Unità compresa in: Carte Martinengo Colleoni

Esenzioni (1465 maggio 20 - 1536 settembre 7)

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Segnatura definitiva: 5

Tipologia unità: Volume

Supporto: membranaceo

Formato: 298x210

Consistenza: cc. 10 numerate, di cui 1 bianca

Descrizione estrinseca: Volume membranaceo, cc. 10 numerate, di cui 1 bianca, mm 298x210

Conservazione: buono

Data topica: [Bergamo]

Note: Sigillo aderente deperdito. Copie autentiche di documenti tratti dai registri della Camera fiscale di Bergamo circa esenzioni diverse. Con susseguenti: lettera dei rettori della città di Bergamo del 28 luglio 1628 e annotazione del 20 dicembre 1685.

Numero corda: 5

Contenuto:

- Cristoforo Moro, doge di Venezia, conferma per meriti militari a Bartolomeo Colleoni, capitano generale della Serenissima, i feudi di Martinengo, Cologno e Urgnano, già concessi nel 1454, aggiunge Palosco e Solza e concede i feudi di Romano di Lombardia, Malpaga, Calcinate, Ghisalba e Mornico con "mero et mixto imperio" e con tutte le entrate e i redditi da essi provenienti (Ducale, 1465 maggio 20, [Venezia], Palazzo Ducale, copia del doc. 4);
- Il capitano Bartolomeo Colleoni concede al soldato Giovanni Cristoforo 'de Preposulo', al dottore in legge Ottopasso 'de Preposulo', ai fratelli Giacomo, Filippo, Andrea, Benedetto, Enrico, Alessandro, Luca e Arduccio, figli di Leonardo 'de Proposulo', cittadini bergamaschi, l'esenzione dal pagamento del dazio dell'imbottato e di qualsiasi altro onere (istrumento notarile, 1467 aprile 3, nel giardino del castello di Malpaga);
- Pietro Mocenigo, doge di Venezia, comunica al Podestà e al Capitano di Bergamo, la conferma delle immunità ed esenzioni concesse a suo tempo da Bartolomeo Colleoni, capitano generale della Serenissima e signore di Calcinate, a Giovanni Cristoforo, Ottopasso e Giacomo 'de Preposulo' sulle loro proprietà nel territorio di Calcinate (Ducale, 1475 dicembre 11, [Venezia], Palazzo Ducale);
- Capitolo 80 del testamento del capitano Bartolomeo Colleoni (1475 ottobre 27);
- Capitolo 5 del codicillo al detto testamento (1475 ottobre 31);
- Leonardo Loredan, doge di Venezia, chiede al Podestà e al Capitano di Bergamo di intervenire presso gli eredi di Bartolomeo Colleoni affinché continuino a versare la somma prevista dal Capitano "pro puellis maritandis" in rispetto delle sue volontà testamentarie (Ducale, 1502 dicembre 16, [Venezia], Palazzo Ducale)
- Marco Barbarigo, doge di Venezia, ordina al Podestà e al Capitano di Bergamo l'annullamento di esenzioni al pagamento di dazi concessi senza l'autorità dei consigli preposti e vieta di concedere "per simplices litteras" le esenzioni con pena del pagamento di 100 ducati (Ducale, 1486 gennaio 30, [Venezia], Palazzo Ducale, datata secondo lo stile veneto 30 gennaio 1485);
- Andrea Gritti, doge di Venezia, per limitare i danni alle entrate dello Stato, poiché molti cittadini "si fanno exempti" di pagare il dazio dell'imbottato, ordina al Podestà e al Capitano di Bergamo di non concedere esenzioni al pagamento dei dazi se non a coloro che hanno privilegi riconosciuti (Ducale, 1533 novembre 24, [Venezia], Palazzo Ducale);
- Avviso dei rettori della città di Bergamo circa il riconoscimento delle esezioni sull'imbottato delle biade e del vino [1534, Bergamo];
- Incanto dell'imbottato delle biade per l'anno 1534, con elenco degli esenti (1534 agosto 13, Bergamo);
- Andrea Gritti, doge di Venezia, poiché molti cittadini sotto vari pretesti non pagano i dazi, ordina a tutti i rettori "dele cità et loci nostri si de mar, come de terra" di non riconoscere alcuna esenzione se non concessa dai consigli preposti. Siano pertanto annotati su di un libro i nomi degli esenti di diritto (Ducale, 1536 giugno 11, [Venezia], Palazzo Ducale);
- Andrea Gritti, doge di Venezia, su richiesta di molte istituzioni religiose, conferma solo le esenzioni riconosciute come quelle sui beni ottenuti per elemosina, corrispondenti però a una cifra non superiore a 25 ducati per ogni monastero, ordinando il pagamento dei dazi se non dotati di privilegi (Ducale, 1536 agosto 5, [Venezia], Palazzo Ducale);
- Andrea Gritti, doge di Venezia, ordina il rispetto delle deliberazioni del Consiglio dei Pregadi del 10 giugno e 27 luglio 1536 circa l'indizione dell'incanto dei dazi, con l'elenco degli esenti (Ducale, 1536 settembre 7, [Venezia], Palazzo Ducale);
- "Nota deli privilegii mandati alla illustrissima signoria in execution de la presente de X zugno et littere ducale de XI zugno 1536".

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