Aratro a traino umano

ambito valtellinese

Aratro a traino umano

Descrizione

Ambito culturale: ambito valtellinese, Lombardia

Cronologia: sec. XIX

Categoria: attività agro-silvo-pastorali

Tipologia: aratro a traino umano

Materia e tecnica: legno (sagomatura); ferro (battitura)

Misure: 26 cm x 181 cm x 65 cm

Descrizione: Aratro leggero di tipologia classica, il vomere è innestato alla parte più massiccia dell'attrezzo, la bure, sopra di esso è fissato il versoio. Alla parte centrale della bure è fissato il manubrio a doppia impugnatura, o stegola, per la manovra dell'attrezzo, mentre alla sua parte superiore è collegata una lunga stanga munita nella parte finale di un'asta ortogonale per permettere il traino dell'aratro da parte di due persone.

Notizie storico-critiche: L'uso dell'aratro a traino umano è certamente antico ed è facile capire come in valle sia durato a lungo, pensando all'usanza di coltivare il terreno fra i filari delle viti sui terrazzamenti, dove era impossibile utilizzare gli animali. L'impiego del traino umano per l'aratura in Alta Valtellina è documentato nel 1833 nella "Descrizione statistica della provincia di Valtellina" dell'ing. Pietro Rebuschini pubblicata nel 1983 dalla Camera di Commercio di Sondrio.
L'esemplare del museo proviene da Baruffini ed è stato donato da Achille Rinaldi. Un altro aratro simile è stato rinvenuto, in zona, da Emanuele De Piazzi nel 2001.

Collocazione

Tirano (SO), Museo Etnografico Tiranese

Credits

Compilazione: Ballarino, Elena (2002); Pini, Ivana (2002)

Aggiornamento: Bonetti, Luca (2014)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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