Cassetta da lavoro femminile

ambito italiano

Cassetta da lavoro femminile

Descrizione

Ambito culturale: ambito italiano

Cronologia: sec. XX secondo quarto

Categoria: economia e ritualità domestiche

Tipologia: cassetta da lavoro femminile

Materia e tecnica: legno (taglio, scortecciatura, riduzione in assicelle, piallatura, taglio, ); legno (commettitura, inchiodatura, verniciatura); masonite (pressatura, taglio); ferro (ritaglio, foratura, cromatura)

Misure: 32.8 cm. x 20 cm. x 20.2 cm.

Descrizione: In posizione di chiusura il contenitore ha forma di parallelepipedo rettangolo a tre piani; poggia su quattro piedini tronco-conici ad esso incollati ed è rinforzato alla base da due listelli trasversali. Sulla mezzeria del ripiano inferiore è fissato tramite graffette l'alto manico, costituito da due listelli verticali in cui è inserita una traversa bombata al centro. I cinque cassetti, costituiti da un incastro di quattro listelli rinforzato da chiodini, sono incernierati tra loro tramite lamelle ad essi avvitate, che consentono l'apertura a gradino del contenitore e la sua stabilità in tale posizione. I due scomparti superiori sono dotati di un coperchio imperniato su chiodini impiantati sulla sponda; sulla parete interna è inserita a pressione una borchia che fa da fermo al coperchio in posizione di chiusura. I pomelli, di forma affusolata, sono fissati con graffette.

Notizie storico-critiche: A. Aondio e F. Bassani (1990, p. 49) ricordano i più comuni arnesi contenuti nei cestini o nelle cassette da lavoro: l'ago (gügia) per cucire e rammendare, per fare la calza. Gli aghi stavano nel gügiröö (agoraio; il più caratteristico era quello a forma di uovo che serviva anche per rammendare le calze) o nel cussinett di göcc (puntaspilli, cuscinetto di panno dove spilli e aghi stavano conficcati per la punta). Ricordano il ditale (didàa), l'uncinetto (crusciè) per ricamare o anche per riparare una smagliatura nelle calze (la scurlera) e soprattutto c'erano le forbici (la fòrbes) con forbicina e forbicetta (furbesìna e furbeséta). Rievocano modi di dire quali "il vénter fa a gügia", riferito a persona insaziabile, oppure "muré in di göcc", che significava "morire di inedia".
Fonte di documentazione: 3

Collocazione

Galbiate (LC), Museo Etnografico dell'Alta Brianza - MEAB

Credits

Compilazione: Sala, Annalisa (2010)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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