Ufficio provinciale di leva
Secondo il d.p.r. 237/1964 erano soggetti alla leva militare i cittadini maschi che facevano parte ed erano iscritti nei ruoli militari della classe di leva dell'anno di nascita.
Il 1° gennaio di ogni anno le Amministrazioni comunali dovevano notificare ai giovani che compivano diciotto anni l'obbligo di iscrizione nella lista di leva del Comune. Una volta completata, la lista era inviata all'Ufficio di leva all'inizio del mese di aprile.
Il numero, le sedi ed il territorio di competenza degli Uffici di leva corrispondevano a quelli dei Distretti militari. Tali Uffici dipendevano dal Ministero della difesa ed erano composti da commissari di leva e altro personale civile dell'Amministrazione militare.
Gli Uffici di leva controllavano e completavano le liste di leva trasmesse dai Comuni (aggiungendo eventuali rimandi in caso di rivedibilità o per altri motivi, i renitenti, i cancellati o riformati in leve anteriori, i nuovi cittadini, gli apolidi secondo le modalità dettagliate nel testo di legge) e preparavano il lavoro dei Consiglio e delle Commissioni di leva. Inoltre compilavano la lista dei renitenti dalla quale cancellavano i deceduti o quelli che, dopo il fermo o spontaneamente venivano arruolati o definivano in altro modo la loro posizione.
In base alla legge 226/2004, gli Uffici di leva hanno sospeso la propria attività entro il 31 dicembre 2005.
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Fonti
regio decreto 24 febbraio 1938, n. 329, Testo unico delle disposizioni legislative sul reclutamento del regio Esercito (= r.d. 329/1938)
decreto del presidente della repubblica 14 febbraio 1964, n. 237, Leva e reclutamento obbligatorio nell'Esercito, nella Marina e nell'Aeronautica (= d.p.r. 237/1964)
legge 23 agosto 2004, n. 226, Sospensione anticipata del servizio obbligatorio di leva e disciplina dei volontari di truppa in ferma prefissata, nonche' delega al Governo per il conseguente coordinamento con la normativa di settore (= l 226/2004)
decreto del Ministro della difesa 20 settembre 2004
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(prima redazione a cura di Rocco Marzulli, 2005, revisione di Carmela Santoro, 2008)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/archivi/profili-istituzionali/MIDL00016C/