Bernard comunica a Garovaglio che anche per l'anno in corso dovrà rimandare il progetto di recarsi a Loveno. Si augura di poter compiere il viaggio l'anno successivo, magari in compagnia dell'arcivescovo, che ha promesso di recarsi a Roma. Raccomanda a Garovaglio di non spaventarsi per il lungo silenzio di monsignor Altmayer, ma teme che scrivere sia per lui un motivo di dolore: egli soffre per la lontananza dalla sua terra natale e dagli amici che ha un po' dappertutto. E' partito suo malgrado e in questo bisogna riconoscere un grande sacrificio e il grande merito della sua carriera; padre Bernard teme addirittura che una tale disposizione di spirito possa nuocere alla salute dell'arcivescovo. Fortunatamente però, dopo l'arrivo di monsignor Duval a Beirut, Altmayer è circondato dalle premure di giovani missionari che l'hanno eletto a loro guida. Inoltre, Altmayer, che ha sempre creduto nella Curia, ormai non scrive più rapporti e predilige l'azione decisiva e personale.
Bernard intende scrivergli e comunicargli lo sconforto nel quale ha gettato i suoi amici e prevede che Altmayer scriverà presto anche a Garovaglio, pur dubitando che i turchi facciano passare le lettere. Conclude raccomandando a Garovaglio di salutare a suo nome Adele e Camillo.