Banca popolare di Bergamo [numero REA: 11 Bg] (1869 -)

Sede: Bergamo

Tipologia ente: ente economico/impresa

Progetto: Centro per la cultura d'impresa: censimento descrittivo degli archivi d'impresa della Lombardia

Banca popolare di Bergamo [numero REA: 11 Bg]; condizione giuridica: società per azioni

Ragione sociale/forma giuridica/capitale sociale e settore di attività iniziali:
Banca Mutua Popolare della Città e della Provincia di Bergamo - - - ; 64.19.1

Ragione sociale/forma giuridica/capitale sociale e settore di attività finali:
Banca Popolare di Bergamo - 1.350.514.252,00 euro - ; 64.19.1

La Banca Mutua Popolare della Città e della Provincia di Bergamo venne costituita nell'aprile del 1869, a soli cinque anni di distanza dalla nascita della prima banca popolare italiana, quella di Lodi. L'obiettivo era quello di consentire l'accesso al credito anche ai ceti sociali meno abbienti, quali ad esempio operai, artigiani e piccoli commercianti. All'iniziativa, fortemente sostenuta da alcuni tra i maggiori esponenti della borghesia cittadina, aderivano inizialmente 350 soci, destinati tuttavia a raggiungere, in soli cinque anni, i 1.800. Parallelamente, la banca avviava il primo significativo processo di espansione territoriale con l'apertura delle filiali di Treviglio, Lovere e Gazzaniga, alle quali si aggiungeva la creazione di una fitta rete di corrispondenti operanti nei principali centri della provincia. La drammatica crisi bancaria degli anni Ottanta consigliò all'istituto di credito bergamasco di improntare la gestione ad una certa prudenza. Si continuava a preferire il settore primario e questo a scapito di investimenti in società private. Questa politica durò fino al 1904 quando, con una modifica dello statuto, venne consentito l'acquisto di azioni e obbligazioni di società bergamasche, come anche di partecipare - cosa che sarebbe avvenuta - direttamente in imprese per la costruzione e l'esercizio di ferrovie e tramvie locali. Venne deciso, inoltre, di dare nuovo impulso all'espansione territoriale tanto che, dal 1908 allo scoppio della Prima guerra mondiale, vennero inaugurate una ventina di nuove filiali. Nel Primo dopoguerra la crescita territoriale proseguì e, già nei primi anni Venti, le agenzie sfioravano la cinquantina. Nel 1922, contemporaneamente alla nuova denominazione di Banca Popolare di Bergamo, veniva aperta la sede milanese e, negli anni seguenti, venivano acquisite alcune casse rurali locali. Parallelamente, in questo come nel decennio successivo, rilevante si sarebbe dimostrato il sostegno alla crescita non solo economica del capoluogo orobico, testimoniato - per fare un esempio - dalle sovvenzioni fornite per la costruzione del tratto autostradale tra Milano e Bergamo e per la realizzazione del grande ospedale cittadino. La grave crisi dei primi anni Trenta venne affrontata, avendo sempre presente l'interesse delle migliaia di risparmiatori, riducendo gli impieghi più rischiosi ossia quelli industriali e commerciali. Ancora nel 1936, come del resto era sempre stata una costante della Popolare, gli impegni della banca privilegiavano il settore primario, che da solo raccoglieva il 40% dei nominativi di coloro che usufruivano di fidi. Lo scoppio del Secondo conflitto mondiale avrebbe giocoforza rallentato l'attività dell'impresa. Negli anni difficili della Ricostruzione e durante il miracolo economico, la Banca Popolare di Bergamo sarebbe stata in grado di mantenere e rinforzare le posizioni di rilievo raggiunte, tanto che al 1970, con quasi 316 miliardi di lire di depositi, si collocava al trentunesimo posto nella graduatoria nazionale. Alla base di questa performance, la crescita dei rapporti non solo con le piccole e medie imprese del territorio, ma anche con quelle grandi grazie anche all'attività fornita dalla sede milanese. A questo si aggiungeva il ruolo giocato dalla Popolare sul territorio nel finanziare gli enti locali, nel promuovere iniziative sociali e culturali e, infine, nell'avviare un intervento graduale ma costante di riqualificazione di città alta. Alla fine del 1970, con oltre 35 mila soci e una crescita della massa fiduciaria ben superiore a quella media del sistema, la banca ottenne dalla Banca d'Italia l'autorizzazione ad operare sull'intero territorio lombardo. A partire dal 1973, constatata la preclusione dell'istituto centrale a concedere l'apertura di nuovi sportelli, la banca avviò un processo espansivo attraverso l'incorporazione di piccole banche, preferibilmente di natura popolare, operanti in Lombardia. La prima ad essere acquisita sarebbe stata la Banca Popolare di Chiari. Seguirono le popolari di Manerbio, di Soncino, la Cassa Depositi e Prestiti di Olate, la Banca Amedeo di Como e la Banca Popolare Agricola di Poggio Rusco. Nel 1984, sempre nell'ottica di un'espansione regionale, veniva acquisito il pacchetto di maggioranza del Credito Varesino. Sul finire del decennio, la Popolare di Bergamo entrò nel comparto del leasing e del brokeraggio assicurativo attraverso partecipazioni di controllo in diverse società, mentre nel 1991 veniva costituita la Fondazione Banca Popolare di Bergamo per il sostegno, la promozione e la realizzazione di iniziative culturali, scientifiche, sociali e morali in Lombardia. L'anno seguente, venne perfezionata l'incorporazione del già controllato Credito Varesino e di conseguenza la denominazione cambiò in Banca Popolare di Bergamo - Credito Varesino Cooperativa a responsabilità limitata. Contestualmente divenne la prima Banca Popolare ad essere quotata al mercato principale della Borsa Valori di Milano. Nella seconda metà degli anni Novanta, vennero avviate una serie di operazioni volte ad un nuovo ampliamento territoriale specie nell'area centro-sud. Veniva acquisito il controllo della Banca Popolare di Ancona e con esso quello della popolare di Todi, della Banca Popolare Campana, della Banca Popolare di Napoli e della Cassa di Risparmio di Fano. Nel 1996, intanto, era stato acquisito il controllo della Banca Brignone specializzata nel settore del private banking, mentre a livello europeo il gruppo orobico era presente in Francia, Svizzera, Germania e Irlanda e nel mondo a Singapore, Hong Kong e Brasile. Con l'aprirsi del nuovo millennio, quando ormai gli sportelli avevano superato i 1200, veniva perfezionato l'acquisto di Centrobanca, istituto di categoria della banche popolari attivo da tempo nel settore del credito a medio e lungo termine. Nell'estate del 2003, in seguito all'operazione di fusione con il gruppo Banca Popolare Commercio e Industria viene creata la capogruppo Banche Popolari Unite – BPU Banca. Contemporaneamente, la Banca Popolare di Bergamo - Credito Varesino scorpora la propria rete di sportelli dando luogo alla Banca Popolare di Bergamo Spa. Nell'aprile del 2007 la banca entra a far parte del Gruppo UBI (Unione di Banche Italiane) nato dalla fusione fra il Gruppo BPU Banca e il Gruppo Banca Lombarda e Piemontese.

Compilatori
Pizzorni Geoffrey, Archivista