Altmayer risponde alla lettera del 12 novembre inviatagli da Garovaglio, soffermandosi a raccontare della spaventosa situazione prodottasi in Turchia; dichiara che ciascuna delle parti in lotta ha dei torti ma gli innocenti finiscono per pagare per i colpevoli e teme che le cose non potranno che peggiorare se non si cercherà di creare un clima di rispetto e libertà per i cristiani. Grazie a Dio niente è successo ai loro amici, e da Djarbekr gli è giunto un telegramma rassicurante; ciononostante il signor Marcopoli gli ha confidato le sue profonde inquietudini. Altmayer si augura che tutto possa presto finire, mentre confida di aver sentito che l'Inghilterra e l'Italia si sarebbero alleate per separarsi dalle altre potenze. A questo punto Altmayer pensa che dovrà tornare in Mesopotamia per un paio d'anni, e si augura che gli sviluppi della situazione in primavera gli permetteranno di viaggiare con sicurezza. Nel frattempo conta di restare a lavorare a Roma fino alla fine dell'anno corrente. Comunica che padre Duval si trova a Roma da otto giorni e con ogni probabilità verrà nominato delegato in Siria. Informa Garovaglio che le suore di Baghdad e Mossul si chiamano suore della Presentazione (di Tours), ma non sono domenicane, bensì affiliate a quell'ordine.
Conclude assicurando di star bene e ricambiando i saluti dell'amico.