Tavolo

ambito alto brianzolo, (struttura) bottega di falegname (lignamé), (piano e maniglia) bottega di fabbro ferraio (faré)

Tavolo

Descrizione

Ambito culturale: ambito alto brianzolo, (struttura) bottega di falegname (lignamé), (piano e maniglia) bottega di fabbro ferraio (faré)

Cronologia: sec. XX secondo quarto

Categoria: economia e ritualità domestiche

Tipologia: tavolo

Materia e tecnica: legno (taglio, scortecciatura, riduzione in pali, riduzione in assi, ); legno (intaglio, tornitura, commettitura, inchiodatura); lamiera zincata (ritaglio, piegatura, inchiodatura); ferro (riscaldamento, forgiatura, piegatura, foratura)

Misure: 61.1 cm. x 129 cm. x 80 cm.

Descrizione: La struttura è composta da un pianale e da quattro gambe tornite, ricavate da pali a sezione quadrata, nella cui parte superiore sono incastrate le sponde laterali e longitudinali; fra gambe e sponde sono inchiodati due settori di rinforzo a sezione triangolare. Il cassetto scorre su due guide a L inchiodate ai due fascioni longitudinali contrapposti; l'assicella frontale, su cui è avvitata la maniglia, è sagomata e inchiodata a due listelli laterali a loro volta fissati a quello posteriore con incastro a coda di rondine e con chiodi; il fondo è ripartito in tre tavolette e inchiodato alla struttura. Un profilo di abbellimento corre lungo il perimetro delle quattro sponde. La lamiera di rivestimento è ripiegata sotto il bordo e fissata ad esso con chiodi.

Notizie storico-critiche: A. Aondio e F. Bassani (1990, p. 25) ricordano che il tavolo non costituiva tanto il desco familiare quanto il punto d'apppoggio per utensili e suppellettili. Si mangiava spesso seduti sulle panche, accanto al fuoco o sotto il portico all'aperto, tenendo in mano o sulle ginocchia piatti (piatt o tund) o scodelle di legno (baslott, baslutell) e attingendo il cibo con la mano libera che serviva anche per prendere la tazzina del vino (che era una sola per tutti). Sul tavolo non c'era un rivestimento protettivo; solo in epoca recente veniva usata una tela cerata. In occasioni solenni però si pranzava con una bella tovaglia (tuvàia) di lino o di cotone. Riferiscono inoltre il detto "sbrujà el taul per netal", che significava "lavare il tavolo con acqua bollente per pulirlo": questa operazione si faceva prima e dopo avervi appoggiato carne di maiale da tagliare e tritare per farne insaccati.
Fonte di documentazione: 3

Collocazione

Galbiate (LC), Museo Etnografico dell'Alta Brianza - MEAB

Credits

Compilazione: Sala, Annalisa (2010)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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