Comune di Roncobello (sec. XIV -)
Sede: Roncobello
Tipologia ente: ente pubblico territoriale
Progetto: Comune di Roncobello
Gli statuti di Bergamo nei secoli XIV e XV indicano la località di Roncobello collocata all'interno del territorio di Bordogna. Anche le confinazioni del 1392 lo identificano nel medesimo ambito territoriale (1). Secondo quanto si ricava dalla lettura dell'atto del 1472 "Ordini et compartiti delle vicini di Baresi Ronco et Bordonia, con la dichiaratione del estimo et confini del monte Branchino e dal Solivo" (2), le vicinie di Ronco, Baresi e Bordogna fanno parte di un comune denominato Bordogna. Più tardi in un atto di divisione dei beni territoriali del 1587 (3), dal quale, di fatto, nascono tre enti autonomi dal punto di vista patrimoniale e fiscale (l'obiettivo della divisione patrimoniale ha tra gli altri obiettivi quello divisione dell'estimo e quindi l'autonomia fiscale), ma ancora legati dall'uso in comune di diversi territori, le vicinie fanno riferimento ad un comune denominato Baresi, anche se le contrade hanno propri organi amministrativi. Giovanni da Lezze nella sua "Descrizione" nel 1596 (4) riporta notizia del comune di Baresi suddiviso in diverse contrade (tra le quali Costa Roncho, cioè Roncobello), separate fiscalmente ("nelle fattioni"), ma con un unico console che le rappresenta di fronte all'autorità cittadina e veneziana, coadiuvato da sindaci.
Agli inizi del XVII secolo Roncobello agisce infine da comune autonomo dotato di un proprio console e di un proprio consiglio generale in altro atto di definizione dei confini del suo territorio contrapposto ai comuni di Baresi e Bordogna (5).
Nel XVIII secolo la vita istituzionale di Roncobello è quella di un vero e proprio comune come ci testimoniano i "Libri delle ordinazioni" (6). La forma istituzionale dei tre insediamenti (ora nominate contrade, ora comuni) appare in definitiva piuttosto incerta nella sua fisionomia nei secoli XIV-XVII, fino al consolidamento del funzionamento di vere e proprie istituzioni comunali durante il XVIII secolo. Non è possibile attribuire date certe alla nascita dei tre comuni: tale affermazione istituzionale pare essere maturata in un lungo arco di tempo. Non bisogna infine sovrapporre l'idea di comune che potevano avere le autorità esterne e superiori, Bergamo, Venezia, all'idea di comunità (qualunque fosse il grado di istituzionalizzazione che avevano le singole contrade) che sempre si sono sentite differenti tra loro e aggregate sulla base di parentele i cui principi di riferimento collettivo erano, oltre alla solidarietà di residenza, i diritti di proprietà e d'uso sulle terre comuni.
La chiesa per ogni contrada era l'elemento di riferimento di tale identità collettiva all'interno dell'insediamento ed era la sede della comunità religiosa e dell'universitas dei capi di casa.. E al tempo stesso, all'interno di queste comunità che si riconoscevano attraverso la chiesa, sicuramente si attuava il primo livello di rappresentanza politica relativo alla nomina dei deputati delle frazioni che confluivano, in un consiglio di vicinia. Tale contesto offriva sicuramente motivi per tensioni insanabili e rivalità continue tra i diversi aggregati, tra frazioni, o tra famiglie (7). Le tre contrade sono oltretutto unite da una serie di usi collettivi su terreni ai confini dei rispettivi territori (la raccolta di strame, di legna, l'uso del pascolo), in questo senso l'atto di divisione citato pare ancora di più una sorta ricerca di un punto di equilibrio necessario per la pacifica convivenza probabilmente compromessa da liti sull'iniquità delle divisioni nei pagamenti delle tasse.
