Doti (1629 - 1921)
sottoclasse | livello: 4
Produttore fondo: Milano, Ospedale Maggiore di Milano (1456 - 2005)
Consistenza: 3 fascc.
Contenuto: Atti relativi all'istituzione delle doti Biumi - Visconti Dell'Oca, Bianchi e Comolli, domande di assegnazione delle medesime corredate di fede di povertà e rispettabilità, elenchi delle fanciulle a cui veniva assegnata la dote, con i rogiti di assegnazione e pagamento.
Note storiche
Le doti istituite da Giuseppe Biumi e da Isabella Visconti Dell'Oca erano destinate a nubende povere i cui nominativi dovevano essere segnalati alla Congregazione di Carità dall'Ospedale Maggiore di Milano, poiché rivolte alle addette al servizio del Luogo Pio o a fanciulle aventi rapporti di parentela con il personale di servizio.
Giovanni Battista Bianchi con testamento 19 novembre 1574 dispose che annualmente in perpetuo i suoi eredi assegnassero sei doti di lire 200 imperiali ciascuna, quattro temporali e due spirituali, a fanciulle povere e di buoni costumi della città di Milano, con preferenza per eventuali discendenti decadute e, mancando queste, per fanciulle residenti in Porta Romana.
I Deputati dell'Ospedale Maggiore di Milano dovevano fornire ogni anno ai discendenti del benefattore una rosa di dodici nominativi, corredati di fede di povertà ed onorabilità compilate dai parroci di appartenenza, tra i quali dovevano essere scelte le assegnatarie.
La dote doveva essere pagata entro l'anno corrente.
Giovanni Battista Comolli con testamento 15 agosto 1629, a rogito Girolamo Piazza di Milano, istituì erede il figlio Antonio, disponendo diversi legati tra i quali quello di lire 20.000 la cui rendita doveva servire all'assegnazione annuale di dodici doti, sei per figlie nubili residenti in Arcisate (Va), preferibilmente appartenenti alla famiglia Comolli, e sei per figlie povere della città di Milano.
Il diritto di nomina di dieci delle dodici ragazze spettava al suo erede, mentre quello di due delle doti "milanesi" spettava al Pio Luogo dei Santi Rocco e Romano, incaricato anche della gestione del capitale legato dal benefattore e quindi del pagamento delle doti stesse.
Nel corso degli anni, dopo la morte del benefattore, il numero delle doti venne ridotto a quattro ed il diritto di nomina passò, ad anni alterni, alle famiglie Padulli e Calderari, eredi per vie diverse di Antonio Comolli.
Il diritto di nomina della famiglia Calderari pervenne all'Ospedale Maggiore di Milano in qualità di erede di Carlo Calderari, deceduto il 27 giugno 1860 senza nulla disporre circa l'amministrazione del lascito Comolli (da cui la vertenza tra i discendenti Calderari e l'ospedale).
Il pagamento delle doti pervenne invece ai Luoghi Pii Elemosinieri poiché il Pio Luogo dei Santi Rocco e Romano era stato aggregato a quello delle Quattro Marie, a sua volta concentrato nella Congregazione di carità napoleonica.
Storia archivistica: La serie raccoglie la documentazione relativa alle doti istituite da privati cittadini in favore di fanciulle povere, la cui gestione è pervenuta all'Ospedale Maggiore di Milano mediante lasciti testamentari o nella cui amministrazione era coinvolto, a vario titolo, il Capitolo dell'Ospedale.
Criteri di ordinamento
La documentazione si trovava organizzata in fascicoli e collocata in tre buste: in fase di schedatura ci si è limitati ad ordinare cronologicamente gli atti.
Criteri di ordinamento:
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/archivi/complessi-archivistici/MIBA00D2BC/