Garovaglio si rammarica con la figlia per il lungo tempo trascorso dalla sua ultima lettera, informandola che il suo silenzio è da attribuirsi alle difficoltà incontrate nel corso del tragitto compiuto in piroscafo fra Atene e Smirne; passa quindi a descrivere una giornata trascorsa nei quartieri più caratteristici della città fra bazar, caravanserragli, botteghe tipiche e venditori ambulanti. Racconta di alcune nuove conoscenze, della visita al Museo e alla chiesa della Scuola evangelica e del progetto di un'escursione ad Alessandretta.