Anche Roncobello, come gli altri comuni della valle basava la propria economia sul pascolo, sulla risorsa costituita dal legname e sulla carbonizzazione della "legna cedua" con cui si alimentavano forni e fucine per la lavorazione del ferro. Nel territorio, definito dal Da Lezze "sterile", si coltivavano cereali non sufficienti al sostentamento della popolazione e si praticava una modesta attività di allevamento e di commercio del bestiame. Sempre il Da Lezze segnalava che il comune di Baresi e le sue contrade godevano della proprietà di una montagna affittata per pascolo e di alcuni boschi occupati in parte da privati.
In epoca napoleonica divenne capoluogo del cantone omonimo nel 1797 ed in seguito del Distretto VII, già XVIII, delle Sorgenti del Brembo nel 1798. Nel maggio 1801 fu posto nel Distretto I di Bergamo per poi ritornare nel Distretto delle Sorgenti del Brembo nel 1804 ed in seguito nel Cantone VIII di Piazza del Distretto I di Bergamo nel 1805. A quella data contava 598 abitanti; nel 1809 ne contava 549. Nel gennaio 1810 aggregò Baresi e Bordogna (decreto 31 marzo 1809).
Nell'ambito del Regno Lombardo - Veneto Roncobello, comune di III classe con Convocato generale di tutti gli estimati che nominavano una Deputazione comunale di 3 membri, venne collocato nel Distretto VII di Piazza con Legge 12 febbraio 1816 (in quell'anno la popolazione era di 536 abitanti). Nel 1853 è posto nel Distretto V con popolazione di 626 abitanti. Nel 1859 con l'aggregazione delle province della Lombardia al Regno di Sardegna il comune di Roncobello venne aggregato al X mandamento di Piazza, I circondario di Bergamo, provincia di Bergamo e alla costituzione nel 1861 del Regno d'Italia, il comune aveva una popolazione residente di 592 abitanti (Censimento 1861). Con l'avvento del Regno d'Italia gli ordinamenti locali di comuni e province, in vigore nello Stato sabaudo, sono estesi alle province della Lombardia con la Legge Rattazzi (23 ottobre 1859). Nel 1867 il comune risulta ancora far parte del mandamento di Piazza Brembana, mentre nel 1924 del circondario di Bergamo, provincia di Bergamo. In seguito alla riforma dell'ordinamento comunale disposta nel 1926 il comune veniva amministrato da un podestà. Nel 1927 al comune di Roncobello vennero aggregati i soppressi comuni di Baresi e Bordogna (R.D. 18 ottobre 1927, n. 2012). In seguito alla riforma dell'ordinamento comunale disposta nel 1946 il comune di Roncobello veniva amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio.(8)
Note
(1) Confini del territorio di Bergamo (1392-1395). Trascrizione del "Codice Patetta" n. 1387 della Biblioteca Apostolica Vaticana, a cura di Vicenzo Marchetti. Vedi documenti n. 69 e 82 relativi alla confinazione con i territori di Ardesio e Serina e Bracca.
(2) Unità 1.1.3-10
(3) Unità 1.1.4-22
(4) Giovanni da Lezze, "Descrizione di Bergamo e suo territorio 1596", a cura di Vincenzo Marchetti e Lelio Pagani, Bergamo, Provincia di Bergamo, 1988.
(5) Unità 1.1.3-13
(6) Vedi serie 1.1.2.
(7) Piscitello Antonino in "Introduzione allo Statuto di Costa Volpino", in Statuto di Costa Volpino 1488", Bergamo, Provincia di Bergamo, Assessorato Cultura, 1994.
(8) "Bergamo. Le Istituzioni storiche del territorio lombardo XIV-XIX secolo, Progetto Civita", a cura di Fabio Luini (Archimedia s.c.r.l.), Milano, Regione Lombardia, Direzione Generale Cultura. Servizio biblioteche e sistemi culturali integrati, 1999.
Compilatori
Piscitello Antonino, Archivista
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/archivi/soggetti-produttori/ente/MIDB0014BD/