Granelli (1930 - 1976)
sottoclasse | livello: 6
Produttore fondo: Milano, Ospedale Maggiore di Milano (1456 - 2005)
Consistenza: 17 fascc.
Storia archivistica: Nota storica
"Il padiglione Granelli fu ideato per ospitare l'Istituto di Patologia medica dell'Università di Milano, che fino al 1933 aveva collocazione nelle antiche camerate dell'Ospedale Ciceri. Inizialmente, come per le altre sedi degli istituti universitari, si prospettò l'ipotesi di ubicare la nuova clinica a Città Studi, secondo il programma di Luigi Mangiagalli, che prevedeva spazi esclusivi per gli studi accademici.
Abbandonata per motivi economici e logistici questa eventualità, si decise di edificare sul terreno nei pressi di via Francesco Sforza, già occupato dall'oratorio di San Carlo, anticamente proprietà di Giacomo Mellerio e acquistato dal nosocomio il 31 ottobre 1927, per installarvi una sede provvisoria del convitto infermiere, poi costruito ex novo contemporaneamente al padiglione Granelli.
Ezio Granelli, persuaso alla beneficenza verso l'Ospedale Maggiore da Domenico Cesa-Bianchi, direttore della Clinica da diversi anni, e, secondo quanto ricordava nel 1931 il noto medico Ambrogio Binda, direttamente da Benito Mussolini, individuò il progettista in Cesare Dorici, membro del Consiglio d'amministrazione degli Istituti Ospedalieri e vice-podestà di Milano. Questi, attenendosi al piano regolatore, predispose la facciata del nuovo edificio verso una strada che avrebbe dovuto diramarsi perpendicolarmente dal corso di Porta Romana, elaborando una struttura antiquata, in buona parte analoga, almeno nell'alzato, a quella in effetti realizzata.
Il progetto definitivo fu invece affidato ad Enrico A. Griffini, coadiuvato da Ambrogio Gadola, che separò servizi clinici, didattici e di laboratorio, conferendo al padiglione "per espresso desiderio del Donatore, una impronta di distinzione, di proprietà e per certi ambienti anche di eleganza", tanto che a causa dell'impiego di materiali di pregio, ma costosi, furono mosse critiche all'Ente.
Ezio Granelli, accompagnato dai famigliari, posò la prima pietra durante una "mesta cerimonia" il 27 settembre 1931, nell'anniversario della scomparsa dei due giovani. L'impresa edile di Luigi Gadola completò rapidamente l'edificio, costituito da due corpi di fabbrica disposti a "T", destinati rispettivamente ai servizi clinici e alla didattica. (...)
Le innovazioni del nuovo padiglione, inaugurato il 23 ottobre 1933 e quasi interamente realizzato con materiali e strumentazione nazionale secondo le direttive del regime fascista, furono notate e illustrate da alcune testate di stampa specializzata, come la romana "Architettura" o le milanesi "Avvenire Sanitario" e "Illuminazione Razionale".
Nel 1943 l'Istituto di Patologia Medica, mutata denominazione in Istituto di clinica medica dal 1937, subì gravi danni e quando il padiglione fu riaperto al pubblico si rivelò inadatto alle esigenze ospedaliere. Sotto la direzione medica di Luigi Villa furono quindi messe in opera alcune modifiche, come la creazione di uno spazio nel seminterrato per la Sezione Radiodiagnostica, l'ampliamento dell'edificio, ottenuto tramite un sopralzo ideato nel 1950 e completato solo 10 anni dopo dal Genio Civile, la costruzione di una nuova ala di 4 piani fuori terra a sud ovest - destinata al reparto di cardiologia diagnostica -, e una costruzione simmetrica, con un solo piano fuori terra, verso il padiglione Sacco.
I lavori di ampliamento, condotti dell'Ufficio Tecnico ospedaliero diretto dall'ingegnere Alessandro Pria, e conclusi nel 1971, permisero la nascita di un centro di alta specializzazione per la diagnosi e la terapia delle malattie epatobiliari, l'installazione di strumenti radiologici e la creazione di un centro di nefrologia e dialisi, anche se a discapito dell'edificio razionalista ideato da Griffini.
Nel 1980 si provvide alla sistemazione del reparto di dialisi, situato nell'ala sud, a piccole migliorie volute da Elio Polli, direttore della Clinica Medica I, e alla risistemazione degli impianti per la radiologia, nell'ambito di un progetto che coinvolse le diverse radiologie del Policlinico.
Un nuovo vasto ampliamento fu concepito nello scorcio degli anni Settanta da Elio Polli per ubicarvi un Istituto ematologico per lo studio e la cura delle malattie del sangue, il futuro Padiglione Marcora. Nel 1988 il servizio radiologico del Granelli fu trasferito al padiglione Sacco e nel 1989 fu allestito un ambulatorio di allergologia, collegato ai servizi di endocrinologia, endoscopia e broncoscopia, sistemato al piano rialzato e diretto dai professori Paolo Bianchi e Luigi Allegra.
Nel 1990 fu risistemata l'ala sud dove, per iniziativa di Elio Polli, venne creato un centro per le immunodeficienze secondarie."
[Cassinelli 2005 b]
Documentazione correlata:
- Case di Residenza, Oratorio di S. Carlo, Acquisti
Bibliografia:
- Cassinelli 2005 b = D. Cassinelli, Padiglione "Bruno Granelli" (1933), in P.M. Galiberti, S. Rebora (a cura di), Il Policlinico. Milano e il suo ospedale, Milano, 2005, pp. 191-195
- Cesa Bianchi, Griffini 1934 = D. Cesa Bianchi, E.A. Griffini, L'istituto di patologia medica della R. Università di Milano, Milano, 1934.
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/archivi/complessi-archivistici/MIBA00D27E/