Sacco (1940 - 1975)
Sottoclasse | livello: 6
Produttore fondo: Milano, Ospedale Maggiore di Milano (1456 - 2005)
Consistenza: 7 fascc.
Storia archivistica: Nota storica
"Il padiglione coniugi Sacco fu eretto in memoria della moglie del benefattore Carolina Cerutti.
Il terreno prescelto per la costruzione del padiglione si estendeva in parte "tra la residua area del demolito Ospedale di Sant'Antonino ed in parte in quella derivante dall'acquisto dell'ex Oratorio di San Carlo". Il progetto fu elaborato dall'Ufficio tecnico diretto dall'ingegner Antonio Bertolaia, con la collaborazione del direttore medico Enrico Ronzani e del Clinico medico professor Luigi Zoia, dal momento che si decise di trasferirvi definitivamente la Clinica medica universitaria, all'epoca allogata presso l'Ospedale Fatebenefratelli.
L'edificio, sorto tra il 1927 e il 1929, fu realizzato con pianta a forma di T, a quattro piani fuori terra: nella parte frontale furono collocati i servizi ospedalieri, la direzione clinica e i reparti di degenza, mentre nel braccio verticale vennero disposti i servizi clinici di insegnamento, i laboratori e l'aula didattica. I due reparti, maschile e femminile, ospitavano complessivamente 80 letti, più i molti laboratori scientifici e i locali ad uso didattico, che nella loro abbondanza e modernità contribuivano a caratterizzare il padiglione come un vero e proprio centro di ricerche. Vi erano inoltre una sezione radiologica e röntgenterapica, una camera per lo studio del ricambio basale e per la determinazione dei gas del sangue, una sala per gli elettrocardiogrammi, nonché laboratori di chimica, microchimica, batteriologia e sierologia; al terzo piano vi era inoltre un terrazzo per le cure elioterapiche. Tale struttura rispecchiava il legame tra l'edificio e la sua destinazione a clinica universitaria ed era il frutto di una stretta collaborazione tra i progettisti e il personale medico.
Nell'ottobre del 1937 il Consiglio degli Istituti Ospitalieri deliberò di trasferire la Clinica medica generale al padiglione Granelli, mentre nel padiglione Coniugi Sacco trovò sede l'Istituto di patologia speciale medica, la cui direzione venne assegnata al professor Luigi Villa. Il nuovo primario chiese come prima cosa che, in concomitanza al progetto di trasformazione dell'ultimo piano del padiglione in reparto di degenza, venissero trovati degli spazi per allestire nuovi laboratori.
La questione fu lasciata in sospeso a causa della guerra, durante la quale il padiglione subì danni non gravi ma tali da richiedere il trasferimento dell'Istituto al padiglione Granelli per la durata di un intero anno accademico.
Nel 1951 il professor Guido Melli, Direttore dell'Istituto e Primario, chiese l'ampliamento del sotterraneo per trasferirvi i laboratori e gli ambulatori, lasciando in questo modo degli spazi liberi al secondo piano da destinare ai degenti. Il Consiglio deliberò, in data 6 giugno 1956, di utilizzare solo una parte del seminterrato, allestendovi un ambulatorio di chirurgia, con relativa sala d'aspetto, i laboratori di fisiopatologia, di metabolismo basale e di allergia. Al secondo piano si sarebbero riorganizzate le infermerie, costruendo dei box che permettessero di aumentare il numero dei posti letto. I lavori di sistemazione del seminterrato si conclusero nel 1958, quelli al secondo piano nel 1961. Rimanevano in sospeso la ristrutturazione del reparto solventi e soprattutto quella del reparto radiologico. L'urgenza di tali interventi è ampiamente testimoniata dalla corrispondenza del nuovo primario dell'Istituto, professor Cesare Bartorelli, con l'Amministrazione, nella quale si sottolinea ripetutamente lo "scottante problema del reparto radiologico", veramente insufficiente nelle attrezzature e nei locali e con apparecchi "pericolosi per l'uso".
Il Consiglio deliberò i lavori di riforma del reparto radiologico in data 25 marzo 1971, prevedendo lo smantellamento dell'impianto di röntgenterapia, l'allestimento di una sala di radiodiagnostica, l'acquisto di apparecchiature, la sistemazione dei locali per il servizio di sviluppo e lettura dei radiogrammi e i lavori edili di pulitura dell'intero reparto. Le opere furono ultimate agli inizi del 1978.
