Esposti (1822 - 1892)
titolo | livello: 5
Produttore fondo: Lodi, Ospedale maggiore di Lodi (1457 - 1964)
Contenuto: La cura degli esposti rappresentò sempre il principale capo di spesa a carico dell'Ospedale Maggiore di Lodi; fin dalla fondazione del nosocomio (1457) infatti, i bambini esposti erano accettati secondo una speciale disposizione, indicata nell'atto di aggregazione degli altri ospedali lodigiani a quello principale, senza limite di numero o di spesa. L'Ospedale Maggiore accoglieva quindi tutti i neonati abbandonati, affidandone poi molti a balie esterne o a famiglie disposte ad allevarli. Le norme per la cura, l'allevamento, il collocamento a balia o la sistemazione esterna dei bambini erano consolidate dalla tradizione, modellate sicuramente su quelle adottate dalla Ca' Granda di Milano, che gestiva un gran numero di minori abbandonati. L'Ospedale accoglieva i bambini lasciati al torno (la ruota dove i genitori deponevano i neonati che non erano in grado di allevare) presso l'edificio ospedaliero, quelli provenienti dai Comuni del circondario, i nati da donne degenti nel reparto delle puerpere segrete (che rimanevano quindi anonime, ma erano comunque assistite) oppure da ammalate ricoverate in ospedale e temporanemente incapaci di occuparsi del neonato. Il bambino veniva accettato in Balieria, affidato a balie interne o esterne, ricompensate per la loro opera. Fino all'età di 6 anni la responsabilità della cura dei bambini spettava al Baliere, un ufficiale stipendiato dell'Ospedale. Dopo quell'età l'esposto era preso in carico dall'economato. Oltre gli esposti, dopo i sei anni potevano essere accettati, se pur raramente, bambini abbandonati e profughi, inviati dalle autorità. La maggior parte degli esposti si trovavano fuori dall'Ospedale collocati presso famiglie private, I fanciulli affidati a privati restavano a carico del Luogo Pio degli esposti fino ai 15 anni; dopo quell'età venivano cancellati dai registri ospedalieri. Chi rimaneva a vivere in istituto dopo i sei anni, perché non collocato o restituito dagli affidatari, faceva parte della Famiglia degli esposti, maschile o femminile, rigorosamente separate.Il Luogo Pio degli esposti lodigiano funzionò autonomamente fino al 1868. Dal 1° gennaio 1869 divenne filiale dell'Ospizio provinciale degli esposti e delle partorienti di Milano, in seguito agli adempimenti alla Legge comunale e provinciale del 20 marzo 1865, che disciplinava le istituzioni destinate all'infanzia abbandonata. Fu chiuso definitivamente il 1° luglio 1877.La documentazione qui conservata è relativa solo agli ultimi anni di attività autonoma dell'Ospizio, prima dell'accorpamento dell'Istituto milanese, alla cui documentazione si rimanda.
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/archivi/complessi-archivistici/MIBA01A077/