Distinta alfabetica delle chiese (1357 - 2003)
sottoclasse | livello: 5
Produttore fondo: Milano, Ospedale Maggiore di Milano (1456 - 2005)
Consistenza: 194 fascc.
Contenuto: La sottoclasse Distinta alfabetica delle chiese (denominazione creata in occasione di questo riordino), organizzata secondo il nome della chiesa beneficiata, è costituita da fascicoli che comprendono generalmente gli atti di istituzione e dotazione del beneficio, il carteggio amministrativo sui diritti di giuspatronato, le nomine di chierici e cappellani, le forniture di olii, cere, arredi sacri per la celebrazione delle funzioni, gli eventuali oneri di manutenzione e riparazione degli edifici.
Per le note storiche riguardanti le singole chiese ed oratori si rimanda alle relative schede unità.
Storia archivistica: Criteri di ordinamento
I nomi delle chiese con i quali sono intitolati i fascicoli sono stati oggetto di normalizzazione in sede di schedatura in base alla denominazione in uso.
Alcuni fascicoli sono stati riordinati ed in parte schedati negli anni Cinquanta (1954 - 1957) da Francesco Orelli, che si firma archivista paleografo dell'Ospedale Maggiore ma non risulta essere mai stato impiegato presso l'Archivio.
Cenni storici sulla Festa del Perdono
Il 25 marzo 1460 presso l'Ospedale Maggiore di Milano, fu celebrata la prima Festa del Perdono: le origini di tale cerimonia religiosa risalgono al 1459, quando Papa Pio II Piccolomini concesse una particolare indulgenza plenaria a tutti i devoti penitenti che, durante un trentennio, avessero visitato ad anni alterni l'Ospedale Maggiore - nel giorno dell'Annunciazione - e il Duomo - in quello dell'Assunzione - e avessero fatto un'offerta per la prosecuzione delle due fabbriche. L'indulgenza assunse carattere di perpetuità nel 1560 con la bolla "Pastoris eterni" emessa da Pio IV Medici.
La data scelta per le celebrazioni, giorno dell'Annunziata, coincide per tradizione con l'entrata di Francesco Sforza a Milano e la promessa ai milanesi di fondare un nuovo grande ospedale. Il solenne giubileo fu chiamato "Festa del Perdono" dal popolo.
Nella seconda metà del XVII secolo, probabilmente a partire dal 1699, in occasione della festa si cominciarono ad esporre, nel cortile principale dell'antico Ospedale, i ritratti di alcuni benefattori del Luogo Pio, fatti eseguire dal Capitolo Ospitaliero per celebrarne la generosità. I primi quadri furono commissionati nel 1472 per onorare i fondatori dell'ospedale, Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti. Ad essi seguirono, nel 1602, i ritratti dei Cardinali Francesco Grassi ed Agostino Cusani e dell'Arcivescovo Gaspare Visconti, benefattori del Luogo Pio; tra il 1605 ed il 1606 quelli raffiguranti Papa Pio IV Medici, San Carlo Borromeo e Monsignor Alessandro Simonetta.
Nel 1669 il Capitolo Ospitaliero deliberò l'esecuzione di altre tele "cognoscendosi di quanta convenienza sii il fare fare li ritratti dei benefattori che hanno lasciato a questa pia casa il suo et donato loro vivendo". Nel corso del XVIII secolo "l'onoranza dei ritratti" proseguì saltuariamente, venendo deliberata a discrezione dell'Amministrazione solo per i cittadini più generosi o più in vista; solo nel 1810 la Congregazione di Carità, che allora amministrava l'ospedale, stabilì precisi criteri per la realizzazione delle tele: era necessario un lascito di almeno lire 40.000 per il mezzo busto e di lire 80.000 per il ritratto a figura intera.
La scelta del committente ricadeva di preferenza sugli artisti più in voga del momento, tra i quali ad esempio si possono citare Nuvolone, Santagostino, Hayez, Molteni, Segantini, Gola, Casorati, Sironi, Carrà.
Come si è già detto, l'esposizione di tutti i ritratti veniva abitualmente allestita sotto i portici del cortile del vecchio Ospedale, ora sede dell'Università Statale di Milano, affinché i fedeli, che partecipavano alla processione e alla messa solenne officiata dall'Arcivescovo di Milano nella chiesa dell'Annunziata, prendendo esempio dalla munificenza dei propri concittadini, predisponessero donazioni e lasciti in favore del nosocomio. La festa e l'esposizione dei quadri, che inizialmente erano due riti distinti ed indipendenti, vennero quindi a coincidere per un'identità di scopi.
Le celebrazioni, tanto religiose quanto civili, richiamarono sempre una moltitudine di persone proveniente da tutto il Ducato: per questo motivo l'Amministrazione dell'Ospedale fece sì che si svolgessero anche in momenti di particolare tensione politica.
Una battuta d'arresto nella continuità della tradizione espositiva si ebbe solamente negli anni del secondo conflitto mondiale. Dal 1941 al 1945 infatti si svolsero solo i rituali religiosi.
Il desiderio di ritornare alla normalità spinse l'amministrazione del Luogo Pio a deliberare nel 1946 l'allestimento di due mostre. Nella prima si esposero circa 70 dipinti scelti tra i più rappresentativi di tutti i secoli, mentre per la seconda furono selezionati ritratti e opere dell'ultimo quindicennio.
E già nel 1947 si ripresero le manifestazioni civili in occasione della Festa del Perdono, nonostante i gravi danni subiti dall'edificio sforzesco in seguito ai bombardamenti. Vi furono però rilevanti cambiamenti nelle modalità espositive. In primo luogo gli allestimenti vennero organizzati per gruppi tematici (sezione dei ritratti dell'ultimo biennio, dei medici benefattori, dei presidenti del Consiglio degli Istituti Ospitalieri e delle donne benefattrici) selezionando solo una parte dei numerosi dipinti della collezione dell'ospedale; si cercarono inoltre spazi chiusi, in principio a causa dell'inagibilità del cortile, in seguito per esigenze di conservazione e sicurezza: si utilizzarono ad esempio la sala capitolare dell'edificio sforzesco, la crociera filaretiana, il salone dell'arengario in piazza Duomo.
Le biennali esposizioni ebbero luogo dal 1947 al 1977 senza soluzione di continuità, interrompendosi solo nel 1979 in vista di una più ampia mostra sulla "Ca' Granda". Nel 1981 a Palazzo Reale venne organizzata una Rassegna sui primi cinque secoli di storia dell'Ospedale Maggiore, in cui vennero esposti, oltre ai quadri, anche documenti, arredi sacri, strumenti chirurgici e oggetti dell'antica Spezieria.
Nuovamente sospesa dopo la mostra di Palazzo Reale, la tradizionale esposizione fu ripristinata esclusivamente nel 2003 con una mostra dedicata ai ritratti dei benefattori degli ultimi quindici anni.
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/archivi/complessi-archivistici/MIBA00D2C4/