Titolo II - Eredità Giovanni Battista Crivelli e Carlo Carcano (1530 - 1666)

serie | livello: 3

Produttore fondo: Famiglia Archinto (sec. XII - )

Consistenza: fascc. 2

Contenuto: La serie conserva le carte relative alle eredità provenienti da Giovanni Battista Crivelli e dal nipote Carlo Carcano, la prima senza vincolo, la seconda con vincolo di primogenitura, confluite in casa Archinto in virtù del legame di parentela creatosi con il matrimonio di Isabella Carcano con Carlo Archinto (1535 - 1593), figlio di Alessandro.
Giovanni Battista Crivelli, di nobile famiglia milanese, testa nel 1617 per metà a favore del nipote Carlo Carcano, figlio di Gerolamo Cristierno e di Bianca Crivelli, e per l'altra metà a favore di Cristoforo (1581 - 1624) e Ottavio Archinto (1584 - 1656). Nel 1654 Carlo Carcano, rimasto senza eredi diretti, testa a favore del cugino Carlo Archinto (1610 - 1665), secondo le volontà testamentarie del padre.
Gli Archinto acquisiscono con l'eredità Carcano anche tutti i beni di provenienza Crivelli, già in parte goduti attraverso il testamento di Giovanni Battista, ovvero tre quarti del patrimonio al ramo di Tainate e un quarto a quello di Barate, tra i quali si distinguono ricchi possedimenti a Cantù.
Con l'eredità Crivelli-Carcano giunge in casa Archinto parte dell'archivio familiare di Carlo Carcano, con documenti dal 1530 relativi alle ragioni e alla consistenza del patrimonio, a benefici e a dignità godute dai membri della famiglia, nonché susseguenti relativi alla gestione dei beni ereditati da parte di Filippo Archinto (1644 - 1712), figlio di Carlo, in particolare nel territorio comasco, a Bregnano, Lomazzo e Turate.
Nell'Inventario Forte del Novecento si segnalava già la mancanza del testamento Carcano: "...che manca in atti perchè fu presentato nel 1864 al Regio ufficio per la redenzione delle regalie - era a rogito del notaio di Milano Pietro Giacomo Macchio".

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