Camera dei protettori dei carcerati (sec. XVI - 1786)
Sede: Cremona
Progetto: Archidata
Ufficio biennale di nomina comunitaria con sede in Palazzo Grande a Cremona. Dal 1599 ebbe il diritto di riscuotere da chi volesse vendere vino in città lire 1 e soldi 15 di Milano per ogni "carraro", oltre ad una tangente in natura.
Nel 1719 il vescovo di Cremona le concesse di "questuare grani"; godeva anche di un'elemosina annua da parte della comunità. Due importanti documenti che riguardano l'ente sono: il testamento del marchese Cesare Maggi, che nel 1742 lasciò ai poveri carcerati infermi di Cremona lire 25.000, con l'ordine alla Camera dei protettori di utilizzarle per l'acquisto di letti, carne di vitello ed altro che fosse necessario e per stipendiare un medico ed un sollecitatore delle liti in Milano; l'atto di erezione di una cappellania perpetua, semplice e laica nell'oratorio sito nel cortile interno delle carceri pretorie di Cremona, il cui cappellano doveva essere nominato dalla Camera (12 maggio 1763).
I membri della Camera avevano il compito di provvedere all'assistenza dei detenuti, sia sani, che malati, sotto il "profilo materiale (visite periodiche delle carceri, abusi dei custodi, manutenzione delle celle, alimentazione, vestiario ed eventualmente cure mediche), spirituale (cappella delle carceri, confessori per i prigionieri) e giuridico (errori giudiziari, casi meritevoli di grazia, sollecitazione presso i tribunali milanesi delle cause dei carcerati poveri)".
La Camera dei protettori era collegata alla Confraternita di S. Gerolamo, la quale assisteva i condannati a morte e godeva della facoltà di poter liberare ogni anno un condannato alla pena capitale ed un galeotto.
L'ente fu sciolto dal Consiglio generale cittadino il 30 ottobre 1786 e concentrato il 28 febbraio 1787. G. Politi, "Antichi...", vol. II, pp. XCVII.
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/archivi/soggetti-produttori/ente/MIDB000BB8/