Il primo piano dell'edificio venne adattato nel 1983 al ricovero dei cardiopatici del Servizio di cardiologia, da poco trasferito presso il Sacco. Nel gennaio del 1989 si conclusero i lavori al terzo piano rendendolo così pronto ad ospitare l'Unità coronarica. Quest'ultima fu trasferita nel 1996 al primo piano, dopo aver ultimato i necessari lavori di aggiornamento tecnologico e di sistemazione degli impianti.
I successivi interventi di ristrutturazione e riorganizzazione degli spazi furono improntati allo sviluppo della Divisione di Cardiologia, al primo piano dell'edificio: nel 2002 il primo piano venne completamente ristrutturato grazie alla donazione della famiglia Recordati. Le sale di degenza vennero trasformate in stanze a due letti con servizi e l'Unità di cure intensive dotata di moderni e sofisticati apparecchi di monitoraggio.
Nel 2004 i lavori di "umanizzazione" della struttura interna del padiglione vennero estesi anche al secondo piano per accogliere l'Unità Operativa di Broncopneumologia diretta dal professor Luigi Allegra e l'Unità Operativa Centro per l'Ipertensione diretto dal professor Fabio Magrini.
Questi interventi voluti e finanziati dall'Ospedale Maggiore hanno consentito di realizzare una importante svolta nella storia del padiglione Sacco: la costituzione del Dipartimento di Malattie Cardiovascolari e Respiratorie. Con il Dipartimento infatti si concentrano nello storico edificio tutte le competenze e le strutture per la cura e lo studio delle malattie acute e croniche degli apparati cardiovascolare e respiratorio.
[Todeschini 2005 c]
Centro di Fisiologia Clinica e Ipertensione (1968)
L'edificio prefabbricato adiacente al padiglione dei coniugi Sacco sorse allo scopo di trovare una sede all'Istituto universitario di Ricerche Cardiovascolari fondato dal professor Cesare Bartorelli. Lo stesso Rettore dell'Università degli Studi di Milano, nel 1967, chiese all'Ospedale il terreno compreso tra l'ala est e l'ala nord del padiglione Sacco a titolo di precario insieme all'autorizzazione a edificare un nuovo edificio; le autorizzazioni furono concesse l'anno successivo. I lavori, affidati all'architetto Giuseppe Manzoni dell'Ufficio tecnico dell'Ospedale e ultimati nel 1969, vennero effettuati a spese dell'Associazione Amici dell'Istituto di Ricerche Cardiovascolari "Giorgio Sisini".
Nel marzo del 1982 l'Istituto comunicò all'Ospedale il proprio trasferimento in altra sede. Grazie al contributo dell'Associazione per il Centro di Fisiologia Clinica e Ipertensione, l'Amministrazione acquistò il prefabbricato e lo assegnò, dopo le necessarie opere di ristrutturazione, al Centro di Fisiologia Clinica e Ipertensione annesso alla Clinica Medica IV e diretto, fino al 2001, dal professor Alberto Zanchetti.
Dal 2001 il Centro è diretto dal professor Giuseppe Mancia e, dal 2004, si è costituito come centro Interuniversitario di Fisiologia Clinica e Ipertensione, tra le Università di Milano, Milano Bicocca e Pavia, con convenzione con l'Ospedale Maggiore. Il Centro ospita la Scuola di Specializzazione in Cardiologia II dell'Università di Milano, diretta dal professor Fabio Magrini, che dirige pure l'Unità Operativa per la cura dell'ipertensione arteriosa, nonché il Dottorato di Ricerca in Fisiopatologia Cardiovascolare, diretto dal professor Gastone Leonetti."
[Todeschini 2005 d]
Documentazione correlata:
- Donazioni, Sacco Carlo Case di residenza, In genere (Danni di guerra), atti 1378/1944
Bibliografia:
- Ronzani 1937 = Gli Istituti Ospitalieri di Milano: dal XV al XX secolo: L'igiene ospitaliera attraverso cinque secoli, Genova, 1937
- Todeschini 2005 c = G. Todeschini, Padiglione "Coniugi Sacco" (1929), in P.M. Galiberti, S. Rebora (a cura di), Il Policlinico. Milano e il suo ospedale, Milano, 2005, pp. 175-176
- Todeschini 2005 d = G. Todeschini, Centro di fisiologia e ipertensione (1968), in P.M. Galiberti, S. Rebora (a cura di), Il Policlinico. Milano e il suo ospedale, Milano, 2005, p.181
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/archivi/complessi-archivistici/MIBA00D289/