Archivi governativi (1781 - 1870)
Altre denominazioni:
Archivio nazionale (1797 - 1814)
Archivio governativo
Archivio di governo
Sede: Milano
Condizione giuridica: pubblico
Progetto: Archivio di Stato di Milano: Anagrafe degli archivi (guida on-line)
L'Archivio governativo di Milano, nucleo originario da cui derivò la compagine dell'attuale AS MI, fu istituito da Giuseppe II nel 1781 con le funzioni di archivio generale dell'amministrazione asburgica in Lombardia e lo scopo di concentrare in un unico archivio di deposito, con sede nell'ex casa dei gesuiti in San Fedele, i fondi delle magistrature passate e presenti.
Prima di allora le scritture governative erano custodite nell'Archivio di governo del Castello di porta Giovia, denominato in epoca asburgica Regio ducal archivio, presso il quale erano versati e mantenuti distinti gli archivi del periodo visconteo sforzesco, delle cancellerie spagnole e asburgiche, del Consiglio segreto, delle Giunte interinali e provvisorie di governo e i registri degli statuti. Tuttavia i pericoli di dispersione e distruzione che incombevano sulla sede spinsero il responsabile della loro conservazione, Ilario Corte, a chiederne una collocazione più adeguata, individuata nella soppressa canonica di San Fedele.
Presso i locali della cosiddetta casa "del Ducato" era invece conservato l'Archivio camerale, il quale raccoglieva gli atti riguardanti l'amministrazione delle rendite dei sovrani e dello Stato di Milano prodotti, a partire dal XV secolo, dai Magistrati ordinario e straordinario, dal nuovo Magistrato camerale, dalle Giunte per le riforme e del censo, dal Supremo consiglio di economia, dal Senato camerale e dalla Camera dei conti. Con dispaccio 22 dicembre 1765 dell'imperatrice Maria Teresa, l'archivista camerale Gaetano Pescarenico (1762 - 1774) ricevette l'ordine di predisporre un piano per il riordino degli archivi dei soppressi Magistrati ordinario e straordinario, cui rispose sostenendo il rispetto del principio di provenienza dei fondi e promuovendo lo smembramento del sistema "per classi e materie", applicato negli archivi milanesi settecenteschi, per procedere a un riordinamento di tipo cronologico. Con dispaccio 19 ottobre 1767, il governo austriaco rifiutò tale proposta ordinando la fusione dei due archivi e l'applicazione di un ordinamento per classi da definirsi. A tale dispaccio seguì, in data 3 novembre 1768, un'ulteriore comunicazione del cancelliere aulico Kaunitz che, probabilmente rammaricato per la mancata esecuzione delle sue direttive, inviò il titolario dell'Archivio del Dipartimento d'Italia a Vienna, quale modello cui ispirarsi per il piano di classificazione dell'Archivio camerale. Nel novembre 1770, infine, Kaunitz ricevette da Pescarenico il lungamente atteso prospetto per il riordino dell'Archivio camerale, nel quale l'archivista milanese cedeva alla logica dell'ordinamento per materia, prospettando un piano di classificazione in sedici classi, ma continuava a rifiutare la fusione degli archivi camerali in un unico complesso archivistico.
Nel 1778 il principe di Kaunitz ordinò il trasferimento nel soppresso collegio gesuitico di San Fedele dell'Archivio del Magistrato camerale, di cui si occupò il nuovo archivista camerale Bartolomeo Sambrunico, il quale accolse le disposizioni di Vienna e divenne tra i primi artefici dell'ordinamento per materia.
I fondi camerali, unitamente a quelli governativi trasportati nel 1781, furono progressivamente trasferiti nel nuovo istituto di concentrazione degli Archivi governativi, in previsione di una loro globale fusione, rispondente alle esigenze di accentramento e di consultazione dell'amministrazione riformata, e a favore di un unico complesso archivistico: gli Atti di governo.
Il così rinnovato sistema di ordinamento per materia garantiva all'amministrazione austriaca corrente di consultare rapidamente e con esattezza la documentazione prodotta in ambiti amministrativi e istituzionali differenti, privilegiando il contenuto dei documenti, a discapito delle magistrature che avevano prodotto gli atti. "Non si ravvisava più alcuna utilità nel mantenere distinti gli archivi degli uffici soppressi e la ricerca delle scritture antiche sarebbe stata sempre più faticosa col passare del tempo, in forza dell'oblio che su quegli uffici avrebbe steso la nuova prassi amministrativa". Venne pertanto costituendosi "un nuovo, unico fondo documentario di tutti gli atti del passato e presente governo, senza alcuna attenzione per gli uffici e le istituzioni d'origine" (Bologna, Il metodo peroniano, p. 252 - 253).
