Altmayer confessa a Garovaglio che avrebbe voluto essere a Milano per celebrare il quarto anniversario del suo soggiorno in città e festeggiare insieme a lui il giorno di S. Ambrogio. Nonostante gli impedimenti e la lontananza, assicura la propria vicinanza spirituale all'amico, dichiarando inoltre che è sempre per lui un grande piacere ricevere le sue lettere, che gli ricordano i felici momenti trascorsi insieme sia a Mossul che a Milano.
Si lamenta rattristato perché all'impegno profuso nel lavoro non seguono i frutti sperati, ma persevera e continua ad andare avanti come un fedele soldato della chiesa, aspettando pazientemente il momento di ritirarsi.
Continua a sperare di poter tornare un giorno a Loveno: in attesa di quel giorno esorta Garovaglio a continuare il suo lavoro su Jerapolis (?) e Ninive, mentre da parte propria continuerà ad impegnarsi nel lavoro quotidiano.
Si augura che Garovaglio possa mantenersi in salute; conclude riportando i saluti di padre Henry, del dragomanno Razocki e porgendo i propri auguri di buon anno.