Legler industria tessile spa [numero REA: 231 Bg] (1877 - 1995)
Sede: Ponte San Pietro
Tipologia ente: ente economico/impresa
Progetto: Centro per la cultura d'impresa: censimento descrittivo degli archivi d'impresa della Lombardia
Legler industria tessile spa [numero REA: 231 Bg]; condizione giuridica: società per azioni
Ragione sociale/forma giuridica/capitale sociale e settore di attività iniziali:
Legler Hefti e C. - - - ; 13.2
Ragione sociale/forma giuridica/capitale sociale e settore di attività finali:
Legler Industria Tessile Spa - 9.180.000.000 lire - ; 13.2
Originaria di Diesbach nella parte meridionale del cantone svizzero di Glarus, nel 1875 la famiglia Legler avviava i lavori per la costruzione di un cotonificio a Ponte San Pietro. A spingere verso questa decisione la situazione poco felice del settore tessile elvetico che anche per la J. M. Legler - azienda con 4.000 fusi, 200 telai e 150 addetti - significava doversi confrontate con sbocchi di mercato sempre più ridotti, costi della manodopera in aumento, carenza ormai cronica di forza idrica e, infine, inadeguati collegamenti ferroviari. Vagliate le candidature di altri centri italiani, la scelta era caduta sulla località bergamasca in quanto presentava la soluzione a molte delle questioni che appesantivano le condizioni dell'impresa elvetica. Lo stabilimento entrò in funzione nella primavera del 1877 con 200 telai, 6.000 fusi e impiegando 200 operai. Ben presto, la produzione della Legler Hefti e C. (un'accomandita composta dai fratelli Matteo e Federico Legler e dai cugini e parenti Federico Legler, Fridolino Hefti e Giacomo Beker) andò a comprendere non solo le iniziali tele grezze, ma anche tessuti tinti e candeggiati. Per far fronte a questa rapidissima crescita della produzione, venne raddoppiata la capacità produttiva della filatura e della tessitura, vennero acquistati nuovi terreni lungo entrambe le rive del Brembo e realizzate le due centrali elettriche di Paladina e Briolo. Nel gennaio del 1890, un incendio distruggeva parte dello stabilimento, ma già nell'ottobre seguente l'attività riprendeva grazie anche all'arrivo di nuovi macchinari dalla Svizzera. Il decennio Novanta rappresentò un momento di grande crescita per l'impresa, tanto che all'inizio del nuovo secolo impiegava 1.600 operai, utilizzava 32 mila fusi e ben 1.200 telai. Intanto la famiglia Legler aveva avviato i lavori per la costruzione del primo nucleo di case operaie, aveva fondato la scuola svizzera di Ponte San Pietro e, nel 1901, favorito la nascita della Cooperativa di consumo Legler. Gli anni precedenti allo scoppio della Grande guerra si caratterizzarono per l'avvio da parte dall'ormai Legler e C. della produzione di tessuti più fini e di velluti. Nel 1919 la denominazione sociale diventava Cotonificio Legler S.A.. Gli anni seguenti fino al Secondo conflitto mondiale, videro l'impresa confrontarsi con una congiuntura non sempre favorevole, alla quale la Legler avrebbe risposto diversificando la gamma produttiva anche in direzione di prodotti finiti di qualità. La produzione finiva così per comprendere una vasta scelta: dai velluti splendor, riviera e diamante al famoso "madapolan" passando per articoli di abbigliamento, flanelle e fustagni. Dagli anni Cinquanta iniziarono i primi contatti internazionali che portarono l'azienda a collaborare con famosi sarti del calibro di Givenchy, Pierre Cardin e più avanti Cappucci e Veneziani. Intorno agli anni Sessanta, tuttavia, il rapido cambiamento di un mercato, quello tessile, molto concorrenziale e orientato verso una produzione di alto volume per abbattere i costi, costrinse anche la Legler a ripensare la propria strategia anche tenendo conto di un mutamento dei gusti dei consumatori che preferivano acquistare capi confezionati. Negli anni seguenti l'impresa decideva di puntare sull'efficienza di vendita, sulla massima standardizzazione della produzione unita ad una grande diversificazione. Venivano creati nuovi canali commerciali come ad esempio la Vestro e la Prenatal e, a partire dagli anni Settanta, si iniziava la produzione di tessuti per il tempo libero e, dal 1973, del denim. Questi prodotti, insieme ai velluti, costituirono il cuore della produzione dell'impresa ormai gestita da una nuova generazione Legler. I risultati, tuttavia, non furono all'altezza delle aspettative. In effetti, anche l'impresa orobica, che nel frattempo aveva assunto la denominazione Legler Industria Tessile Spa, scontava gli effetti di un mercato sempre più eroso dalla concorrenza portata da nuovi produttori internazionali, che potevano contare su costi di produzione molto più bassi dei loro concorrenti europei. Così, alla fine degli anni Ottanta, veniva decisa la cessione al gruppo Polli, cessione poi completata nel corso del 1991. Nel settembre del 1995 la società è stata incorporata nella nuova Legler Spa.
Compilatori
Pizzorni Geoffrey, Archivista
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/archivi/soggetti-produttori/ente/MIDB001B00/