Comune di Monza (sec. XII -)
Sede: Monza
Tipologia ente: ente pubblico territoriale
Progetto: Comune di Monza: fondo detto della Repubblica Cisalpina
La sezione dell'archivio comunale di Monza cui fa riferimento la presente scheda riunisce la documentazione riguardante il periodo napoleonico (1796-1814) e dei primi decenni del Regno Lombardo-Veneto (1815-1831).
Dal principio del XVIII secolo, il comune di Monza, compreso nello Stato di Milano, si trovava sotto la dominazione asburgica. L'ordinamento che ne regolava la vita politico-amministrativa era stato introdotto con la "Riforma particolare della comunità di Monza", emanata il 30 settembre del 1757. A differenza delle comunità minori, i cui organismi furono interamente stabiliti dalla "Riforma al governo ed amministrazione delle comunità nello Stato di Milano" del 30 dicembre 1755, Monza, come altri grossi borghi con forti tradizioni di autogoverno, ottenne infatti una normativa particolare, che concedeva il mantenimento di alcuni organismi previsti dai vecchi statuti. Gli istituti introdotti con la riforma del 1755 (Convocato generale degli estimati, Deputazione) affiancarono pertanto quelli tradizionali del comune (Consiglio generale dei 60 decurioni, Consiglio dei dodici sapienti, reggenti procuratori). Il Convocato generale degli estimati era l'organo decisionale del comune. Ad esso partecipavano i proprietari terrieri con almeno 500 scudi d'estimo, di persona o attraverso loro rappresentanti, che si riunivano almeno due volte l'anno. Tra i suoi compiti vi erano l'approvazione del bilancio preventivo e consuntivo della comunità, il controllo sulla ripartizione degli oneri, le decisioni di spesa, l'elezione della Deputazione. Organo di rappresentanza e di governo municipale, la Deputazione di Monza era formata da quattro estimati, uno era nominato tra i tre grandi proprietari abitanti fuori Monza, un secondo tra i rappresentanti dei primi tre luoghi pii di Monza, gli altri due erano estimati locali. Ad essi si aggiungevano "un deputato eletto dai descritti nel ruolo personale e un altro deputato da eleggersi dai descritti nel ruolo mercimoniale", entrambi i quali non disponevano però della possibilità di voto sui capitoli di spesa, ma solo della facoltà di esporre i propri pareri e le aspettative della categoria che rappresentavano. Dal gruppo degli estimati erano estratti annualmente anche due revisori, cui spettava il controllo della contabilità municipale. Al Consiglio generale dei 60 decurioni e ai tre reggenti procuratori rimaneva affidata principalmente l'ordinaria amministrazione. (Il dualismo che opponeva le due serie di istituti era comunque più apparente che reale, considerato che molti cittadini che facevano parte del Consiglio partecipavano anche al Convocato o in qualità di estimati o come delegati dei proprietari non residenti nel comune e di enti laici ed ecclesiastici. Altrettanto stretto risultava anche il legame che univa i deputati dell'estimo ai reggenti procuratori). Tra le figure previste dalla riforma teresiana vi erano poi quella del sindaco, con funzioni sostitutive rispetto la Deputazione, da cui era nominato, e del console, che svolgeva funzioni di vigilanza e tutela sulla comunità: entrambi dovevano risiedere in loco. L'azione degli organi comunali era controllata dal potere centrale attraverso il Cancelliere del Censo, cui spettava anche la custodia dell'archivio comunale.
Con la riforma dell'amministrazione locale del 26 settembre 1786 la Lombardia austriaca venne divisa in otto province. L'organo esecutivo era la Congregazione municipale, al cui vertice stava la figura del prefetto. Quella di Milano, dalla quale dipendeva anche Monza, era formata da nove membri, di cui sette patrizi e due estimati.
