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Memoria circa le liti tra il comune di Treviglio e il Capitolo di Santo Stefano in Brolo di Milano (1). ([1680])
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Segnatura provvisoria: 22053
Segnatura definitiva: 1.1.1.5; 2 unità n. 83.13
Descrizione estrinseca: 1 fascicolo, cc. 4, volgare, stato di conservazione: discreto, danni: danni alla piegatura
Note: (1) Si riferisce di diverse controversie la prima è quella risolta con la convenzione del 1586 con l'apposizione di termini che permettessero il quieto vivere nella raccolta di pietre da calcina sulla riva del Brembo. Sempre per gli stessi motivi si incominciò un'altra lite nel 1674 (violazione dei patti del 1586). La seconda controversia riguarda la pesca sul fiume fatta dai massari del Capitolo, senza licenza e con deviazione delle acque del Brembo. Qui decise il pretore di Treviglio (che ha competenza sulle proprietà comunali e furono arrestati i cinque fratelli Pisoni di Canonica. Il Capitolo ottenne che questa causa venisse discussa avanti al capitano di giustizia. Treviglio fece appello per far rendere valida la prima sentenza del pretore. Fatto ricorso dal Capitolo da questo si ottenne che i suoi fittavoli potessero provare che il fatto avesse origine dal contratto (del 1586). Nonostante la raccolta delle prove testimoniali non venne abbandonato il giudizio criminale. Mentre pendeva tale causa il sindaco del capitolo fece inviare precetto dal giudice ecclesiastico a Carlo Santo fittabile della comunità in località Fornasotto perchè desistesse dall'irrigare alcuni campi della comunità con le acque della "fontana del belbere" pretese proprie dal capitolo e perchè si levasse un'otturazione al cavo del capitolo che prendeva acqua per la fontana a scapito delle acque trevigliesi. Questa rappresenta nella memoria la terza e la quarta vertenza contro il capitolo. Giudice di questa vertenza fu il Vicario pretorio di Milano. Tra l'intimazione del precetto e l'abbandono del giudizio si ebbe notizia che conduttori del mulino di Vittore Tasca (al molino della Fontana) avevano di fatto distrutto l'otturazione con la quale usurpavano acqua alla comunità fu formato processo su istanza di Treviglio e vennero arrestati due molinari (rilasciati poi su cauzione). Per ordine del Podestà venne restaurata l'otturazione. Il sindaco del capitolo nella pendenza civile di fronte al podestà di Treviglio querelò di fronte al capitano di giustizia Carlo Santo e suo figlio Antonio per furto e diversione d'acqua. Solo dopo ricorso di Treviglio si ritorno al giudizio civile avanti il vicario pretorio. Il capitolo voleva che fosse levata l'otturazione e perchè le acque della fontana non potevano essere usate dalla comunità. Il comune di Treviglio tenta l'avocazione al Senato. La quinta controversia concerne l'occupazione abusiva di cento e più pertiche di proprietà della comune acquisite con la possessione del Pradaione, prima terreno agricolo, ora dalle piene del fiume ridotto in ghiaie. La comunità ne pretende il rimborso. La quinta controversia non è ancora contenzioso. I riferimenti sono il privilegio di Ludovico imperatore 1339, istrumento 1346 d'acquisto da Suardi e la sentenza magistrale del 1641 (con antecedenti 1550 e 1573) e 1613. Nella nota, che sembra redatta da un difensore della comunità, c'è il sunto di tutto quanto è successo.
Busta registro: 2
Numero corda: 83.13
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/archivi/unita/MIUD0B21E6/