Con l'intento di fornirgli "i mezzi onde riparare al mal fatto" nei suoi riguardi, gli invia la relazione sulle collezioni egizie del Museo Nazionale di Napoli (cfr. n. inv. 5/1 - 2), che redasse su richiesta della competente direzione, quantunque non fosse di sua spettanza, rivestendo egli al momento la semplice qualifica di custode di sala. Afferma di non nutrire fiducia "che la presente Direzione voglia e sappia portare un miglioramento ad un museo che potrebbe e dovrebbe figurare tra i primi d'Europa". Suggerisce al ministro di "prendere iniziativa", approfittando dell'occasione propizia rappresentata dalla riunione, da parte del Viceré d'Egitto Said Pascià, di una "grandiosa collezione di monumenti", provenienti dagli scavi di cui egli fu Ispettore, compreso diversi "oggetti duplicati [...] a disposizione di colui che prima ne farà la domanda".