"All'Amministrazione del giornale l'Unità italiana, Genova", n. 57 (1873 marzo 26)

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Segnatura definitiva: b. 9, fasc. 60

Tipologia unità: Unità documentaria

Consistenza: c. 1, num. rec.

Descrizione estrinseca: Unità documentaria, c. 1, num. rec.

Conservazione: buono

Data topica: Chiavenna

Note: 1. Detta relazione non risulta agli atti. Per la relativa ricostruzione, vedi FERRUCCIO PEDRETTI, Ricordi chiavennaschi, Milano 1929, riportata da ANGELO VARNI, op. cit. pag. 313-316. A seguito della sfilata di un carro allegorico, rappresentante dei "cavadenti", dedicato a mettere alla berlina l'esosità fiscale del governo Lanza, il socio Cesare De Steffani viene accusato per vilipendio e pubblicamente arrestato nella pubblica piazza di Chiavenna. Gli amici del De Steffani (Antonio Dell'Ava, Giuseppe Gilardi, Andrea Del Grosso) reagiscono, nasce una rissa, viene chiamato il presidente Carlo Pedretti per calmare gli animi e convincere i carabinieri ad accompagnare lui stesso il De Steffani in carcere. Tutti vengono indiziati e la sera stessa detti indiziati, oltre a Felice Morani, Martina Gianucchi ed un certo Rizzi conciacapelli, fuggono verso la Svizzera. Il forzato esilio si protrae fino a giugno, quando i fuggiaschi rientrano in patria per affrontare il giudizio davanti alla Corte d'Assise di Sondrio, difesi dall'on. Merizzi, mentre il Pedretti è difeso personalmente dall'avvocato Marcora. L'unico assolto è il Pedretti. Antonio Dell'Ava e Andrea Del Grosso vengono condannati ad un anno di carcere, tutti gli altri a sei mesi.

Busta registro: 9

Numero corda: 1673

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