Invia alcune notizie bibliografiche richiestegli. Comunica di avere consegnato al M.P.A. due lapidi (un'erma romana ed una lapide moderna, forse datata 1491, da via Cavenaghi). Della lapide romana riporta l'iscrizione, ma dichiara (ironicamente) di volersi astenere da ogni dissertazione scientifica in un campo lontano dalla paletnologia, con la speranza che "altri osserverà le medesime prudenti norme", giacché "spiacerebbe assai vedere un giorno o l'altro qualche pittore, qualche epigrafista, architetto o archivista impancarsi a Milano a parlare di faccende etnografiche e paletnologiche". Attende di poter fare con lui, in tempi brevi, un certo discorso amichevole.