In risposta all'invio del verbale dell'ispezione effettuata da una Commissione della Consulta alla basilica cremonese di S. Domenico, precisa che, avendo la medesima travalicato i limiti della propria competenza, fornendo, sulla statica delle strutture architettoniche, pareri che sarebbero spettati a due tecnici inviati dal Genio Civile di Torino, non è possibile raccogliere l'invito a revocare l'ordine di demolizione della basilica. Sul verso della lettera è una nota di trasmissione della medesima all'archivio, in data 14 luglio 1864, autografa ed a firma di Antonio Caimi, nella quale si precisa che la Commissione della Consulta non ha oltrepassato i limiti del proprio mandato, "in conformità anche delle disposizioni contenute nel Dispaccio 25 giugno, N. 20.3 del R. Ministero delle Finanze".