Gramola

ambito camuno

Gramola

Descrizione

Ambito culturale: ambito camuno; Italia, Lombardia

Cronologia: sec. XIX ultimo quarto

Categoria: economia e ritualità domestiche

Tipologia: gramola

Materia e tecnica: legno (taglio, scortecciatura, intaglio, foratura, tornitura)

Misure: 50 cm. x 106.7 cm. x 67.8 cm.

Descrizione: L'oggetto è formato da quattro sostegni uniti a coppie all'estremità superiore, parallele tra loro e unite da due traverse orizzontali. Le estremità superiori sono sagomate ad ospitare tre listelli sottili inchiodati. Negli spazi tra i tre listelli, da un lato è imperniata una barra con fessura centrale formante due listelli ad un'estremità, mentre l'altra è sagomata a formare un'impugnatura cilindrica. I due listelli mobili sono complementari ai tre fissi

Notizie storico-critiche: P. Scheuermeier (1996, vol. II, pp. 235-239) ricorda l'uso dell'oggetto per la separazione delle diverse parti dello stelo, da effettuarsi dopo la macerazione della canapa. Egli spiega che esistevano, in alcune zone, due differenti tipi di gramola, utilizzati per steli di dimensioni diverse ma di uguale funzionamento. La tipologia in oggetto era tra le più diffuse.
G. Kezich, E. Eulisse, A. Mott (2002, p. 68) illustrano tutte le fasi della lavorazione di lino e canapa. Le due fibre, seminate tra aprile e maggio, venivano raccolte alla fine dell'estate e legate in mannelli, per poi essere lasciate essiccare sui prati. A questo punto, attraverso diversi attrezzi, si procedeva all'eliminazione di sementi e foglie dai fusti, per poi immergere questi ultimi in fosse per la macerazione. In questo modo la parte legnosa della pianta si separava dalla fibra, che poteva essere liberata con la gramola. Questa viene descritta come un coltello ligneo innestato su struttura a cavalletto. L'oggetto sfruttava il principio della leva e veniva alzato e abbassato mediante un corto manico per maciullare le parti legnose dei fusti di lino e canapa. L'operazione veniva effettuata dalle donne nel tardo autunno e sempre all'aperto.
G. B. Muzzi (2003, vol. II, p. 55), illustrando l'oggetto, divide le due parti dell'attrezzo per la maciullazione in legni "a canale" e "a coltello".
G. Sebesta (s.d., pp. 14-15) precisa che la macerazione durava tra i dieci e i quindici giorni.
Il signor Arturo Belfiore Mondoni ricorda la grande parsimonia e la conseguente inventiva della zia, Pedretti Antonietta, che era proprietaria dell'oggetto. La signora Pedretti, sua zia da parte di madre, era nata nel 1904, lavorava come infermiera e rimase nubile.
Fonti di documentazione: 2, 3

Collocazione

Cerveno (BS), Casa Museo Bazzoni

Credits

Compilazione: Bassi, Sara (2013)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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