Nuovi importanti mutamenti all'organizzazione delle strutture amministrative locali vennero a seguito della conquista napoleonica. Con l'entrata in vigore della costituzione della Repubblica Cisalpina, proclamata il 9 luglio del 1797, il territorio fu suddiviso in dipartimenti, questi in distretti a loro volta distinti in comuni. Comune capoluogo di distretto, "Monza con porzione di Brugherio, S.Ambrogio e Cassina della Santa" venne inserito nel Dipartimento d'Olona con capoluogo a Milano. Il suo distretto, in seguito più volte modificato, era composto dalle comunità di Biassono con Cassina, S.Giorgio al Lambro, Vedano ed annessi, S.Damiano, S.Alessandro ed annessi, Sesto S.Giovanni, Cassina de Gatti, Cologno, S.Giuliano con Cava rossa. Superando i 10.000 abitanti, l'amministrazione di Monza venne affidato ad una Municipalità formata da sette membri, al cui interno si provvedeva ad eleggere il presidente. Ad essa, come ricorda in via generale la "Legge sull'organizzazione, e sulle funzioni de' corpi amministrativi" del 1 settembre 1798, spettavano funzioni sue proprie ed altre ricoperte per delegazione e sotto la indispensabile approvazione dell'Amministrazione dipartimentale. Tra le prime vi sono le funzioni di polizia, l'organizzazione della guardia nazionale, il mantenimento dei beni e delle strade comunali, la nomina del ricevitore comunale e degli altri salariati, le fazioni militari, le vettovaglie e la sanità; tra le seconde il riparto e la percezione delle imposte dirette, la sovrintendenza all'istruzione e all'assistenza pubblica. Alla municipalità era poi riservata la nomina del segretario comunale (ad esso spettava la custodia delle carte e la controfirma delle spedizioni) e l'indicazione del numero degli impiegati, previa approvazione delle autorità superiori. A vegliare sull'attività delle amministrazione municipale era preposto un commissario del direttorio esecutivo.
Con l'entrata in vigore di questa normativa scomparvero sia i precedenti organi statutari, e con essi gli ufficiali che avevano diretto i diversi settori della vita amministrativa del borgo (i giudici delle vettovaglie e delle strade e i delegati della sanità), sia quelli stabiliti dalla riforma teresiana: l'organizzazione amministrativa risultò dunque sensibilmente semplificata. Ulteriori modifiche agli ordinamenti locali vennero con la nascita della Repubblica Italiana. Furono allora istituite le prefetture e le viceprefetture, mentre i comuni vennero distinti in tre classi, in base al numero degli abitanti. Monza fu posta a capo del distretto terzo del Dipartimento d'Olona e, superando i 10.000 abitanti, venne classificata quale comune di prima classe. Organo deliberativo della comunità era il Consiglio comunale, i cui membri (a Monza erano 40) venivano eletti dal Consiglio generale distrettuale. Ai consiglieri comunali spettava invece l'elezione della Municipalità, che a Monza contava nove componenti.
Le modalità elettive che ancora durante il periodo della Repubblica Italiana erano alla base delle attribuzioni delle cariche comunali vennero meno con la proclamazione del Regno d'Italia. Con il decreto 8 giugno 1805 lo stato avocò infatti a sé la nomina dei consiglieri comunali e quella dei podestà, il cui potere di guida sull'amministrazione del Comune venne allora significativamente ampliato. Il decreto sull'amministrazione pubblica e sul comparto territoriale del Regno determinò inoltre la riduzione del numero dei componenti delle municipalità e l'introduzione del Cantone quale ripartizione territoriale compresa tra il Distretto e il Comune. Il Distretto III di Monza venne allora a comprendere il Cantone di Monza, che contava 28.317 abitanti, quello di Costa, di Vimercate e di Gorgonzola. La popolazione globale del distretto era di 87.033 abitanti. Al vertice dell'amministrazione dipartimentale rimase il prefetto, coaudiuvato nelle sue funzioni dal Consiglio di prefettura e dal Consiglio generale. A livello distrettuale operava invece il vice-prefetto e il Consiglio distrettuale, mentre nei cantoni aveva sede il cancelliere del censo, che si occupava delle "materie amministrative censuarie".
