ridondante e ripetitiva "moltiplicazione" delle sottovoci di classificazione.

Breve storia di Niguarda
La necessità di spazi adeguati alle esigenze della moderna assistenza sanitaria costrinse il Consiglio degli Istituti Ospitalieri, già nell'ultimo ventennio dell'Ottocento, ad attivarsi per la realizzazione di un nuovo complesso ospedaliero che rispondesse alle istanze della moderna scienza medica nel campo del ricovero e della cura del malato.
A Milano si optò per la costruzione di padiglioni in via Francesco Sforza (il primo padiglione "Litta", venne edificato nel 1895), "capaci globalmente, ad opera terminata, di 1400 letti: questo complesso, che diverrà il Policlinico, era concepito come una struttura composita, in cui ogni padiglione aveva una destinazione specifica e di conseguenza seguiva scelte architettoniche diverse, adeguate ognuna alle esigenze intrinseche della specialità che avrebbe dovuto accogliere" (Selvini 1989, pp. 17-18).
Ma col tempo questo complesso dimostrò di non essere in grado di sostenere la domanda di posti letto da parte dell'ampio bacino di utenza, costituito dalla città di Milano e dai comuni dell'ex ducato. Fu così che, nel 1914, in occasione di un congresso sull'assistenza ospedaliera milanese, venne proposta la costruzione di un "nuovo grande ospedale" in località decentrata. Il Consiglio degli Istituti Ospitalieri, presieduto da Enrico Arienti, deliberò la costruzione di un "nuovo Ospedale per forme mediche" nella seduta del 17 marzo 1914.
Il progetto si arenò a causa dello scoppio della prima guerra mondiale e solo nel 1917 il Consiglio di amministrazione approvò il piano organico di sistemazione degli Istituti Ospitalieri "in relazione alla costruzione del Nuovo Ospedale" (Ronzani 1938). Fu quindi istituita una Commissione tecnica, costituita dagli ingegneri Giovanni Masera e Angelo Redaelli e dal prof. Enrico Ronzani, Sovrintendente medico, con l'incarico di individuare, tra i terreni proposti, l'area più adatta alla costruzione del nuovo ospedale. La scelta della Commissione cadde sulla località in prossimità del comune di Niguarda. Il 24 giugno 1919 gli Istituti Ospitalieri di Milano stipularono il preliminare di compravendita del terreno con l'autorizzazione del Prefetto di Milano e della Commissione provinciale di assistenza e beneficenza pubblica. I mezzi economici per sostenere le spese di realizzazione vennero forniti, in percentuale determinante, dalla beneficenza.
La realizzazione del nuovo ospedale, però, subì ancora una battuta d'arrestò a causa dei "numerosi ostacoli frapposti dalla burocrazia ospedaliera" (Ronzani 1938).
Sol nel 1926 poté essere bandito un concorso pubblico per il progetto architettonico del nuovo Ospedale Maggiore di Niguarda, il quale ebbe uno svolgimento assai travagliato, tra ricorsi di alcuni concorrenti contro l'assegnazione del primo posto al progetto agli ingegneri Antonio Bertolaia e Virgilio Riva, lungaggini burocratiche e divergenze in seno al Consiglio ospedaliero.
Si decise infine, per superare tutte le difficoltà, di affidare la redazione del progetto esecutivo di costruzione all'Ufficio tecnico dell'ente, diretto dall'ingegnere Giulio Marcovigi (morto nel 1937, prima della conclusione dei lavori e sostituito dall'ing. Giuseppe Casalis), senza ulteriori concorsi pubblici, con la collaborazione dell'architetto Giulio Arata e la sovrintendenza sanitaria di Enrico Ronzani, (deliberazione consiliare 13 luglio 1932).
Il vasto cantiere durò 7 anni e il nuovo ospedale fu inaugurato nell'ottobre del 1939; la sua attività fu però bruscamente interrotta dagli eventi bellici: i bombardamenti dell'agosto del 1943 provocarono ingenti danni agli edifici costringendo l'amministrazione a sfollare parte dei ricoverati (il padiglione Antonini Rossini fu letteralmente squarciato). Negli anni del dopoguerra la ricostruzione e il ripristino dei servizi furono possibili soprattutto grazie al concorso della beneficenza privata.
Le munifiche donazioni permisero nei decenni successivi, in particolare negli anni Sessanta, ampliamenti e migliorie, oltre che l'apertura di nuovi reparti specialistici, i quali contribuirono in maniera determinante a "definire la fisionomia di Niguarda, con l'inserimento di una medicina d'avanguardia nel normale tessuto ospedaliero" (Selvini 1989, p.230).
Fu proprio l'evoluzione tecnologica dei servizi che permise al complesso ospedaliero di assumere una identità sempre più autonoma, confermata dalla legge regionale del 1976, con la quale Niguarda, l'Ospedale di Sesto San Giovanni e il San Carlo Borromeo vennero eretti ad enti autonomi (legge regionale 19 novembre 1976, n. 50).

Documentazione correlata:
- La documentazione riguardante la chiesa dell'ospedale, intitolata alla SS. Annunziata, si trova in "Prerogative - Giuspatronati - Chiese ed altari - Milano, SS. Annunziata". La documentazione riguardante la chiesa dell'ospedale, intitolata alla SS. Annunziata, si trova in "Prerogative - Giuspatronati - Chiese ed altari - Milano, SS. Annunziata".

Bibliografia:
- Della Porta 1939 = M. Della Porta, Il Nuovo Ospedale Maggiore di Milano, Milano, 1939
- Ronzani 1938 = E. Ronzani, Il Nuovo Ospedale Maggiore di Milano e la sua storia. Estratto dal Rendiconto sanitario statistico degli Istituti Ospitalieri di Milano vol.IV - quinquennio 1932-1936, Monza, 1938
- Selvini 1989 = A. Selvini, Ospedale Niguarda Ca' Granda. 1939 - 1989. Cinquant'anni di evoluzione della medicina, Milano, 1989

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