Coltello da salasso
Italia settentrionale
Descrizione
Ambito culturale: Italia settentrionale; Italia, Lombardia
Cronologia: sec. XIX ultimo quarto
Categoria: attività agro-silvo-pastorali
Tipologia: coltello da salasso
Materia e tecnica: ferro (riscaldamento, battitura, forgiatura); legno (taglio, scortecciatura, sagomatura, piallatura)
Misure: 3.2 cm. x 22.8 cm.
Descrizione: L'oggetto è composto da un manico tronconico con fessurazione mediana che ne percorre l'intera lunghezza e dalla quale fuoriescono, imperniate ad un'estremità, due lame. La prima è di forma triangolare allargata, mentre la seconda, più sottile, presenta una protuberanza a forma di goccia nella parte superiore. Il margine imperniato è contenuto da una lamina fasciante
Notizie storico-critiche: G. B. Muzzi (2003, vol. I, p. 100, vol. II, p. 100) ricorda l'abilità di molti malghesi nelle pratiche di medicazione degli animali. In casi più "leggeri" - parti, medicamenti alle zampe, salassi - erano i proprietari stessi ad intervenire.
Il signor Cappellini Giuseppe Paolo spiega che i salassi venivano praticati in caso di disturbi legati alla fecondità degli animali, il cosiddetto "sangue grosso", per il quale la soluzione era l'indebolimento della bestia. Un'altra possibile problematica da curare con un salasso era un accumulo di sangue dentro le mammelle, dovuto a colpi accidentali.
Il signore indica in un anziano di Paspardo la persona che gli ha trasmesso il sapere tecnico necessario, che consisteva in colpi sul collo o, in caso di difficoltà, accanto alle mammelle, in un incavo naturale dell'animale. La chiusura del foro avveniva con sassi bagnati o con la creazione di una sorta di "molletta lignea" fissata alla parte.
Egli spiega poi che l'oggetto era di misure diverse e, per il foro sull'addome, veniva scelta la misura più piccola.
Fonti di documentazione: 2, 3
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/beni-etnoantropologici/schede/7r030-00558/
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