Litta (1895 - 1971)

sottoclasse | livello: 6

Produttore fondo: Milano, Ospedale Maggiore di Milano (1456 - 2005)

Consistenza: 11 fascc.

Storia archivistica: Nota storica
"Nel 1883 il Consiglio Ospedaliero, presieduto dal conte Emilio Borromeo, decise di avviare la costruzione di un nuovo padiglione di chirurgia nelle aree retrostanti l'Ospedale. Il progetto, caduto nel vuoto a causa della mancanza di fondi non venne però accantonato e quattro anni più tardi, grazie all'acquisto di un terreno in via Pace, nuovamente si tornava a parlare di un nuovo padiglione chirurgico che avrebbe dovuto sorgere anche grazie ai contributi generosi della nuova Commissione Visitatori e Visitatrici istituita proprio nel 1887. Ma soltanto nel 1891 l'Ospedale poté beneficiare dei fondi necessari alla costruzione di questo padiglione: nel giugno di quell'anno, infatti, la duchessa Eugenia Litta Attendolo Bolognini, in seguito alla prematura scomparsa del proprio prediletto figlio, Alfonso Litta Arese, decise di elargire la considerevole somma di 120.000 lire, necessaria all'edificazione del nuovo padiglione al quale legare in maniera perpetua il nome di Alfonso.
La progettazione e la direzione dei lavori furono assunti da Emilio Speroni, ingegnere capo dell'Ufficio Tecnico dell'Ospedale, che nel giro di quattro anni portò a compimento la costruzione dell'edificio. (...)
Nell'Archivio dell'Ospedale si conservano il testo dell'invito e la relativa lista delle autorità e delle persone invitate all'inaugurazione del Padiglione Litta, che si tenne il 4 giugno 1895: in quell'occasione fu presentato il nuovo edificio, nel cui atrio si trovava, come tutt'oggi, il ritratto di Alfonso Litta, commissionato dalla duchessa al pittore Edoardo Gelli, ritrattista di casa Savoia, e realizzato dall'artista sulla base di un altro suo ritratto, eseguito poco dopo la morte del giovane Alfonso, oggi esposto al Museo di Milano. L'ospedale non mancò in quell'occasione di manifestare la propria riconoscenza alla duchessa, la cui beneficenza fu immortalata dalle parole appositamente scritte da Gaetano Negri e riportate su una lapide collocata all'ingresso del padiglione.
Ad un anno dall'inaugurazione il Padiglione Litta fu attivato e da allora continuò ad assolvere, pienamente, fino alla metà degli anni Venti la funzione per la quale era stato progettato: la cura dei malati chirurgici. Ancora durante la prima guerra mondiale, quando il padiglione venne trasformato in ospedale militare, veniva segnalata la modernità della struttura che soltanto fra il 1931 e il 1933 fu ritenuta insufficiente: a quest'epoca risalgono infatti gli interventi sul lato ovest realizzati allo scopo di ampliare le due sale operatorie e il gabinetto radiografico.
La costruzione del Padiglione Litta, primo ad essere eretto sull'area al di là del Naviglio, servì da stimolo alla crescita del nuovo Policlinico: negli anni successivi molti altri padiglioni furono infatti eretti grazie ai contributi di generosi cittadini che sull'esempio della duchessa Litta contribuirono a realizzare uno dei primi ospedali italiani di questo genere."
[Vecchio 2005]

Documentazione correlata:
- Sezione storica, Donazioni, Litta Bolognini Eugenia Sezione amministrativa, Donazioni, Caprara Lidia ved. Morando Bolognini

Bibliografia:
- Castelli 1941 = G. Castelli, L'Ospedale Policlinico di Milano, Milano, 1941
- Pecchiai 1926 = P. Pecchiai, Guida dell'Ospedale maggiore e degli istituti annessi, Milano, 1926
- Ronzani 1937 = Gli Istituti Ospitalieri di Milano: dal XV al XX secolo: L'igiene ospitaliera attraverso cinque secoli, Genova, 1937
- Vecchio 2005 = S. Vecchio, Padiglione "Alfonso Litta" (1895), in P.M. Galiberti, S. Rebora (a cura di), Il Policlinico. Milano e il suo ospedale, Milano, 2005, pp. 51-52

espandi | riduci

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).