Ringrazia Treves per avere iniziato a dargli del tu. Ha coronato un sogno: quando ha iniziato a scrivere, trenta anni fa, desiderava avere in Treves un amico e un editore. Ci è riuscito tardi ma è una delle fortune più grandi della sua vita. Chiede a Treves di rileggere la lettera con cui gli proponeva la ristampa di vecchi volumi: fin d'allora si impegnava a rimaneggiare i testi. Pensava che Treves avrebbe cominciato con il libro nuovo e di avere quindi tempo per correggere i testi vecchi. L'arrivo delle bozze de "La sorte" lo ha stupito e costretto a fare correzioni pesanti. Chiede il resto dell'originale de "La sorte" e gli altri tre volumi: sono esauriti e non avrebbe altro testo su cui iniziare a lavorare. Gli ricorda che Bardi non ha ricevuto compenso per l'articolo pubblicato sul "Secolo XX" su Gubbio e le sue feste. Un suo altro giovane amico, di cui avrà letto qualche articolo su "La Perseveranza", desidera sottoporgli alcune novelle.