Scuola e ospedale dei disciplini di Santa Marta - Monte di pietà di Monza (1360 - sec. XVI?)

Sede: Monza

Tipologia ente: ente di assistenza e beneficenza

Progetto: Comune di Monza: Ente comunale di assistenza - ECA di Monza

Attività contemporaneamente ospedaliera ed elemosiniera esercita in Monza l'ospedale S. Marta, fondato dall'omonima scuola. L'ospizio di S. Marta, attiguo alla chiesa in contrada Rampona, viene fondato, secondo la tradizione corrente nel 1360 dal frate Ludovico da Biassono della scuola dei disciplini(1).
Il primo documento dell'archivio storico dell'E.C.A. in cui viene citata la scuola di S. Marta è del 29 settembre 1361, un testamento in cui la scuola stessa è nominata erede sostituta(2). Nei documenti degli anni immediatamente successivi, la scuola viene denominata anche "società", "università", "congregatio", senza particolari organi che svolgano funzioni direttive od esecutive: sono infatti citati solamente procuratori per rappresentare tutta la confraternita nella stipulazione dei contratti giuridici(3).
Il primo cenno dell'ospedale di S. Marta, si trova in un testamento del 19 dicembre 1373(4).
L'ospedale ha natura promiscua, in quanto accoglie e nutre infermi, poveri miserabili e viandanti; la bolla di papa Leone X del 10 gennaio 1519 fonda la scuola "...pro recipiendis, conferendis et alendis infirmis, pauperibus et aliis miserabilibus personis ac etiam hospitandis verbi Dei predicatoribus..." (5).
Le persone appartenenti alla confraternita non devono superare il numero di duecento, considerando separatamente uomini e donne; infine se da un lato non è esplicitamente indicata un'articolazione di competenze per la gestione ospedaliera, per il servizio religioso sono, invece, previsti cappellani per la celebrazione della messa.
Annesso alla chiesa di S. Marta viene istituito nel 1563(6) il monte di pietà per provvedere alle necessità dei poveri, prestando denaro a basso interesse (il 5%). Scomunicato da S. Carlo Borromeo, il monte di pietà viene riabilitato il 7 maggio 1575(17) con il breve di Gregorio XIII, in cui si riconosce ad esso la facoltà di prestare denaro al tasso d'interesse del 2,5 per cento.

Note
1. Cfr. A.F. Frisi, "Memorie della chiesa monzese", 4. voll., Milano, 1774 - 1778, vol. I.
2. Cfr. unità 793.
3. Cfr. unità 801, 802.
4. Cfr. unità 813.
5. Cfr. unità 1141.
6. Cfr. unità 250.
7. Cfr. unità 250.