Asilo Bani Maninetti (1908 - sec. XX)
Sede: Ardesio
Tipologia ente: ente di assistenza e beneficenza
Progetto: Comune di Ardesio
L'Asilo Bari Maninetti è stato fondato dai coniugi Bari Giacinto, fu Federico e Angela Maninetti. I due lasciarono, con testamento datato 25 marzo 1898, tutta la loro eredità, assommante a L. 18.000, al nipote don Giovanni Maninetti con l'impegno di edificare un asilo infantile nel comune di Ardesio. Aggiungendo del proprio e con il concorso di altri benefattori, l'asilo viene edificato ed entra in funzione l'1 ottobre 1908 nello stesso posto in cui ancora oggi si trova; nell'edificio aveva sede anche il preesistente Orfanotrofio Spampatti, poi soppresso. L'asilo, secondo la volontà dei suoi fondatori, doveva accogliere gratuitamente i bambini poveri di Ardesio dall'età di tre a sei anni e provvedere alla loro educazione; i posti che rimanevano disponibili potevano essere occupati da altri bambini dietro pagamento di una retta mensile il cui importo veniva fissato dal consiglio di amministrazione. In quel primo anno di vita l'asilo ospita ben 110 bambini. Nel 1912, l'ente, agli inzi della propria vita, che non aveva ancora predisposto il bilancio consuntivo, disponeva di due aule per l'insegnamento, un cortile ed un giardino, un piccolo servizio di refezione a pagamento, due insegnanti religiose ed un inserviente in servizio. Con regio decreto del 27 marzo 1913, l'Asilo viene eretto in ente morale. In quello stesso anno ci risulta da una nota di spese, che vengono condotti i lavori di ricostruzione dell'edificio per adattarlo ad ospitare la nuova destinazione. L'istituto è governato da un consiglio di amministrazione composto da cinque membri: il parroco pro-tempore di Ardesio, in carica a vita, tre componenti del consiglio di amministrazione dell'Ospedale Filisetti e due membri nominati dal consiglio comunale che durano in carica quattro anni. Nel 1921 il suo reddito ammontava complessivamente a L. 1660, di cui la voce più consistente era costituita dalle rendite degli effetti pubblici, mentre le spese e i costi di mantenimento assommavano a L. 2640, la differenza, di L. 980, veniva coperta mediante richieste di contributi e sussidi alla Commissione Centrale di Beneficenza di Milano e al Provveditorato agli Studi di Bergamo e grazie a generose elargizioni di benefattori.
Al momento dell'erezione dell'Asilo esisteva in Ardesio l'Orfanotrofio Femminile don Agostino Spampatti, dal nome del suo fondatore, che per disposizione della Curia Vescovile di Bergamo ebbe sede al piano superiore dell'edificio la cui proprietà appartaneva allo stesso Orfanotrofio. Della complessiva somma di L. 9000 lasciata da don Giovanni Maninetti, L. 4000 vengono versate sul fondo dell'Orfanotrofio e L. 5000 su quello dell'Asilo. Gli enti avevano quindi la stessa sede, condividevano scopi e finalità ma avevano un patrimonio e rendite separate.
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