Ilario Corte, già prefetto del Regio ducal archivio, fu il primo direttore degli Archivi governativi (1781 - 1786) ad avviare la poderosa opera di smembramento e riordinamento degli Atti di governo, avvalendosi della collaborazione di Luca Peroni, nominato nel 1781 secondo ufficiale per il riordinamento dell'Archivio di governo.
Alla morte di Corte gli fecero seguito: Bartolomeo Sambrunico (1786 - 1796), Luca Peroni (1796 - 1799), Bartolomeo Sambrunico (1799 - 1800), Luigi Bossi (1800 - 1814), Bartolomeo Sambrunico (1814 - 1818), Luca Peroni (1818 - 1832), Giuseppe Viglezzi (1832 - 1851), Luigi Osio (1851 - 1873).
L'applicazione dell'ordinamento per materia fu garantito dall'esperienza e collaborazione dei tre maggiori archivisti avvicendatisi alla direzione degli Archivi governativi tra la fine del XVIII secolo e i primi decenni del XIX - Corte, Sambrunico e Peroni - e, anche dopo la morte di quest'ultimo, sostenuto e variamente perseguito da Viglezzi e Osio.
Durante il periodo napoleonico (1797 - 1814), gli Archivi governativi assunsero la denominazione di Archivio nazionale e furono posti alle dipendenze della Prefettura generale degli archivi e biblioteche nazionali (1800 - 1814), incrementatosi con i fondi della Prima repubblica cisalpina (1797 - 1799), distrutti per lo più nel 1813, Seconda repubblica cisalpina (1800 - 1802) e Repubblica italiana (1802 - 1805). Dopo il 1814, confluirono negli Archivi governativi anche i fondi dei ministeri del Regno d'Italia (1805 - 1814) e della Reggenza e Plenipotenza di governo (1814 - 1815).
Con dispaccio 20 gennaio 1823, tutti gli archivi lombardi furono posti alle dipendenze della Direzione generale degli archivi e del suo direttore Luca Peroni, il quale fu anche a capo degli Archivi governativi, generando una probabile confusione nell'uso dei termini, utilizzati alternativamente per designare i due differenti istituti che Peroni dirigeva.
A partire dal 1859 il direttore Osio avviò la concentrazione di tutti i fondi dipendenti dagli Archivi governativi nel palazzo del Senato (ex Collegio elvetico), attuale sede dell'AS MI, istituito quale ufficio dell'amministrazione periferica statale dopo l'unità d'Italia.
Bibliografia
- Annuario AS MI (1911 - 1919), FERORELLI, L'Archivio camerale, vol. 2 (1912), 123 - 154 = Annuario del Regio Archivio di Stato in Milano, Perugia, Unione Tipografico Cooperativa, voll. 1 - 9, 1911 - 1919
- BOLOGNA, Il metodo peroniano = BOLOGNA, M., Il metodo peroniano e gli "usi d'uffizio": note sull'ordinamento per materia dal XVIII al XIX secolo, in "Archivio Storico Lombardo", CXXIII (1997), pp. 233 - 280
- FUMI, L'Archivio di Stato in Milano = FUMI Luigi, "L'Archivio di Stato in Milano al 31 dicembre 1908. Notizie e proposte", in NATALE Alfio Rosario (a cura di), "Archivi e archivisti milanesi", vol. I, Milano 1975, pp. 3 - 66 (già in "Archivio Storico Lombardo", a. XXXIV [1908], pp. 198 - 242)
- GG I = MINISTERO PER I BENI CULTURALI E AMBIENTALI - UFFICIO CENTRALE PER I BENI ARCHIVISTICI, Guida Generale degli Archivi di Stato italiani, dir. P. D'ANGIOLINI, C. PAVONE, vol. I, Roma 1981
- MUONI, ASMi = MUONI, D., Archivi di Stato in Milano. Prefetti o direttori (1468-1874), Milano 1874
- NATALE, L'Archivio di Stato di Milano, I = NATALE A.R. (a cura di), "L'Archivio di Stato di Milano. Manuale storico archivistico, I. Guide e cronache dell'Ottocento", Milano 1976
Fonti
- decreto 19 settembre 1807 (= d. 19 set 1807)
Compilatori
prima redazione: Regina Marina, archivista (2005)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/archivi/soggetti-produttori/ente/MIDB000520/