Eugenia Speroni informa Garovaglio di non aver potuto ancora ritirare i vasi presentati all'esposizione, ma che si appresta a farlo l'indomani. Narra poi dei numerosi furti avvenuti in occasione della manifestazione e che si pensa possano essere attribuiti ad alcuni antiquari venuti da Milano. Ciononostante i varesini non hanno perso coraggio e la società archeologica si appresta a nascere sotto gli auspici di Ezechiele Zanzi. Assicura che le medaglie verranno spedite a domicilio dal sindaco. Conclude raccontando d'aver conosciuto il barone Dal Fieno, presidente della Società archeologica di Genova, il quale è rimasto entusiasta della raccolta, tanto da volersi subito associare all'iniziativa nascente. Dichiara infine di non aver più visto Giovanni Ranchet, ma d'aver preso presso di sé gli oggetti che il sacerdote aveva affidato a Garovaglio.