Accanto a modifiche nelle figure e nei ruoli degli organi amministrativi, durante il Regno d'Italia si provvide anche all'ampliamento territoriale dei comuni. Nel 1811 a Monza vennero così aggregate le comunità di Lissone, Muggiò, Vedano, Moncucco, Brugherio, Villa S.Fiorano e della porzione della Santa che ancora non vi apparteneva. Questo ampliamento dell'area comunale e dunque della popolazione portò a maggiori esigenze di organico. La nuova pianta stabile dell'ufficio municipale di Monza approvata il 14 gennaio 1812 venne così allargata a comprendere un segretario, un segretario aggiunto, un protocollista, tre scrittori, un ragioniere, un perito d'ufficio, un agente municipale e un usciere.
Con l'atto di istituzione del Regno Lombardo-Veneto (7 aprile 1815) il territorio venne diviso in provice, in distretti e in comuni; le prime affidate ad una Regia Delegazione dipendente dal governo, i secondi ad un cancelliere del censo (denominato dal 1819 commissario distrettuale). Per i comuni, tornati nei loro confini precedenti, fu mantenuto allora l' ordinamento vigente sia per quanto attiene alla divisione in tre classi introdotta dal regime napoleonico sia riguardo all' organizzazione amministrativa. Alla trasformazione dell' ordianamento comunale si provvide comunque già durante l'anno successivo, con la risoluzione imperiale del 12 febbraio 1816, che riprendeva, almeno in parte, i moduli organizzativi della riforma teresiana del 1755. Anche allora fu comunque mantenuta la divisione in tre classi, che servì per stabilire gli organismi del governo municipale. Monza che, oltre ad essere il capoluogo del distretto VI della provincia di Milano, nell'aprile del 1816 venne elevata al rango di città, rientrava nel gruppo ristretto dei comuni di prima classe. Le funzioni deliberative furono pertanto attribuite ad un Consiglio ristretto formato da 30 membri, due terzi dei quali dovevano appartenere al ceto dei proprietari terrieri e il terzo restante a quello produttivo e commerciale. Al suo interno erano eletti, previa approvazione governativa, i componenti delle Congregazione municipale, l'organo collegiale incaricato dell'amministrazione del patrimonio. Formata da tre assessori, la Congregazione era presieduta dal podestà, un ufficiale di nomina imperiale, tra i cui compiti figuravano anche quelli di rappresentanza della città. L'ordinamento comunale stabilito nel 1816 prevedeva inoltre la figura del segretario comunale, con funzioni di coadiutore e consigliere legale del comune. Per quanto riguarda infine la sfera di azione amministrativa degli organi comunali, ad essi spettavano gli affari riguardanti la sanità, la beneficenza e l'assistenza, le acque e i lavori pubblici, le strade, gli affari di culto e l'istruzione. I Comuni amministravano poi il loro patrimonio e riscuotevano le imposte indirette e gli altri contributi, per mezzo degli esattori comunali. Sempre ad essi spettava inoltre la formazione delle liste di leva, la pubblicazione delle leggi, la tenuta dei registri di stato civile, l'alloggio e il vettovagliamento dell'esercito.
Bibliografia
- Bonomi 1979 =
- Capra 1984 =
- Capra 1987 =
- Ghisalberti 1963 =
- Mantovani 1973-1974 =
- Meriggi 1983 =
- Meriggi 1987 =
- Modorati 1925 =
- Roberti 1947 =
- Rotelli 1974 =
- Sangiorgio 1959-1960 =
- Sella 1984 =
- Superti-Furga 1979 =
- Zaghi 1986 =
Compilatori
Sassi Giorgio, Archivista
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/archivi/soggetti-produttori/ente/MIDB000CF1/